Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

PENSIERO E VOLONTA· 197 han fatta per cinquant'anni, dal punto di vista della libertà u1nana e della emancipaz;ione proletaria. ai regimi rappresentativi della, democrazia P- del liberalismo borghese vale an-. che per il regime rappresentativo e dittatoriale ohe si fregerà del nome del socialismo r del proletariato. Ridotto alla sua più semplice espressione il programma che si propone il comuni.smo dittatoriale è questo: « aderite al nostro partito, aiutatelo a conquistare il potere, e quando i capi del partito saranno al governo faranno essi la legge e per mezzo della autorità e della, forza attueranno il comunismo». Ora, levate da questo discorso la parola ,e comunismo>), - r la si può levare, perchè i comunisti sfuggono sempre dal da11 le un significato pratico e preciso, - e metteteci le parole «bene del popolo», «riforma sociale», o qualcos'altro di simile, ed avrete lo stesso discorso che facevano j democratici borghesi alla vigilia delle rivo- ]uziQni del secolo passato, - lo stesso discorso che fanno oggi quei partiti democratici e socialdemocratici che i comunisti battezzano come «piccolo-borghesi». La logica delle cose ammaestra che come è , avvenuto in tutte le rivoluzioni in cui i rivoluzionari sono andati al potere, i capi del comunisn10 arrivati al J;(overno diventertt.nno gli esponenti di una nuova classe dirigente, - p:robabilmente costituita dal partito vincitore <'he sarà sempre una minoranza in mezzo al resto della popolazione, oppure da una sua éZ,ite più fortunata o avveduta, - e la nuova. classe dirigente col suo nuovo governo, prolet.ario di nome. don1inerà di fatto politicamente ed economicamente sulla mag~ioranza del paese. o restata proletaria (come ho detto sopra) o diventataci attraverso la rivoluzione. Di cambiato vi sarà che governanti e privilegiati saranno una parte di ex proletari, i SO·• cialisti e comunisti di un tem.po, diriegnti ecc i quali saranno la «borghesia» di domani. Ma il socialismo o il comunismo sarà ancora di là da venire e la vera « rivoluzione sociale » ancora da fare. Io so bene che i comunisti di Stato non si propongono tutto ciò, e chiedono di potere a un certo punto arrestare tale svolgimento logico per dare agli avvenimenti un corso divrrso. Essi attribuiscono alla loro conquista del potere una funzione transitoria e di pre-- parazione. dopo di cui sarà 'possibile attuare l'e.guàglianza, eliminare ogni division_e ·di classe, rendere superflua e quindi abolire ogni dominazione politica. Ma anche questa è Bibl' t~ca -Gino Bianco un'altra illusione: una volta messo il loro treno su quel binario e per quella direzione non sarà pih possibile, a loro, da dentro il treno, <.an1biare per giungere ad altra destinazione in direzione completamente opposta. Solo una nuova rivoluzione, vale a dire una forza che fermi il treno dal di fuori e lo faccia tornare indietro. potrà correggere l'inutile e dannoso errore iniziale e fargli raggiungere la, mèta della giustizia e della libertà per tutti. * ~ *· Epp~re in questa illusione, che i socia.listi dittato1"iali accarezzano in sè stessi e negli altri, che si possa giungere alla liberazione attraverso una, diminuzione anzichè ad un accrescimento di libertà, consiste uno dei più forti moti vi del loro successo materiale immediato. Tale illusione fa sì che il partito comunista . . ' spec1al111ente nei paesi in cui j 1 despotismo C'apitalistico e statale è più inesorabile, acquisti tra i proletari assai più aderenti di un partito rivoluzionario di libertà, come l' anarchico. Anzitµtto v' è la ragione contingente, per cui ogni eccesso in un senso eccita all'eccesso in sens" opposto; le sofferenze fanno desider·are, più ancora delle realizzazioni ideali la ' fine delle sofferenze stesse ad ogni costo; e superalimentano ed esasperano il desiderio di rivincita con tutti i mezzi. Si è inoltre p·orta~ ti a credere che i mezzi con cui i nemici hanno vinto possano giovare a vincer li. Non di rado siamo portati ad imitare coloro contro i quali combattiamo; e la mentalità di una parte si comunica, carne pe1 epidelllia, :'..lla parte avversa, come in certe guerre di un tempo, un esercito s'infettava dello stesso contagio che devastava il campo nemico. Non ai"' trimenti dei proletari, oppressi da una data tirannide. sperano di liberarsi per mezzo di una tirannide opposta. .b;ssi restano sempre nell'orbita cii unn, mentalità autoritaria e bor-- ghese. E questo si spiega_ ed è a sua volta una spiegazione di più e più generale. del fatto per cui i partiti socialisti autoritari (anche se rivoluzionari) hanno maggiori consensi dei partiti libertarii fra quella parte di proleta ... riato. ed è la maggioranza purtroppo, che a.ncora non è stata conauistata da una fede superiore. da un'idea di liberazione universale ed umana. I proletari, pressi nella loro generalità, giungono abbastanza presto ad acquistare una coscienza di classe. Questo è già un passo avanti, un progresso non disprezzabile sulla acquieI

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