Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

• PENSIERO E VOLONTA' 245 ne autoritaria. 1 capi della quale non saranno dotati di virtù divina, perchè bastino loro, a" pur le avranno, quella ragione, buon senso, sentimenti. ecc. che non bastano a,gli altri ... E allora ìa conclusione è che, se l'uso della forza diventi necessario, essa la eserciti non un corpo speciale o un potere superiore, bensì tutta la collettività, vale a dire tutti coloro c:he ne hanno la capacità. Naturalmente l'eser .. cizio della forza non potrà essere abba,ndonato al caso o al capriccio, bensì sarà organizzato « secondo certe norme stabilite », - ma stabi~ lite direttamente dagli interessati in n1odo che ciò non sia abdicazione e non si risolva nella creazionf> di un centro generatore, accumulatore e 111oltiplicatore di quei mali che si volevano impedire. Ri possono fare, certo, a questo punto, innun1erevoli obiezioni, le quali tutte si posson<' però comJJendiare in una sola: se gli uomini, tutti o in maggioranza, non vorranno essere ljbcri, se al compimento volontario de.gli ele1nentari Joy·eri della convivenza preferirannc il resta re sfruttati ed oppressi, se all' organizzazione })et·· mutuo consenso e su liberi patti preferiranno l'organizzazione coatta e in1posta dall'alto'( Allora ... allora non vi sarà l'ana1', chia, e,·identen1ente ! e se gli anarchici non sa,- r.a.nno aln1eno ta.nto numerosi da organizzal'si 1ibél'taria.n1ente da sè ed imporre alle rnagglo· ranze il rispetto della loro vita collettiva autononu· ... se non potranno realizzare neppure in narte il proprio ideale - possibilità di cui io ho discusso altra volta - non avranno che dn. continuare ]a propaganda e la lotta per conquistare quel n1inin10 di condizioni morali e materiali necessario a qualsiasi esperimento o .-r.al izzazione. Merlino ci parla di una « democrazia da fa· r~ >>; ma quale? Non certo, io penso, d'una che lasci in. piedi l'i1npalcatura capitalistica; chè :i bbiam visto. in un secolo e mezzo di espe~ rienze in tutto il mondo,essere una 8i1nile democrazia del tuttu _utopica, o illusione o truffa, e sempre un circolo vizioso che pri1na o poi sbocca ineluttabilmente nella. dittatura reazionaria : Napoleone I o Cavaignac, N apoleone III o Thiers ... C'è poi l'altra de1nocraz1a,, quale la si vedeva dai rivoluzionari del. 1848; cui innegia,rono ai loro tempi anche Prou· dhon e De Paepe; i quali, senza curarsi del significato etimologico e non ancora, disgustati, come noi oggi, della parola, davano per mèta a Quella loro democrazia l' an-0/J·chia. Ma allora tutto il nostro dissenso sarebb~ • I a a CO forse una questione di parole 1 Me ne viene il dubbio qua.lche volta, quando leggo ·Merlino .... Per esen1pio, a un certo punto, egli dice indif. ferentemente: «governa·nti o amministratori>>. Se per 1 ui fosse la stessa cosa, e i governanti o amministratori amministrassero soltanto, quale anarchico mai contesterebbe la necessità d'una amministrazione in itnarchia 1 anzi in anarchia d'una amministrazione ancora più oculata e 1neglio organizzata che in qualsiasi altro regi1ne? :iYlerlino invoca «pochi ma.nàatari, con po-- t.eri limitati, ristretti, revocabj li, stru1nenti e non despoti» ecc. Sìam sempre lì! Niuno nega la necessità di deleghe di funzioni ; n1a se pe1· «potere» s'intende· quello privilegiato dell'us,J della forza, dovrei ripetere il già detto. Se «nochi mandatari» avran la forza materiale, 1nentre tutti gli altri ne sian privi, quelli la adopereranno per accrescerla e rafforzarsi al punto d'infischiarsi dei !nandanti e di sbaraz.- rarsi di tutti i sindacati o controlli creati per • in frenarli. Sarà questione di tempo, e da strumenti diverranno despoti, e lo saranno più o n1eno a seconda della n1inore o maggiore resi· RtAnza che troveranno nel popolo, Nella quale resistenza sono riposte tutte le virtù ('he mi par che Merlino veda nella de... n1ocrazia.. La democrazia cui egli acce·una, ~. sar~ possibile, non potrà essere c;be una risultantP transitoria <legli sforzi libertari, in rap.. porto all'intensità di questi sforzi e senza valore suo proprio. Chè se fosse 1neta a·eter111i... nata, frutto delle illusioni democratiche, i suoi conati autoritari, comunque mascherati, a~ VJ'elihero la risultante antidemocratica della dittatura, come pel passato. Di qui la necessità chp la propaganda, la quale è uno dei 1~,ezzi di educazione del popolo, cerchi di educare questo popolo a volere la Jibertà, -- non la de .. mocrazia che è sempre p1 ~1_ o meno antil.ibert:tria ~ potrebbe sen1pre tramutarsi in tiranujde. E'. come vede Merlino, una questione di con• dotta pratica ; e mi par che la concezione ~ narc:hica della rivoluzione ne dia una risoluz1.one realistica e possibile più di qualsiasi altra pro. posta dalla gente che si vanta pratica e positiva e non esce dalla cerchìa delle soluzioni Rtatali. Dr 1 resto lo stesso Merlino niette, come pren1essa o condizione alla « derr1ocrazia da fare», che vi sia un «popo1o forte di volontà, libero nel pensiero e nell'azione; conscio dei suoi interessi », che è la stessa condizione o premessa òella vitalità e durevolezza d'un regime sociale

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==