Pensiero e Volontà - anno III - n. 12 - 1 agosto 1926

288 PENSIERO E VOLONrfA' terariA gli se1nbravano dover giovargli pèr la, sua critica; una Bir,•gra/t•a universale quanto non sarebb~ stata efficace per distruggere le celebrità usurpate nell'antichità e nei tempi n1oderni ! Pn .Atla1irte delle rivulu,z·ioni non sarebbe forse servito di guida? Una J?itosofia della stor,ia non poteva forse diventare come il tribunale dei popoli'? Non urgeva forse di supplire alla critica qnotidiana con un libro giornale? con una enciclopedia, rivista? ·un 1nanuale della borsa scritto colla libertà delle contraddizioni economiche, qual sterminata n1esse di fatti finanziarii, di n1istificazioni bancarie, di giuochi imperiali, non avrebbe potuto mietere 7 Vi pensava, e nel mentre che con gli uni concerta va una storia uni versale, con altri una rassegna universale delle stravaganze dell'agio, trovandosi in 1nezzo a. m i.lle scandali disar1na,to con1e un soldato senza spada vagheggiava di continuo l'idea prediletta. del giornale, e non cessava, di ripetere: perchè 1nai il popolo non avrà il suo giornale, con1e gli Orleanisti, i Legittin1isti, i Repubblicani hanno i loro fogli quotidiani col beneplacito dell'Imperatore, che paternamente lj accarezza, li istruisce, li a,1111nonisce? Le penne non n1ancavano, i malcontenti disposti a farsi tirar le orecchie da M. Pers~gny erano molti, si poteva contare anche sugli sta1npa.tori disposti a considerare \a t,ipografia con1e un giuoco di Borsa; gli avventurieri della letteratura sarebbero accorsi al prin10 tocco del tamburo autorizzato: ma !impossibilità di parlare col permesso dell'In1peratorr contro l'In1peratore ricon1pariva con desolante semplicità in tutte le combinazioni. Vi ·fu di peggio. Ogni politica presenta i suoi inconvenienti e non raggiunge uno scopo sen- ' za mancarne un altro ; e tutti conoscono gli svantaggi della non-astensione, del perpetuo intervenire, del 110n a1n1nettere una separazione militare tra due situazioni irreconciliabili. 11 carattere ne soffre, la limpida e pubblica• schiettezza del principio rappresentato ne resta oscu·rata, si dà luogo a. sospetti, a carlunnie,. a incertezze; si resta al bando dei puritani che conquistano il diritto di sentenziare e guai sé si toccano i patriotti che la mono1uan ì a del nazionalismo rende inaccessibili ad ogni spiegazione. Già avvertivasi che in talunj casi Proudhon _era troppo corrivo, che nella rustica e intemerata sua vita si permetteva talora di volgere la parola a qualche pubblicano. e che in una carriera dove la discusBibliotecaGin Bianco sione pri1neggiava sen1p1·e egli non aYeva qùel n1utismo da s~ntinella che ogni uon10 111ediocre sa otti1na1nente osservare. Un giorno, quando era prigiòniero a Santa Pelagìa, rispondendo :¼i M. Oarlier, Prefetto di Polizia, gli aveva dato un e;onsiglio sul n1odo di tenere le aste dei comn1estibili e quando costui con villanu, pubblicità obtlligava il giornale ·del Pu polo a stampn,re l'insignificantissin1a lettera, parvead a.le;uni che Proudhon fosse con1pro1nesso o un1iliato. Il giorno_ dopo il Colpo di Stato :fu ancora più frainteso nelle prigioni, e il suo partito di lascia re gli spiantati ed ostili quarantottist.i al loro destino recò qualche scan- ' dalo. Al~ri erano da lui spinti ad uscire dalle (·arceri. ad approfittare delle facilità offerte dal nuovo Governo, ad esigliarsi in una libera. colonia, di cui loro si offriYano le terre; la sehiettà realtà con cui diceYa a tutti essere stoltezza l'ostinarsi a prolungare il n1artirio jn onore del suffragio universale, i suoi stessi buoni uffici e quelli dei suoi an1ici che il Princi Pe Napoleone asseconda Ya in ogni 1nodo, tutto concorreva a togliergli l'aureola della rivoluzione. Il male non era grande, ed anzi dava luogo a qualche scena se1niseria. atteso che se egli disdegnava il contegno silenzioso e stincatò dei purita-ni, quella distanza cui si 1nettevano dal Governo rimaneva per sempre raddoppiata per lui; e la povertà continua e ]a prigione sofferta, e l'in1possihilità di fondare un giornale e la dignità con cui s'interdiceva ogni pubblicazione mercantile e la som1na sua probità lo ren1eYano più infeijee d~i proscritti, e ricordava celiando S. Cipriano già ohbligato di seri vere contro i n1artiri che lo infastidivano con le loro Yirti1 e che finivano per trascinarlo anch'esso al patibolo. Intanto la stam1,a lo odiava pii1 che mai, i Catoni del giornalismo, i Repubblicani della ca-· ricatura spiavano ogni occasione pe1· ferirlo> P- l'occasione si presentò in n1odo in~spettato appunto là dove era più n1eritevole. GIUSEPPE FERR.ARI~ ( (}ontinua,). :pirettore r~sponsabile: GIUSEPPE TURCI SO·CIETA' ANON. POLIGR ..\FICA ITALI.t\NA. Via Uffici del Vicario, n. 4;3 -- Homa.

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