Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

• PENSIERO E VOLONTA' 263 P. J. Proudhon •Continuaaione vedi ,jum. 9 e 10 seconda edizione) III. Se Proudhon f os8e mo!'to il 24 febbraio 1848 la saa carriera sarebbe rirnasta senza spiegaYione; i suoi libri non avrebbero forse rice, vuto il loro vero senso se non per pochi letto1·i; io 8tesso che l'avevo intravisto a casa di Bergman di Strasburgo, nostro comune amico, .ero lungi dal sospettare il loro vero valore. Quel suo modo di discutere sempre sui confini dello sgarbo, quella compiacenza nel farsi pii1 .ernpio del bisogno, quelle -sue ribellioni artific·iali contro le forme generaln1ente adottate, quella sua passione di fran1mischiare la teologia all' econon1ia e le teorie sulla grazia, sulla provvidenza a quelle sul prezzo cli fabbrica e f.ul prezzo corrente, sembravano stranezze, difetti da correggersi; taluni glielo dicevano a· perta1nente e quasi tutti lo ac;cusavano: non indovina vano ancora che potesse ttarne un , avvenire. Il giornalisn10 approfittando dei suoi difetti gli opponeva_ la cospirazione del silenzio con . ì n1eravìglioso accordo, che ognuno poteYa dire di lui: non l'ho sentina nomi- •nare, non lo conosco. i{Jno ..,.·.o ('IUn . .Jila il 24 febbrai0 eo1ne mai continuare i 1 silenzio coi centon1ila inno1ninati che lo traggono in pia~- za_, alle barricate, nelle stamperie, nei clubs; la sua voce naturahnente tonante risveglia tutti gli echi, il sno te1npo è giunto ed egli lo do- . mina. Il 25 febbraio egli già seri ve : « La repubblica e posta sotto la tutela di alcuni uomini onesti e di millantatori di prin1a forza, ma dì una rara incapacità ... La rivoluzione ora conJ.- J)ita pot:re1'be ben essere una mi tificazione di piL1. Voi sapete, caro Maurizio. qual caso io -faccia di queste 1niserie politiche che chian1ansi pomposamente: diritti imprescrittibili del popolo, suffragio universale, governo della maggioranza, regime parlamentario ecc. ecc.>) ' Presto la Francia gli sembra un carnevale; le elezioni lo fanno ridere; tutte le infermità intelletuali, ~crive egli. si presentano _alla de-- put.azione e si scaglia contro il governo provvisorio accusandolo d'imbecillità, di terrorismo. d'inintelligenza assoluta della rivoluzione e col nuovo giornale del Rappresentante del JIOJ)Olo s'inoltra in mezzo alle intimazioni ~urenti che faccvansi da ogni lato, perchè fossero immediata1nent-e realizzate le speranze da '34 a·nni deluse. Tutti intendevano le sue aggressioni, nessuno avvertiva le riserve, i conlioteca inoBianco tr;ippesi, le antitesi con cui le n1oderava, non se ne vedeva che l'effetto di scioglierlo da ogni sciocca so1idarietà e in breve fu l'idolo della plebe, il Masianello dei giornali, il terrore dei borghesi; un' elezio~e supplementaria l'inviò a11'assemblea, il fracasso della sua polemica raddoppiò, e al seguito della grande insurre-. z1one di. giugno, quando socialisti e comunisti erano tutti sconfitti, il suo nome restò l'unica bundiera dela democrazia. Chi vuol farsi una idea de11e ire, dei furori destati da ·Proudhon ' legga nel J/ on iteur la seduta nella q:ua]e propose e ~ostenne un progetto di unica imposta sulla rendita. ' La sua teoria poteva essere emendata, la forma iperbolica ne rende 1a inevitabile il rigetto. e accorderemo, se si vuole che M. Thiers incaricato di confutarlo avesse ragione nè di ciò si tratta; n1a le invettive, le interruzioni, le villanie dei suoj colleghi appena si possono credere, leggendole nel resoconto autentico. L'uno lo accusava di brigantaggio, l'altro di sedizione ; l\tI. Senard_. ministro dell'interno. scendeva fino a chian1arlo un vile; una congrega di 1nascalzoni riunita per insultarP. :un uomo che tranquillamente del resto continuava il suo dire, non av1 ~bbe potuto dare lo spet.. ia<.:olodi più ignobi1e disennatezza; gli oratori a forza di sdep;ni fini vano per rendersi a -:,i.. cenda impossibile la parola. L'ordine del gi, )r.. no che respinse il progetto lo accusò di vioi·tre odiosa1nente la morale pubblica e di dison,·):."a.., re la rivoluzione di febbraio. e riunì 672 v0ti contro l'unico voto di Greppo . Se tale era l' Assen1blea s'indovina quale dovesse essere 1 l pubh'1 c0. I giornali, la carica,.. . tura. il teatr(, ne facevano un mostro i1npossi--. uile, un bevitore di sangue nn insensato col ' tabarro ross0 il c0ltello nelle inani, l'occhio ' truct, insomma. viYeva in un'atmosfera sl av-i~ da di ce,luunie. che conversando nei luoghi pubblici i suoi ,\1nici la chiamavano Pé-jé dal .. le sue jniziali, per evit,are il suo nome, che subito destava la curiosità di uno scandalo. Una polP,11icna sostf:~nuta dai giornali, sulle vertenze de1 mo1neni,o, di 1nezzo a jnfiniti det .. tagli che mu.tavano di valore da un giorno a.11'altro, non si lascia f acìlmente compendiare. 1 fatti, le persone, j problemi. il soccorso da,to ag1i amici, le repliche inflitte ai nemici. i ministri denunziati, le vittime colpite, tutto do-- vrebbe essere ricostituito cogli avvenimenti, settimana per settimana, se si volesse spiegare C'Omet~luni articoli dj Pé-.i é fossero ti rati forSt a 100.000 sopie. E poi a che gioverebbe di sopere come Proudhon fosse un 1nomento con

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