Pensiero e Volontà - anno III - n. 11 - 1 luglio 1926

• PE.~SIERO E VOLONTA' 251 ---------- Insieme a queste tre lettere v; è, nello stes-- so mazzetto di let.tere presso l'autografoteca dri 1vlodena, un biglietto da visita col no111e stampato di Mr. Bakouni.ne da un lato, e dall'altro poche righe in francese per scu ... sarsi di non poter andare a passare la· serata presso' la signorina Assing, perchè occUJPato con un suo compatriotta di passaggio da Ro .. ma e che doveva partire l'indomani rnattinaJ Sem.pre entro la stessa cartella, che porta il nomé di « Bako'Unine Michele», alle tre Le coloni.e Poco tempo fa ebbi la fortuna di assistere alla rappresentazione della Clairiere (1) di f Luciano Descaves e Maurizio Donnay, e ne provai una gran gioia. Da molti anni non avevo provato una sin1ile soddisfazione a teatro e questa volta quel clie mi rendeva felice ' era più il pubblico che il dramma. Evidentemente gli spettatori, e non solo quelli del loggione ma di tutto il teatro, era,no profondamente commossi. 'futti guardavano con simpatia verso la Ctairière anarchica così differente, almeno nel sogno, dalle loro tane infette e dalle loro sca,tole insignificanti; tutti eleva,vano il loro spirito verso una società migliore e, più le parole che udivano erano alte e fier"~ meglio sembravano comprenderle. Essi si di, staccavano dai vecchi pregiudizi e· dalla loro a~tica morale; per qualche ora quei ho~ghesi, quei ben pasciuti quei paurosi abbandonavano . ' la loro anima di uomini del passato. Non devo fare la critica del dramma e non tengo affatto a notarne i meriti e le imper, fezìoni; parecchi con1pagni l'han già fatto con ~ molta sagacia e simpatia per gli autori. Non provo nessun bisogno d'analizzare sottilmente i miei piaceri; quel che m'interessa è il sog- ·getto in sè stesso che ci ha profondamente commossi. Questa terra pro1nessa di cui abbiamo visto sparire il miraggio, potremo vederla (1) La ,: Olairièr'e,, vuol dire letteralmente la :radura in mezzo ad nn bosco, e in senso figurato quindi un loogo so• litario in cui o'è più luce, più chiarore ohe in tutto l'ambiente circostante. Questo dramma di Desoaves e Donnay ebbe molto sùcoesso a Parigi nel 1900. Vi si mette in scana una colonia di anarchici comunisti, pieni di buona volontà e di entusiasmo, ma in mezzo ai quali si sviluppano germi di di.ssolazione fra i quali s'introducono dall' esterao ele- , . menti di di scordi a; e la colonia anarchica è costretta a sc10gliersi, benchè i suoi fondatori e i loro più convinti seguaci conservino tutto il loro entnsia.smo per l'idea e si ripromet• - tano di riuscir! meglio per un'altra volta. i lioe a Gi o Bianco SU1:"t1Ìportatee tra.dotte sono unite altte 46 lettere in lingua tedesca, tutte datate da Ber'9 lino dal 15 marzo 1843 .al 28 giugno 1858. n1a esse non sono di Bakunin. In quanto alle persone nominate nelle tre lettere di B. ci 1in1itian101a ricordare che Andrea Giannelli fu un repubblicano m:azzinia~ no antiparlamen.tare intransigente, restato inflessibihnente tale fino alla morte, avve-- nuta or son pochi anni nelJa più tarda vecchiezza a Firenze. anarchiche l'iapparire, più durevole quest'altra volta 1 In mezzo ad una società malvagia_ e così bizzarra1nente incoerent~, giungeremo a raggruppare i buoni in 1nicrocosmi distinti, che si costituiscano in falangi armoniche, come chiede:va Fourier, e che sappiano far coincidere la soddisfazione di tutti ·i loro piccoli interessi con l'interesse comune, e armonizzare le loro passioni in un insieme potente e pacifico nello stesso tempo, senza che nessuno dei componen .. ti la co1nunità possa averne a soffrire 1 In una parola, gli anarchici riusciranno a crearsi delle I carie al difuori dél ·mondo bor, · ghese 1 Non lo penso nè lo desidero. Senza -dubbio i nostri nen1ici ci consigliano volentieri a fuggire la società borghese 9!' a mettere P oceano tra loro e noi, e ci incoraggiano a fare delle nuove esperienze nel paese dell-'utopia, nella nobile speranza di sbarazzarsi di noi e di esporci al ridicolo <l'i nuovi insuccessi. E' stata anche fatta abbastanza seriamente la proposta di imbarcare tutti gli anarchici dichiarati per un' isola qualunque dell'Oceania, che si regalerebbe loro a condizione però che non tentino mai di uscirne e si adattino alla vista di un vascello da guerrt. coi cannoni puntati sul loro acoampa.inento ! IVlille grazie, benevoli concittadini! Accettia1no la vostra « Isola fortunata» ma a condizione di andarci quando ci piacerà, e intanto restiamo nel mondo ci vile e, pur facendo del tutto per evitare ]e vostre persecuzioni, continuere1110 la nostra l)ropaganda nei vostri laboratori, nelle vostl'e officine, nei vostri domini, nelle vostre caserme e nelle vostre scuole; proseguiremo la nostra opera dove il caJD1Po del nostro lavoro è più vasto, nelle grandi città e nelle can1pagne popolose.

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