Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 2. ed. - 16 giugno 1926

I PE-~SIERO E VOLONTA' ----- ---------- più feroci ed altri amori più brutali e bestiali. . « I Conquistatori » 13000 i vincitori del gior no; e queste quattrocento e più pagine ci danno il primo romanzo storico italiano del dopo guerra, in cui la guerra con lo straniero però costituisce uno sfondo già lontano e quas. 1 obliato. L'ambiente in cui si svolge l'azione è la Lomellina delle risaie, dal proletariato più chiassoso che ardente, più impulsivo che attivo. con una borghesia rurale tenace, ruvida .. e forte; forte sopratutto per l'energia accumulata nella conquista della terra e del privilegio, mentre la mi~eria di ieri non è scomparsa ancora dalla sua mente. Le passioni di costoro. che difendono una ricchezza. appena a.cquist~ ta e per la quale temono assai più del ragionevole, sono d'una _sincerità e violenza che at terriscono, e spiegano tante cose assai pii1 dj mille ragionamenti degli ecpnomisti e dei sociologi. N aturalmeJ1te la politica e la lotta delle cia8 si hanno una larga parte nello svolgimentc dei fatti. Molti dei fatti narrati, evidentemen te, sono veri, realmente accaduti o di poco ciiversi ; e forse parecchi personaggi del roman zo sono persone vi ve che in Lomellina debbono esserP. ben note. Io questo non potrei affer· marlo con assoluta sicurezza, perchè ignaro completamente dell'ambiente; ma lo a~guisco daJ complesso del libro, dalla vivezza con cu~ certi tipi sono presentati, chè solo avendoli CO· nosciuti si pos~on descrivere così, e da queJ• ]'on. Egiato. in cui anche i meno pratici e pii 1 lontani riconoscono facilmente un noto ex depu tr.ito socialista .... Non mancano qua e là, nel volume, spunti polemici. con cui l'autore interviene diretta-- mente a spiegare e interpretare i fatti, a de-. durne considerazioni. ~toriche, sociali e morali; ma questo non supera affatto i limiti consen~ titi d&l ~ere letterario di cui si serve. AJ contrario egli n'è assai parco; e quel che è piiù efficaee invece, anche da questo punto di vi~ta, è il racc.onto dei fatti, l'intreccio delle passioni. la descrizione dei varii ambienti : da tutto ciò il lettore deriva spontaneamente ·e da f,è l'inseg-namento storico che l'autore forse voleva farne _scaturire, le considerazioni snciaH e morali più suggestive, le conclusioni logichP e storiche più ardite. Di questo romanzo, come dicevo in principio. si è parlato e si parla poco, oggi; ma i~ son certo che se parlerà molto in .seguito, ,., gli italiani ne saranno grati a chi lo ha scritto. LlTTGT FABBRI . ib ioteca Gin • 1anco Rivista delle Riviste Arturo Labriola: IL CONCETTO DELLA LIBERTÀ NELLA FILOSOFIA DI K. M.ARX - (Critica Sociale di Milano • n. 5 e 6 del 1 e del 16 marzo 1926. In questo lungo articolo l' A. si pone il que-- sito del perchè. non ostante sia dimostrato elle i regimi più liberali vanno congiunti ad un maggior benessere economico indivianale e collettivo al contrario dei regimi · dispotici, pure questi prosperano e i primi trovano tan. ta difficoltà a reggersi. Secondo Labriola, ne Ila dottrina di Marx v'è la soluzione di tale quesito. Secondo Marx la libertà è naturalmente limitata dalla necessità della produzione. L' operaio non è libero, nel senso d'esser padrone delle sue azioni e di poter le regolare diretta~ mente o indirettamente. in quanto il mecca,. nismo della produzione è in mano d'altri, cioè del capitalista, da cui dipende strettamente. . . Nella fabbrica comunista. dove imprenditori e produttori sarebbero una cosa sola, cesse- · rebbe invece la dipendenza del lavoratore; questi sarebbe libero. in quanto sarebbe lui, insieme a1 suoi compagni, a stabilire il piana di lavoro da seguire. Si tratterebbe ·però di una libertà. soggettiva, non tecnica; d'una li• be-rtà derivante dal :fatto d' aver cosciente• mente accettato la disciplina necessaria nella fabbrica, non dall' assenza di questa discì- • plina. • L'ambiente proprio della libertà è, secondo l' A., quello che sta fuori della fabbrica, della· azienda produttiva della vita economica. La ' economia è necessità; soltanto l'etica e la politica sono Hhertà. D'altra parte la politica non è che l' etictt colletti va, delle relazioni fra gli uomini; nella sua zona si eff~ttua la li-- bertà, ed è nel suo ambiente che si può ricercare. Nel sistema marxista sono concepibili tre gradi delle relazioni politiche, due statali ed una che presuppone superato l'organismo st~· tale. I due primi consistono nello Stato par-- ticolarista o di casta, che subordina tutta la società agli interessi. opinioni, culto, ecc. della casta dominante; e nello Stato neutraliz .. zato, che è in sostanza lo Stato politico, borghese, libera.le. Il terzo grado consisfe nella associazione politica che non è più Stato, cio~ l'organizzazione amministrativa senza carat,. • • •

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