Pensiero e Volontà - anno III - n. 12 - 1 agosto 1926

PENSIERO E VOLONTA' 287 prova è come un senso di turb~men to ango-· scioso, quale lo dà la, lettura di certi racconti russi, che pure ottengono tale effetto cou mezzi semplicissimi ed attravèrso la narrazione dei fatti più semplici ancora. Ridire l'intreccio del racconto del Murri qui sarebbe un fuor luogo e ci po~erebbe yia tropp 0 spazio. Chè· poi, dal nostro punto di vista, questo lato del libro è per noi il meno importante. Del resto ip.treccio vero e proprio non v'è ; poichè si tratta semplicemente di aIcune pagine di vita, che si svolgono l'una dopo l'altra in un mondo assai comune, senza sorprese nè colpi di scena. Ma sono pagine vive e sentìte : quesito è ciò che importa. Anche il verismo che c'è dentro non è di maniera; è piuttosto verità ohe verismo : realtà vissuta. L. F ABBRl MARCO RAl1PERTI: La Corona di Cristallo. - Storia ingenua. - Edit. Bottega di Poesia, Milano. 1926. - L. 10. Non siamo riusciti a capire il perchè di questa « storia ingenua ». Perchè ingenua, fra l'altro 1 Di re che Jascino il trono, così perchè ne sono arcistufi, e se ne vanno preferendo la vita oscura, magari accanto una bella ragazza,. diventi o no questa loro legitti,ma consorte, credo ve ne sian parecchi nei romanzi ... Nella vi ~a reale sono scarsi assai ; chè Diocleziano e Carlo V, che rinunciarono alla corona l'uno per andare a piantar cavoli. e l'a) .. tro per farsi frate, non pare fossero troppo spontanei nel loro gesto. Qui invece Ramperti ci fa assistere ai passatempi di. un re che si prende un po' di vacanze, lascia la corte in incognito, e va in giro a divertirsi ; e di ciò profitta una pacifica congiura di corte per liberarsene, il che non dispiace affatto al re disoccupato, il quale se ne va tranquillamente pei fatti suoi, con una buona figliuola innamorata di lui, che _l'aveva aspettato fino a quel giorno nella solitudine. Vi sono- qua e là pel romanzo dei frizzi, delle stoccate, delle aHusioni, alcune vecchje ed altre originali, . su tutto ciò che si riferisce al mestiere di re. Ma son cose lievi, dette con molto « giudizio », senza calcar troppo la mano. In sostanza il libro si potrebbe anche ~ettere nell'elenco dei racconti fantastici e d' avventure, per i ragazzi, se non ci fossero a guastarne la linea « per bene » due episodi erotici: un tentativo mal riuscito di seduzione feinminile sul giovine re ed un riuscitissimo a tu per tu del mede•simo con una bruna zinibl" . teca ino Bi CO garfu, che balla nuda dinanzi a lui e poi va a fargli° compagnia nel letto per una notte o . quasi. La storia, insomma, ha il tol'to d~ non essere abbastanza ingenua per i ragazzetti, nèabbastanza... viceversa per i grandi. V'è forse· in essa una intenzione satirica, ma espressa così vagamente e lievemente, da riuscire inafferrabile. ...~ questi lumi di luna in cui le gole sono guaste e bruciate dalla grappa, un bicchierino di rosolio come questo scivol.a via senza effetti apprezzabili ... P. J. ProudhOn (Continuaaione vedi n. 9, 10 e 11 seconcla edieione)· Con questa veduta, il prigioniero, che finiva i suoi tre anni di carcere, ricominciava una terza volta la sua carriera colla stampa del st.lo libro; La ~votuzione dimostrata dal Colpo di ,~tato del ~ dicembre. Quanti passi solo per ottenere la stampa dell'opera! Il regin1e del si lenzio eretto in p1~incipio, i ministri dell' Im-- pf)ro ad un tempo spietati e stolti; la stampa. tremante, co1ne trovare un editore 1 Convenne chP. l'autore sçrivesse direttarnente all'Impera~ . tore, che ottenuta una speciale licenza la ve.. dess~ ristretta dai censori, che il. libro subisse centp mutilazioni e alla fine usciva, ron1peva. il ghiaccio, la disperazione svaniva, la polemica ricomincia.va, e tosto i fatti da va!}o t c1,=>1oneallo. scrittore e l'Impero era lancia·to a gran carriera nel'la via del socialismo, gli errori del ·1848 erano re~tificati, e solo era da temersi che la democrazia imperia.le oltrepassando lo scopo seppellisse i capi delfa vera democrw~ia sotto j loro propri trofei. Per continuare la polemica con licenza del-.··· l'imperatore bisognava trattare con l'Impera• tore .stesso; tenersi aperta la via che si richiudeva da se stessa e a ogni tratto, ricominciarela mina e lo sgombro fra le frane politiche e cattoliche. Il tribuno voleva innanzi tutto pubblicare un giornale o almeno una rivista, ne raccoglieva i materiali, cercava i collabora-· tori; ma come ottenerne il permesso 1 E otte-· nu tolo come servirsene ? Chi assalire i In qual 1nodo procedere coll'I1npero senza esserne gli schiavi? In qual modo resistergli senza dive-· nirne le vitti1ne 1 Lo spazio concesso all'ex detenuto era n1eno grande di quello già accor-· datogli dalla prigione; cento progetti formicolavano nella sua, mente; talune imprese let- . J

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