Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

260 l'ENSIE.RO E VOLO~~TP ..'. della rivoluzione. E priina della Derouin v'era stata un'altra donna, Flora Tristan, che nel 1843 a Parigi nel suo libro LJ Uni on Ou'V,riere protponeva una lega universale di tutte le società operaie. In questi appunti storici, del resto molto so111rnari del Labriola troviamo d'interessante I l'accenno al contrasto fra Marx e l\1azzini, al prin10 sorgere dell'Internazionale, quando anche il secondo aderiva per breve n1on1ento .alla celebre associazione. Trattandosi di •elaborare un indirizzo agli operai ,di tutto il mondo, ·(< Nlazzjni .avrebbe voluto inserirvi il uoto progra1nn1a con alquanta fraseologia socialistica, e stabilire una forn1a centrahzzata con grandi poteri in 1nano ai capi; 1nentre Marx trovava che una sin1ile forma non corrispondeva al gran n un1ero delle società operaie e alla differenza delle condizioni economiche. Bioognava contentarsi di un lega1ne federale e rispettare le autononiie locali, [)Oichè non si .trattava di creare un n1ovimento, ma <li unificare e congiungere il 1novimento di classe già esU;,tente nei singoli paesi; ma sparpag1iata1nen te ». Caratteristico: non è vero? .A.ll'inizio 1\1 arx, che presentiva forse l'autoritaris1no di l\1 Iazzini, sosteneva contro di questi quel feclera]ismo e quelle autono1nie locali nell'Internazionale, che piu tardi do,·evano sostenere, contro di lui e per con1battere l'autonitaris1no sno, i suoi antagonisti Bakunin e Guillaume ! Il grave difetto di Labriola, quando parla . dei dissensi tra l\1arx e Bakufiin, è di fonòarsi esclusiva111e11tc sul f,a1noso libello di Marx ed Engels: « L' i\lleanza della De111ocrazia socialista e 1' Associazione Internazionale dei lavoratori>>. - di cui orn1ai è nota tutta l'ingiu- . stizia a base di calunnie e di n1enzogne. Socialisti noti· e di superioire intelletto co111e Bernsteiu, Jaurès, l\'.Iichels ed .altri, ne rico110bbero in seguito la infondatezza. L.abriola, basandosi sopra un docun1ento così equivoco, fa tutto un pasticcio intorno a questo periodo della storia clell'Internazionale; vi [)arla di sci o1 peri sciagu nl ti, di agenti provoca tori, di delitti nnarchici; di pazzie alleanziste, cli intrjghi, cli vane rivolte, •cli bo111be, e chi più 11e ha più ne 111etta t tT11'u1ti111a ccusa è che gli anarchici, essendo in 1nolti paesi ri111asti padroni del can1po, avrebbero contril)uito a rendervi .più 111oderati i partiti socialistici r! ! lVf a, a <lir vero, non 1neraviglia che Labriola fosse così proclive ad accettare per oro colato tntte le diffa111azioni 1narxiste contro gli anarBibliotecaGino Bianco c1de i, u 11 1 ) o' p e 1 su o stI.J i rito acre e p et te go 1o e perchè .a11cllcJuì {pur essendo stato un te1npo 1110t1o a111ico ,dell'anarchico I)ietro Calcagno) era un fegatoso 111angianarchici. Io e qualche altro studente dell'Università di Iioma· ci bisticcian11110 aspran1ente, un giorno, pei corri-· doi della Sapienza, col prof. Labriola per aver eg]j ripetute nella lezione precedente (forse la 111cdesi1na riassunta negli aippunti ora ritl_)ubblicati) queste ed altre .peggiori affern1azioni calu1111jose contro gli anarchici. Eglj aveva, ripeto, j] grave torto di non conoscere gli anarchici e l'anarchisn10 che a traverso i li-· belli ,dei nostri peggiori -nen1ici. Il Dal Pane non avrebbe. fatto 111ale, egli che cita più volte la storia dell'Internazionale di James Guil .. laun1e, ove la verità dei fatti è ristabilita scrupolosamente, ad avvertire i letto1i di qualcnn,o dei più gravi errori di fatto in cui è caduto il Labriola ,per soverchio spirito settario. Notato ciò per obiettivo an1ore di verità e, naturaln1ente, senz'alcun on1bra di rancore che sarebbe ridicolo a circa 25 anni di distanza, torniamo a ripetere che questo libro resta interessarite per lo studioso. Nell'ultitna 1 parte si parla del cattolicesimo e della cle111ocrazia cnistiana, che negli ulti111i a,nni del Labriola, faceva molto !Parlare di sè Il giudizio del Labriola iè 111olto giusto, e potrebbe attagliarsi benissin10 al più recente ed ora boccheggiante Partito PorJolare. Purtroppo il libro si arresta proprio n1entre nelle nl ti111e righe il La brio la accenna alla tesi più generale se l.a religione sia o no un fatto per111a11ente e un bisogno u1nano reale, se sia o no superabile. ,Ma ,per un 1 problen1a così vasto le poche parole che seguono, con cui finisce il libro, sono •del tutto insufficienti e· . potrebbero ingenerare degli equivoci. Pri111a di finire vorrei 111uovere una domanda al :Dal Pane. Egli, in una nota, in cui dà un elenco dei rapa1resentanti al Congresso de11' Internazionale di Losanna del 1867, facendo il 110111e-dei due rappresentanti. italiani. Ga5ipare Stan1pa per ~1:ilano e il 111archese 'ria nari per llolog,na e Bazzano, ~1ggiunge far parentesi e in corsivo : niente di socialistico. Perchè? ne .e ben sicuro? Iocredo che sarebbe molto interessante sincerarsi se e fino a che punto questi due patriotti ed ex cospiratori ma.lziniani e garibaldinian i s.ii avvicinarono alla Internaziona-· le non soltanto per caso od equivoco, ma 1 per una vera e propria· loro tendenzialit~ì socialistica. L. FABBRl.

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