Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 2. ed. - 16 giugno 1926

230 PENISIERO E VOLONTA, lavorare per' un padrone, trae dall'illegalismo i mezzi di :vivere e d'emanciparsi, paga prin1a o poi con la prigione, il bagno o la morte 'Violenta la parte ch'egli rappresenta: constatazione da cua. si deduce la conclusione che, dal punto di vista individuale? l'illegalismo lungi dal ,permettere all'individuo ' . di cc vivere la sua vita », lo conduce quasi sempre al sacrificio di questa. · 2. - Quasi sempre inoltre l'illegalista, anche se anarchico, scivola a .poco a II)OCO snl facile pendìo che lo conduc-e a imborghesirsi e a trasformarsi lentamente in urn parassita. 3. - Il compagno che vive ,dell'illegalismo è iposto in condizione di rinunciare ad ogni propaganda attiva; si allontana a lu·ngo andare dal lavoro produttivo, di ·cui si disgusta, finchè arriva, non producen-do più egli stesso, a dover vivere dello sfruttamento del lavoro altrui, caratteristica .per dir cosi classica del regime capitalistico. . . A questo !Punto la dichiarazione fa delle riserve, per spiegare in quali casi l'illegalismo può essere ammissibile, ·e cita in proposito fatti e nomi dell'anarchismo francese e italiano del 1892-94 e dell'anarchismo russo del 1905-06, la cui caratteristica princi[)ale fu il disinteresse e 1,abnegaz.ione. Inoltre avverte che le considerazioni suddette non sono fatte in omaggio alla morale ed alla mentalità borghese, che gli anarchici respingono perchè compr-esi d'una morale diversa e d'una ,diversa onestà; quella cioè che ispira alla classe· operaia i1 sentimento della sua emanc~pazione, all'individuo il senso della dignità, ,per giungere alla organizzazione libera del lavoro umano, in urna società fraterna, in. cui l'illegalismo non avrà più al-· cuna ragione d'essere. ·Molte altre considerazioni seguono (che lasciamo da ,parte per 1 bervità e per forza <lelle circostanze) a quelle suesiposte che abbiamo cercato di riassumere nel modo ,più chiaro e conciso possibile. Lurar BERT lNI: La ragione di un cam., biamento. - (Le Réveil, Ginevra, n. 60 del 17 aprile 1926). L' A. spiega perchè il giornale, da lui .compilato e redatto da ben 26 anni, invece di chian1àrsi « comunista - anarchico» si chiamò all'inizio « socialista - anarchico » e à giorni cambierà di nuovo, nomandosi semplicemente « anarchico )). Come si sia sciupata 1a parola « socialista>) Biblioteca Gino Bianco. .. ohe una ;olta in quasi tutti i paesi lati 1 11i era sinonimo di anarchico, tutti sanno. Il giornale adottò il nome. di « comunista )), che conservava a,ncora un senso. molto preciso, poichè nessun !Partito parlamentare lo accettava; neppure quello di Lena.n che si chian1ava ancora socialdemocratico. Ma venne ·10. rivoluzione russa, e i bol-- scevichi andati pl potere, che avevano costituito fino allora il partito socialdemocratico russo, non solo han voluto chiamarsi partito con1u11ista, ma hanno imposto a tutti . gli altri partiti socialisti loro seguaci delle altre nazioni di prendere lo stesso nome. Ed oggi per il grosso del publ;>lico, comunista significa sopratutto bolscevico, partigiano delforn1a da. governo adottata in Russia, benchè i dittatori 1 bolscevichi abbiano più volte dichi.ara to che qYello applicato da loro non è comu1 nismo, ,e ciò che era stato chiamato così non era altro che una specie di cc comunismo di guerra>) della specie di quello cui eran ricorsi più o meno tutti gli stati belligeranti. Ma disgraziatamente la stampa di tutto il mondo si ostina a chiamarli comuni~ti e rnoi, continuando a chiamarci con lo stesso nome ci sia1110più volte visti rimproverare ciò che fa o che non fa la dittatura russa. Meglio dunque rinunciare al nome di comunisti, pur rimanendo IPartigiani d'una vera 1 ~ro1 prietà c0:- muine e non statale. A dir vero Proudhon e Bakunin ,nelle loro opere han sen1pre combattuto il comunismo, perchè prima di loro questo s'era affermato solo come dottrina autoritaria: e autoritarie erano state le teorie comuniste del Campanella, Meslier, Bris.sot de Warwille, Babeuf, ecc. Ma non è con ciò meno vero che noi restiamo sempre partigiani di una « comunanza dei beni » applicata non solo ai mezzi di produzione ma anche agli oggetti di consutno. E ciò, contrarjamente a tutti i socialdemocratici che sono in reaffà dei collettivisti, bencbè continuino a prof essa re un vero culto. ,per il Ma1nifesto comunista di Marx ed Engels. Nessuno ha cercato di esporre che cosa potrebbe essere il comunismo marxista. Sorel si pose perfino la questione di saipere e< se Marx fosse realmente comunista»; e A~turo Labriola afferma, esaminando il famoso Manifesto, che Marx dice bene ciò che il co1nu1 nismo non sarà, .non ciò che esso sarà. Checchè avvenga, noi ci tenian10 a ri:pe~ ber,e e-be restiamo partigiani dl'una conn1-

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