Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

252 Pr~NSIERO E vo·LONTA' Ma poichè noi non pensiamo a ritirarci dal mondo per fondare qualche nuova Città del Sole abitata soltanto dagli eletti, certamente nel corso della nostra lotta secolare cont:r~ogli oppressori di ogni categoria, avremo più volte occasione di raggrupparci temporaneamente secondo il sistema nuovo di rispetto reciproco e di co1npleta uguaglianza. Le stesse peripezie della lotta ci raggrupperanno spesso per forza e, in questo caso, è impossibile che le nostre società non si costituiscano ·conformemente al nostro ideale comune. Posso citare corne esempio la « comune di Montreuil » (1) e n1olte altre esperienze che sono 'tali da inc-0raggiarci molto. L'imprevisto non può 1nanca.r d'aiutarci per far nascere nuove occasioni, e, grazie alla forza collettiva crescente dataci dal numero, dall'iniziativa, dalla presenza di spirito, dalla nitida comprensione delle cose e grazie anche ·alla penetrazione graduale delle nostre idee nel mo:r:ido nemico, noi vedren10 realizzarsi sempre più fre_ quentemente opere d'ogni genere, scuoJe, socie .. tà. lavori in comune, che ci avvìcineranno alrideale sognato.' Bisognerebbe esser ciechi per non vedere il lavorìo sotterraneo che si compie .1 in senso libertario, in ogni famiglia, in ogni gruppo, legale o spontaneo di individui. D'altra parte noi riconosciamo volentieri che fino ad ora quasi tutti i tentativi pratici :fatti colla mj ra di forrnare colonie anarchiche in Francia, in Russia, negli Stati -Uniti, nel Messico, nel Brasile, hanno costituito un insuccesso. come la C(air,ière dì Descàves e Donnay. Poteva avvenire altrimenti quando le istituzoni vigenti al di fuori, unione e paternità legale. subordinazione della donna, proprietà , individuale. compra e vendita, uso del aenaro, erano penetrate nella colonia come del cattivo seme in un campo di grano? Sos.tenute dallo entusiasmo di qualcuno e dal1a beltà. stessa del Pi.dea informatrice. queste intraprese hanno potuto durare· qualche tempo, malgrado· il ve- . leno che le corrodeva; ma a lungo andare gli (1) Associa:d0ne di inutuo a.iuto, che prese il nome della località in cui fu costituita, di un gruppo di anarchici, i quali av~vano messa su nel 1892-93 una officina. in comune, dove veniva.no a lavorare nei momenti d'ozio e gli_ oggetti prodotti doveva.no essere a disposizione loro e dei compagni e amici che n'avessero bisogno. Avevano anche preso, un campicello per coltivarvi ortaggi da distribuirsi gratuitamente; avevano in programma la creazione d'una biblioteca d'una scuola pei loro figli, eoc. ed in.fine speravano di poter emanciparsi dal ca.pitale lavorando per conto proprio su basi eomuniste. Ma le repressioni governa\ive in Francia clel l&M mandarono all'aria tutto e dispersero i membri del gruppo. (Notizie p.tese dal libro " L' Anarchie ,, di Jean Grave). BibliotecaGino Bianco elen1enti ·di_. disgregazione dovevano compiere l'operat loro e tutto s.arebbe affondato in virtù del proprio peso, anche senza che ·nessuna violenza distruttirce fosse esercitata. dal di fuori. Qua.nd' anche i disorganizzatori indrodotti dai nostri due scrittori nella Clairiè1·e l'ub.. ' briacone, ii ladro, il pigro, lo scettico, l' adultero, il 111ercante, il denuncia.tore, non avessero fatto parte della comunità, io avrei ugual1nente predetta la rovina della (.-Olonia a·opo un periodo più o meno lungo di decadenza e di. languore. Non ci si isola impunemente; l'albe1·0 che si trapianta e che si inette sotto vetro corre gran rischio di rimanere senza il succhio vitale; ora, l'essere umano è molto più sensi-- bile della pianta alla clausura. La clausura tracciata attorno a lui dai limiti della colonia non può che essergli 1nortale. Egli si abitua, al suo stretto ambiente e, da cittadino del , . mondo, si rimpicciolisce gradata1nente fino alle semplici dimensioni di un proprietario; le preoccupazioni dell'affare collettivo che amruì,. nistra restringono il suo orizzonte e a lungo andare, egli diviene un banale guadagnatore di danaro. Nel periodo in cui anche i rivoluzionari si trovavano chiusi nella cerchia della Chiesa cattolica, si videro spesso monaci, ri• be1li contro il mondo degli oppressori uscirne ' clamorosamente per darsi al lavoro e partecipare :fraternamente alle miserie del popolo; ma è stata regola· generale ed assoluta che i monasteri fondati da questi fanatici della giu stizia e della verità, non conservarono mai lo zelo che li animava in principio e finirono sempre col non. albergare più che dei parassiti come gli altri chiostri. Dunque non bisogna a nessun costo rinchiudersi, bisogna restare nel vasto• mondo per riceverne tutti gli impulsi, per prender parte a tutte le sue vicende e riceverne tutti gli insegnamenti. Ritirarsi con degli amici fn qualche campagna per passeggiare e parlare delle cose eterne com~ i discepoli di Aristotile sarebbe ' in realtà un abbandonare la lotta e come dice ' Lucrezio, lasciare le ragioni stesse della vita per una parvenza di vita. I nostri amfci della <;Giovane Icaria » negli Stati Uniti dell'Ovest, sembrano averlo ben compreso. Eredi deL le. tradizioni con1uniste della vecchia !caria, questi compagni hanno fortunatamente impa. rato che i gelosi regola1nenti di un tempo e tutta la precedente logomachia di leggi e- di statuti non servono che a creare inimicizie e rivolte, e, divenuti anarchici, « fanno ciò che vogliono », vale a di re1 lavorano fraternan1en· te al bene comune, che rappresenta nello stesso

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==