Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

,. PENSIERO E \TOLONTA' 253 tempo il loro va,ntaggio persona.le. Ma la loro campagna, per quanto sia dolce e salutare pei vecchi stanchi delle lotte della vita amanti ' del riposo, pare un luogo troppo calmo per i giovani ardenti, che hanno bisogno della pratiea delle eose, della rude esperienza del desti- . no dei conflitti che formano il carattere e che ' r.ermettoho di conoscere gli uomini. Essi se ne vanno via gaiamente a « mangiare un po' dì vacca arrabbiata », felici al postutto di sapere che se la miseria li perseguiterà troppo, po .. tranno tornare presso i loro vecchi amici a re .. spirare l'aria pura e· a mangiare sin che han f a1ne e ritrovare le loro dolci parole di tene, rezza. In realtà, quelli dei nostri compagni che sono ancora sedotti dall'idea di ritirarsi dal mondo in qualche paradiso chiuso conti~uano ' ; a- soffrire dell'illusione che gli anarchici costituiscano un ~< partito » al di fuori della società. Questo non è affatto vero. Noi mettiamo la nostra gioia, la nostra passione a pratieare quello che a noi sembra egùalit.ario e giusto, non solo verso i nostri compagni, ma. anche verso tutti gli altri uomini. L'umanità è ben altrimenti grande che l'anarchia nel suo ideale· più elevato. Quante cose ignorate ancora ci saranno rivelate dallo studio più approfondì, to della natura dailo slancio solidale verso ' tutti gli altri uomini, con tutti gli infelici che hanno subìto come noi l'influenza dell'ambiente incoerPnte, a cui noi vogliamo r~nde1·6 la sua forina ar•moriica ! Nel nostro piano d'esistenza e di lotta, non è la piccola cappella ~ei compagni che ci interessa, è il mondo in, tero. La nostra ambizione è di conquistare alla verità tutta la terra. con amici e nemici, anche quelli che da un'educazione funesta, da tutto l'atavismo delle caste_ e dal veleno delle chiese sono stati aizzati contro la verità come degli anmali da preda. ELISEO RECLUS. (Giornale Le.~ Tempes N ouveaux, di Pari~ · gi - Anno VI, n. 11 del 7 luglio 1900). Uibrri tTieevati MAX NETTLAU: « [/nser Bakun,in ». Illustrierte Erinnerungsblaetter zum 50. Todestag van Michael Bakunin - 1926 Verlag Der Syndicalist Fritz Kater, Berlin O 34. ·ote a Gino Bianco Ilvalosroeciadlell'attualism ·La filosofia ufficiale in Italia è stata, in questo scorcio di storia, f3 rimane ancora l'attua11Rmo proclamato da Giovanni Gentile. E da q nesta filcsofìa si è tentato ricavare la giusti1icazione teorica del metodo e della pratica uel fascisn10. E' legittlmo tale connubi0? Sembrerà un paradosso, ma è un fatto n1contestabile : l' a.ttualismo, logican1ente svi lu-~- pato, non può anunettere, sul terreno morale e sociale, altra soluzione che non sia quella anarchica. Nè di,mostrarlo è difficile. Non intendo con questo prendere le dìfP,se dell'attualismo. Me ne guarderei bene. Per il 1nio modesto parere tutte le filosofie, la filosofia in generale, non è pensiero, ma devia7.ione dal pensiero, e consta di due momenti :• quello dell'allontanamento dal ·pensiero concreto e del naufragio nell'illusione (trascendentalismo) e quello del riconoscimento dell'illusione e del 1·itorno al pensiero concreto (empirismo). Ma tutta via, anche così intesa, la filosofia è una realtà sociale e non la si può negare. Giova anzi sempre rivederla ogni tanto. se non altro a titolo di curiosiità, per riconoscerne la moda del giorno, e a scanso di . nostalgie. L' attualisruo non è che uno degli sviluppi della filosofia di Hege1. Pos·ta la distinzione fondamentale tra materia e spirito (distinzione da accettarsi non· senza il beneficio dell'inventario), Hegel si è dom~ndato : donde viene questat materia.7 o ha· risposto : la realtà prima e assoluta è lo spirito (quello che più imme• diatamente si sente), dunque ogni altra re.~1iltà gli è subordinata e lo presuppone, e pe~ciò la materia non pui> venire da altro che dallo spi. rito ; nello stesso modo co11ne altri, con ragio, namento a11alogo e non. meno, apparentemen. te, inappuntabile, hanno detto : la materia è la realtà imponente e irriducibile, e perciò la realtà prima, dunque lo . spirito non può veni re F!he dalla materia. Sono modi entrambi di naufragare, perchè sulla 'sponda della realtà concreta non c'è nè spirito nè n1ateria, ci sono soltanto corpi reali più o meno dotati di vitalità e ricchi di funzioni, e non altro : la materia, lo spirito, sono entrambi e allo stesso titolo delle entità astratte, e se un problema di conoscenza filosofica c'è è proprio e<l unicamente quello di sapere donde derivino e co.. me si formino queste astrazioni, e per qnnJj ragioni e fino a che punto es•se assumano e

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