Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

PENSIERO E VOLONTA' 243 Stato ' o Non Stato Caro F'abbri ' Le vostre interminabili discussioni e po I en1jehe - Stato o non Stato, Governo o non (¾overno, organizzazione o non organizz.azionie -· mi paiono un po' accademiche • intanto men- . ' tre voi dite di no, quelli fanno di sì, e come! Abbiamo lo Stato, il Governo ed il resto e guai a chi non si sottomette. La questione, del restoJ mi pare ne nasconde un'altra più radicale: si pùò fare a meno dell.1., forza ne' rappo1~ti sociali, la si può eliminarb ~a essi completamente 1 e se non se ne può fare a meno. la si può almeno contenere in certi ]imiti, e come dev'essere organizzato, esercitato e contenuto in giusti limiti quel minimo di. forza - o potere - che è necessario a mantenere in pierli la società e a difenderla dalle esorbitanze dei singoli 1 Perchè 20 o 40 o 60 milioni di abitanti di un paese, tra .ignoranti e sapienti rozzi e ci. vili, cattivi e buoni, ecc. ecc., aventi costumi e modi di vi vere diversi, e diveTse opinioni e interessi. ma, chi usi nello stesso spazio e costretti a vivere l'uno accanto all'altro a sfrut- ' tare la stessa terra, a procedere per le stesse vie. quindi a.d urtarsi, ad unirsi, a separarsi ogni momento, ·non possono essere tenuti ir1sieme da,) mero caso o da una virtù spontanea., che regoli la loro condotta individuale in con• formità dèi loro interessi comuni e fina.li. Armonie prestabi_!.ite non ve ne sono. La ragione, i sentimenti, il .buon senso, l'interesse benP, inteso non bastano, e non sempre ci assistono e ci consigliano per il bene. I mutui ·accordi, gli inc.-ontri fortuiti di v9lontà non bastano. Qualche volta, spesse volte, ci vuole dippit1. Bisogna predisporre dati mezzi per da.ti fini; bisogna purtroppo subordinare interessi particolari ad interessi generali, interessi attuali ad interessi avvenire e più o men0 lontani. La società deve avere un' organizzazionp stabile, continua e non effimera; organi che funzionino rego)armente secondo certe nor- - me stabilite, che solo una lunga esperienza può detta re e correggere e delle ·leggi o norme ge,- nerali di condotta, che tutti riconoscono ed a cui tutti ohhediscono. La società non è un'astrazione, ma una cosa concreta, e si compone di tre elementi essenziali: organi, norme e funzioni precise e determinate per ciascuno di essi. 01·a. l'organizzazione sociale può es5ere d1 Bibliotec ·. G1 Bianco duP. specie. O)è l'organizzazione autoritaria - gerarchica - a piramide: uno o pochi che comanda:no. e le n1oltitudini che obbediscono, servono, sono sfruttate, angariate, dominate. E' Questa l'organizzazione che ha pre'\Ja.lso nel- ' la Rtoria : che è sempre stata (sa,lvo pochi lucidi intervalli) e che ancora è. ' E vi sarebbe un'altra specie di organiz2.azione, quella che dal basso sale, dai pÌù va ai meno, dal popolo ~ f~rte di volontà, libero nel pensiero e nell'azione, conbcio de' suo1 interessi, va ai pochi (governanti o ammini-- ~tratori) suoi mandatari da' poteri limitati. da' r.nezzi ristretti, soggetti a sindacati e controlli, amovibili e rimovibili, in modo da essere strumento della volontà e degli interessi popolari, non arbitri e despoti. Questa organizzazione è essa possibile 1 Non si può negare che l'idea di una simile orgév nizzazio·ne sia sorta nei popoli più civili ed abbia fatto un certo ca.mmino nelle società moderne. Le esperienze fatte non hanno dato sempre e dappertutto i migliori risultati: vi sono ne' regimi democratici vizi ed imperfezioni. anche gravi, che bisogna eliminare ed • emendare. Il mondo non fu cre~to in un giorno, e pro .. l)abiilmen te neanche in sette. La democrazia è ancora tutta da fare - da edificare. E dopo tutto, ncn dobbi~mo illuderci di poter aver-e null~. di 11erfetto a questo mondo. Il p1•jncipio di relatività domina l'universo fisico e morale. Libertà, eguaglianza, solidarietà, giuRtizi.a ecc. sono concetti relativi e non assoluti. L'assoluto è come l'infinito: ·non. esiste. E' un'astrazione de1la nostra n1ente. 8.AV. ERJO MERLIN·o. Forse Merlino ha ragione a dire accademi cne queste nostre discussioni; ma egli .sa che oggi non v'è troppa libertà di scelta sugli argo1nenti da trattare, e d'altra parte in un organo di propaganda anche la polemica teorica è una necessita. E il fatto che Merlino con la , sua. lettera così interessante, porta legna al fuoco della nostra accademia, signifca che ·nep.. pur lui la ritiene del tutto superflua. La questione -che fa Saverio Merlino si ri duC'e in sostanza a questo dilemma, che ho messo per titolo alla sua lettera: « Stato o Non Stato 1 ». Egli accenna a.nche alla questione dell'organizzazione; ma quella è altra

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==