Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

'-.198 PENSIERO E VOLONTA' scenza peeorile ~ c1eca1nentt:: egoistica del «eia .. ,scun per sè -.e Dio per tutti». l\!Ia da sola, lo abbia1no sperin1entato dolorosamente, la co- ' scienza classista è insufficiente eù è ancora di un ordine inferiore di :fronte alla coscienza uma.na, l)er la stessa ragione che le classi separate e nemiche non sono l'umanità ma qualc0sa d'inferiore a questa. La classe proletaria .soggetta~ ha perfettamente ragione di volersi liberare dal suo stato di soggezione e di unirsj e combattere a tale scopo ma non è affatto nè diventa per ciò solo una classe suneriore. Essa può essere peggiore o migliore della classe borghese. - ed è migliore infatti man mano che acquista coscienza di sè, - ma la dif fe1·enza è di gradi. non di sostanza : in sostanza le due classi. o meglio gli individui delle due classi, pa.rtecipano della stessa natura di uo1n1n1, e quindi degli stessi difetti e qualità, che a parità di condizioni si rivelano allo stesso modo. l\!Iandate al potere i proletari, ed il loro don1inio si rivelerà nefando, «borghese», come qualsiasi altro. Borghesia e proletariato. categorie rese inferiorj dalla loro stessa divisione (in quanto la posizione di classe dominànte e quella d1 classe dominata sono per ragioni diverse ambedue den1oralizzanti). non possono salire ad un grado superiore che sbarazzandosi e libe1·andosi delle loro inferiori qualità di classe, per assurgere alla qualità superiore comune di umanità libera. Come ciò possa avvenire, in considerazione che nj una classe privilegiata abdica mai volontariamente al proprio dominio, è questione da vedersi a parte; ma per il fa,tto so1Jra enunciato certo è che i proletari non hanno. per il siolo f <1,ttoche son tali, hes- ~una virtà innata speciale. I proletari, :finchè la propaganda e l'educa- ~ione delle lor idee e sentimenti non li elevano alla superior~ dignità <li uomini, non ne fanno cioè degli esseri sénzienti e pensanti liberamentP-. coscienti e già spiritualmente eman cipati. - finchè cioè restano esclusivamente dei proletari an~he intellettualmente e moralmente, - non differiscono dai borghesi che per le condizioni. mR>teriali. Ma la loro mentalità, lo loro idee. i Jor0 desideri sono in gran parte, più o meno tendenzialmente, determinati dall'influenza della r lassP dominante o di quella parte di Questa (la piccofa borghesia) che è pii1 a contatto coi proletari. Per conseguenza ·1a generalità dei proletari, - escluse le piccole minoranze che sono state già conquistate da una di versa propaganda, - hanno in gran 11arte delle tendenze e delle BibliotecaGinoBianco idee borghesi o piccolo-borghesi. Essi, se non sono degli apati passivi, desiderano bensì uscire di soggezione, non essel' più diseredati, ma non concepiscono ciò t,e non con l'idea di diventare a; loro volta dei padroni e dei privilegiati o magari <lei parassiti. Ed in queste tendenze è in germe un grave pericolo per qualsiasi rivoluzione futura, in quanto la men talità di classe che ne scaturisce all'inizio non è in sostanza che una mentalità borghese rovesciata. Questa dannosa mentalità genera oggidì il successo 1nomentaneo e superficiale dei partiti autoritari di masse e quindi~ nell'ambito dei' partiti socialisti. anche del partito comunista statale. Il quale non chia1na i proletari a superare questa loro mentalità borghese ma vuol semplicemente servirsene di strumento. -Per lo meno esso incoraggia .quei lati speciali di tale mentalità, - proprio quelli che, secondo ·il loro linguaggio, si potrebbero chiamare piccolo-borghesi. - che s'inquadrano nella clas- ~e, alimentando nel proletariato il desiderio di diventare «classe dominante» e quindi quel lo di assoggettare, a sua volta, per rivalsa e rappresaglia i dominatori passati. e di sfruttare gli ex sfruttatori. Tutto ciò può anche accan1pa rsi con in transigenza rivoluzionaria contro l'attuale mondo borghese, ma non esce dal suo tipo di ordinamento sociale non ·ten-· , de e non può riuscj re, in una parola, a spezzare il cerchio del sistema borghese. * * * Nel corso di questo rapido esame delle ideologia socialista autoritaria, e più specialmente comunista dittatoriale, ho adottato nei limiti del ragionevole lo stesso linguaggio di quest'ultimo, per restare più ch'è possibile sul suo stesso terreno e non correre il rischio di di vagare troppo. Ma prima di :finire debbo aggi~nger_e, ripetere anzi. specie quando si tratta di ideologie, che queste espressioni di «idee borghesi», o «piccolo-borghesi» vanno prese in senso assai relativo P, col dovuto granellin di sale. Si trat- ' ta di. espressioni in realtà molto vagh.e, in eui può star tutto e nulla, il bene e it male, ~ nella misura che si vuole. Esse vanno intese 4.tdunque per il significato specifico che loro danno 'quelli che le adoperano. - e da parte nostra così ci siamo regolat.i. quando abbiamo discusso le ideP- di coloro che di tale terminologia, marxista o pseudo marxista che sia, usano ed abusano. Chè se poi dovessimo stare al significato

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