Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 16 giugno 1926

• PENSIERO E VO~ONTA' Quante volte si è ripetuto attraverso fa sto- nella loro atonia, essi insorgono furibondi ria questo episodio, senza neppure il conforto contro ogni ,pensiero ed ogni critica, e ·chie· pei popoli di avere .per dominatore « il più dono come i dom,enicani del SeicPnto, che il. nello e più alto di tutti » come Saulle ! braccio secolare li liberi dal fastidioso ,pungolo Quante volte le ranocchie umane, vogliose di di chi cerca di svegliare dal torpore 11loro cer., un dittatore, e malcontente della !Prima testa vello. 1Cosi impongono intorno a sè il silenzi<>. di legno loro donata da Giove, si sono viste .,. Sarebbe erroneo il credere che un fenom-eno· 111andare dal nu111e irato un feroce serpente _di questo genere possa, al prjn10 mutamento che ]e sterminò e divorò! n1ateriale della scena politica, cessare come * * * Era ,prevedibile che, dopo l'enorme guerra del 1914-18, l'umanità e più specialmente la Europa· (assoggettata ad uno sforzo indescri- • vibile, a perdite spaventose di sangue, di vite e· di sostanze, a una tensione nervosa e ad una deformazione spirituale senza percedenti) cadesse in una specie di collasso, di cui tutti i germi patogeni avrebbero profittato per dar l'assalto all'organismo non più robusto della civiltà. Era JPrevedibile; e noi l'abbiamo preveduto fino in certi più caratteristici partico-- lari, in quelle -pole111iche disperate ed estenuanti che sostenemmo, dal 1914 al 1918, con tutti gli intervenisti e i partigiQni della guerra n fondo, fra cui contavan10 purtroppo anche degli a111icicarissimi. · Uno dei danni, e non dei meno gravi, che prevedevano era appunto la ripresa, la rinascita dello 5ipirito di servitù e di rinuncia. Un suo lato è il ritorno. alla Chiesa di molta parte di popolazioni, che se n'erano distaccate o erano di fr,onte a lei nella posizione di indifferenti. l\1a non è desso il lato peggiore, al- , 111eno11101nentanean1ente. Più grave mi sembra il fenomeno più proprian1ente politico, di · coloro .che rinunciano v·olontariamente, o per lo meno non si curano che loro siano strappate, tutte le libertà ,parziali, per quanto anodine ed aleatorie esse fossero, che erano state acquisite attraverso due secoli circa di pensiero e d'azione in tutta Europa. C'è della ge1ite che si rifiuta di -pensare, di discutere, di ragionare, anche se non è id iota· -e aspetta che· le idee le siano an11na11 it e belle e pronte da un'autorità superiore, e in tnancanza d'altro ritira fuori ]e içlee più ammuffite e puerili del passato -e le accetta I t>et· buo11~. Peggio -ancora t accetta come idee delle vecchie frasi fatte senza significato, delle parole vuote di senso, delle stravaganze insulse, perfino dei gridi inarticolati e <lei gesti ! E poichè, se vi sono. di quelli cht~ per sistono a pensare col loro cervello e ad esercitare il loro spirito- critico, il pensiero e la critica di costoro li sconcerta, tt11"hae ferisce liot e ino Bianco -per un colpo di bacchetta magica. Lo spirito deleterio che abbiamo denunciato si travesth·à in altre forme, servirà ad interessi op[>osti agli odier-ni, ma rimarrà -e continuerà a · ,produrre i· suoi malefici effetti fin che non sia stato vinto o ridotto ai minimi ·tern1i11i. Una prova anticipata di ciò l'abbia1no nel fatto che tale fenomeno si manifesta non soltanto in mezzo a coloro che noi siamo soliti relegare tr.a i nemici della libertà e del .proletariato, ma anche tra elementi a· noi assai vicini. che se ne dicono e credono sinceramente gli amici. 1 Certo successo delle ten- ' <lenze più autoritarie e -delle idee e n1etodi dittatoriali tra i rivoluzion,ari del socialisn10 è l'indice appariscente del fenomeno cli cui . . c1 occupiamo. Persino alcuni anarchici non sono esenti del tutto da questa mancanza del senso di libertà, - mancanza che, n1entre da un lato si rivela nella inso_fferenza delle altrui opinioni e in metodi pole111ici ingiuriosi verso gli stessi compagni, d'altra parte ha una sua manifestazione negativa nell'inerzia in cui 1nolti cadono quando altri non li ecciti e sproni energicamen!e. Io sono stato 11101to in11 pressionato, per esempio, da un fatto particolare che ho visto da vicino. Un n1io a1nico, giovane intelligente ed attivo anarchico finchè le circostanze pern1isero lo svolgersi d'una attività anarchica pubblica ed organizzata, non . aippena cessò su lui l'influenza di questa ed ogni con1pag110 dovette cercare in- sè lo spirito d'iniziativa ed i1 fulcro della l{)ròpria attività, cadde nell'inerzia più com.pleta e di li a poco entrò nel Partito Comunista. Appena qnivi, fu ripreso da un'attività febbrile, divenne uno dei più energici esecutori degli òrc1ini clcll'esecutivo del suo partito, e vi" guadagnò tante perse- ·cuzioni quante non se ne era 111aimeritate con1e anarchico ! Natnraln1ente questo ed altri fatti consi1ni1i si debbono non a nna- sola causa ma a rnoltc e con11 p1esse. ì\lia nel fatto che ho ci-· tnto non si pnò negare che una delle cause, e · .. non delle meno importanti, sia stato lo spirito •

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