Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 16 giugno 1926

218 PENSIERO E VOL01'fTA, minazione. Di ciò abbiamo visto una manifestazione anche nel recente sciopero in-= glese. Il così detto crumiraggio che aumentava ogni giorno aveva, intendiamoci, mo1te Hltre determinanti economiche, ,politiche, occasion~li, ecc., ma accanto ad esse non eser- <.:itava una in,fluenza minore questo spirito · da servi, da u?mini che si sentono minorenni, che sono a disagio se non c'è gente che pensa e decide per loro e li guida, sia pure col bastone del policemen. Eppure f'Inghilter.ra passa iper essere il [)aese dove lo spirito -di indipendenza personale ,di libertà indi \·iduale, è più svilu,ppato ,nel mondo! * * * So che un editore amico sta per ripubblicare, se non l'ha già fatto, il libricino sulla « Servitù volontaria >> del La Boetie. In pieno secolo ventesimo la lettura di questo gioiello letterario del Rinascimento, benchè vecchio di quasi quattrocento anni, potrà illuminare parecchio le menti su11'::.rgomento che qui c'interessa. Lo 5ipirito di soggezione e di servili.smo si manifesta, naturalmente, n1olto di .più, quasi direi in modo anormale e patologico, nei periodi di depressione morale, ch·e seguono le grandi crisi sociali, sia economiche che po- ' litiche, le gr.andi guerre, le rivoluzioni abòrtite, ecc. La miseria che fiacca le energie e fa prevalere i bisogni materiali su quelli 5ipirituali, le persecuzioni e le coercizioni politiche che esasperano le coscienze già libere· ma impediscono che la coscienza di libertà si diffo_nda, la stanchezza generale che segue certi rivolgimenti e diventa nei più stanchezza nervosa -e mentale, ecco altrettanti fattori materiali e morali dello Sipirito di rinuncia e di sotto1nissione cieca. E' <lessa la depressione spirituale che caratterizzò il primo Medio Evo, che il Carducci scolpì in versi magistrali nell'ode Alle fonti del Clitunno. Roma più non trionfava, quando torme di. schiavi volontari fecero un deserto dei caIIljpi de1 lavoro umano e dei clivi memori d'impero, e, n1aledicenti .alle opre della vita e dell'amore ,discesero ebbri ' . di dissolvimento nelle città e supplicarono a Dio di essere abbietti. Gli è che l'urnanità era stanca ,a m·orirne, esangue e fiaccata fino a11'esaurimento da secoli di guerre, invasioni, distruzioni e stragi che si succedevano la una all'altra, senza concedere si può dire un giorno di respiro ai popoli sottoposti a quella specie di martellamento di dolore e di morte. ~n proporzioni per fortuna quasi sem.pre miBìblioteca Gino Bianco nori, con altri caratteri, con manifestazioni diverse, ad og.ni grande crisi sociale succede per solito un periodo di servilis1no : così nella Grecia antica dopo le guerre del Peloponneso, così in Roma dopo la guerra civile finita con la sconfitta dei Gracchi e 1Più ancora do.po le guerre civili dal tempo di Silla fino al1a disfatta di Bruto a. FilipiPi. Non altri1nenti con la fine del Rinasci111ento in Italia ' dopo le guerre e invasioni straniere del secolo X~I; non altrimenti, nel 1815, dopo gli enor1111salassi delle guerre Napoleoniche. Ci son dei mon1enti, insomma in cui nella . . ' storia, chvenuta pantano di fango e di sangue, le povere ranocchie umane conie nella . ' 1n1mortale favola di Esopo, chiedono a· Giove nn re e non si contentano di un re travicello n1a vogliono il re, il dittatore, l'imperator; dal pugno di ferro che le costringa con la forza, che le n1artorii anche, 1na in11 pedisca loro la fatica di pensare •con la propria testa che _rispar~i l?ro i! grande sforzo di gover: n~rs1 de se, d1 decidere da sè il proprio destino. ·Nella Bibbia, nella prima parte del libro di San1uele, v'è un capitolo pieno di significato, I 'VIII., in cui è descritta la fregola venuta agli Ebrei di avere un re. Essi supplicano Sa1nuele che ne cerchi uno: « costituisci saipra noi un re che ci giudichi come hanno tutte le altre nazioni· e la cosa dis.pi,acque a Sa111uele, ed egli fece orazione al Signore ». l)io risponde, con1e persona seccatissima: « Va bene! nGn si accontenta110 di avere 1ne con1e re e ne vogliono uno in carne ed ossa? Contentali e se ne pentiranno! » Allora Sa111uele cere.a di perst1a{lere gli Ilbrei a restar liberi : « Badate ! il· re piglierà i vostri figliuoli per aggiogarli al suo carro, per arare 1 suoi camll)i e fabbrioare le sue armi ed ar11esi; egli piglierà le vostre figliuole; piglierà a11chc i vostri campi, le vostre vigne, i vostri 111igliori uliveti, ,per donarli ai suoi servitori· , torrà -le decime, per pagare i suoi uffiziali; vi strapperà i vostri asini, le vostre gregge, e voi sarete dei servi. Allora griderete contro il· re che avrete voluto, rna sarà troppo tardi. « Ma gli Ebrei insistono e Samuele u12ge re Saulle, giovane e bel]o, il più bello e il più alto fra i figliouoli d'Jsraele, e ]o presenta al popolo che pieno d'allegrezza grida: viva il · re ! Ma più tardi le previsioni di Samuele si· avverano, é 11erfino Iddio si pente d'aver -lasciato elegg.ere re Sattlle (1). (1) In questo episodio biblico si rivela anohe Ja gelosia <lel!e caste eacer~o~a.li ebrai~he, alleate bensì ma sempre rivali del potere c1v1le. I. f.

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