Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 16 giugno 1926

PENSIERO E V·OLON'fA' ---- ---------------------------·-·-·- ·--- ------. tamen te ad un bisogno sociale e che sia possibile distrùggere realmente e permanentemente se non si sostituisce con qualche cosa che soddisfi n1eglio il bisogno che l'ha generata. Non mi domandate, diceva un compagno, che cosa sostituiremo al colera: questo è un n1ale, ed il male bisogna distruggerlo e non sostitui1·lo. E' vero, ma il guaio è che il colera perdura e ritorna se non si sostituiscono condizioni igieniche miglìo:ci a quelle che per, n1ettono il sorgere ed il propagarsi dell'infe, . z1 one. Il pane e una cosa necessaria, siamo d'accordo. :iVIala questione del pan& è più complessa d1 qµello che può sembrare a chi vi ve in un picco]o centro agricolo e magari produce egli stesso il grano necessario alla sua f ami .. glia. Fornire il pane a tutti è un problema che abbraccia tutta quanta l'organizzazione _sociale : il modo di possedere e di lavorare la terra, i n1ezzi di scambio i trasporti l'irn. , ' portazione del grano se quello che si produce nel paese è insufficiente, la distribuzione tra . i varii centri abitati e poscia tra i singoH consumatori; vale a dire irnplica le soluzioni da dare alle questioni della proprietà, del valore, della moneta, del con1n1ercio, ecc. Ogg1 la produzione e la distribuzione del pane si fa in n1odo che i lavora.tori restano sfruttati ed umiliati, i consun1atori vengono derubati, t' a spese dei produttori e dei consumatori prosper3. tutto un esercito di parassiti. Noj vogliamo invece che il pane si produca e si distribuisca per il n1aggior bene di tutti, sen~ za sciupio di :forze e di 1nateriale, senza oppressione di alcuno, senza parassitjsmi co11 ' giustizia, e con bontà; e dobbiamo cercare 11 modo di realizzare la nostra aspirazione o , quanto più è possibile, in un dato momento, di quella nostra aspi razione. I 11epoti faran .. no certamente megljo di noi; n1a noi dobhia. 1no fare come sappia1no e possian10 - e farlo subito, il giorno 8te~so della crisi, poichè se, per l'interruzione del servizio ferroviario, o le 1nanovrr dei padroni tnugnai ~ fornai, o l'0eculta1nento del prodotto, i grandi centrj venissero a 1nancare di pane ( e altre cose di prima necessità.) la rivoluzione sarebbe perdu~ ta e trionferebbe · 1a reazione, sotto forma di restaurazione, o sotto forma di dittatura. Distruggian10 i 1nonopod 1i; ol'tòt t,rolo. M~ i 1nonopolii. quando non sieno 9ueìli dei bot·- tonein i da camicia o del rossetto per le labbra di ce1·t~ signorine, i grossi rnonopoli (acqua, elettricità, carbone, trasport 1 di ter• ra e di 1nare, ccc.) rispondono· seu1pre ad u.t1 s·ibliotecaGino Bianco , serv1z10 pubblico necessario; e non si distrug. gono quei monopoli, o se ne produce il sollecito ritorno, se nell'atto stesso che si mandan via i monopolisti non s1 continua il servizio e, possibilmente, in 1nodo migliore di quello che avveniva sotto di loro. Bisogna abolire le galere, questi tetri luoghi di pena e di corruzione dove, mentre i de... tenuti gemono, i guardiani si fanno il cuor6 duro e diventano peggiori dei guardati: d'.ac_ cordo. Ma quando si scopre un sàtiro che stupra e strazia dei corpicini di povere bimbe> bisogna pur provvedere a metter lo in istato di non poter nuocere, se non si vuole ch'egli. faccia altre vittime e finisca poi coll'essere linciato dalla folla. Ci penseranno i futuri 't No, dobb_iamo pensarci noi, perchè questi fatti avvengono oggi. Nel futuro, speriamo, i progressi delia scienza ed il mutato ambiente 1!'7ciale avranno rese i1npossihili quelle mostruo-- sità. Distruggere i lupanari, questa tur1Je vergogna umana, vergogna più per chi ne r-;ta fuori che per le disgraziate ehe vi stanno dentro : certamente. Ma il lupanare si riformerà su- . bito, pubblico o clandestino, sempre che vi saranno donne che non trovano lavoro adatto e vita conveniente. Quindi necessità di un'orga .. nizzazione del lavoro in cui vi sia posto per tutti, e un'organizzazione del consumo in modo che tutti possano soddisfare i loro bisogni. Abolire il gendarme, quest'uomo che protegge con la forza tutti i privilegi ed è il simbolo vivente dello Stato• d'accordissimo l\ia . . per potere abolirlo permanentemente e non vPderlo rico1n1Jarire sotto altro nome ed altra uniforme, occ0rre saper vivere senza di esso. cioè senza violenze, senza sopraffazioni, senza ingiu~tizie, senza privilegi. Abolire l'ignoranza: d'accordo. !vla evidentemente bisogna prima istruire ed educare, e prima ancora creare <!ondjzion1 sociali, che pern1ettan 0 a tutti di profittare dell'educazione e dell'istruzione. « Lasciare ai nepoti una terra senz3; privilegi, senza chiese, senza tribunali. senza lupanari, .senza caser1ne, senza ignoranza, senza stolide paure ». Sì. questo è il nostro· sogno e per realizzare questo sogno noi combattiarno. Ma questo significa lasciar Joro una nuova organizzazione sociale, nuove e migliori condizioni 1norali e materiali. Non s1 può sgom~ herare i] terreno e lasciarlo nudo, se su di esso debbono vivere degli uomini: non si può di .. struggere il male seuza so8tituirvi il hene, o almeno qualche cosa che sia 1neno n1ale. •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==