Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

• e col crescente aumento della delicatezza e delle forze sottili dello spirito. Questo freddo e secco riassunto non può, lo capisco, che dare una pallida idea dell'ardore latente in questo lavoro. della sua forza di convinzione, di tutto ciò che vi si respira di sano, di onesto, di luminoso. Non so se tocca a me il saperlo. quel che i filosofi di professione potran ri~proverare alla dialettica dell' au t,1re. Io bado solo al valore umano del lavoro; ed è incontestabile che in esso v'è una spiegazione· plausibile e razionale dell'evoluzione basata su fatti certi e che . , per1nette le più alte e inebbrianti eperanze. Dinanzi al ben triste spettacolo che il mondo offre ai nostri occhi oggidì. noi saremmo tentati di lasciarci prendere daTlo scoraggia• 213 mento, e credere che l'uomo regredisca e r1 cada nell'animalità primitiva. Ma Paul Gille col suo robusto e tranquillo ottimismo, ci obbliga a guardare più in alto e più lontano. Crediamo anche noi che il mercatilismo, ora trionfante, sparirà un giorno come già è scom parso il cannibalismo. Lo sforzo dei saggi non sarà vano e riuscirà ad educare l'uomo. Non sarà domani 1 Può darsi ! Noi non vedremo questa età dell'oro 1 Che importa ! Ma noi siamo sicuri che altri la vedranno e che il nostro sforzo personale avrà affrettato un pò • per quanto poco sia, quel momento fortunato. Paul Gille ci restituisce la fede nella morale nmana, non più derivata da un dogmatismo gi~ fallito. ma scaturente dalle sorgenti profonde ed irresistibilj dell'Istinto. G~ORGES REN.OY. - Le nostre pagine di -coltura Abbiamo pensato di aggiungere una rubrica fissa, nella nostra rivista, alla consueta collaborazione di carattere politico e sociologico: la quale rubrica dovrebbe risponde re un po' più alla promessa che f acen1mo all'inizio dèlle nostre pubblicazioni, quando chiamammo que .. 8ta !)-Ostra modesta tribuna di battaglie ideali rivista non solo di studi sociali ma anche « di coltura generale ». P erchè non abbiamo che poco e saltuarian1ente mantenuta la promessa che a1lora faeemmo è inutile dire: la passione di parte è stata ed. è ancora del resto, più forte d'ogni nostro p1 ogetto culturale che se 1e circostanze non se ne fossero immischiate, forse neppure oggi pensermmo alla col tura e ancora seinpre continueremn10 a ... peccare in ciascuna delle nostre ventiquattro pagine, come pel passato. ì\ia pare che siano venuti i tempi della penitenza; e infatti nessuno può immaginare che razza dL... purgatorio sia il redigere un foglio come il nostro che, accampato in teoria contro tutto e contro tutti, dovrebbe dire più dègli altri e gridare più forte di tu tti; e invece, manco a farlo apposta, non riesce in pi·atica a dire tranquillamente neppure tante cose che ad altri, qui e altrove, sono concesse. Pazi~nza !... Non è nella nostra natura il lamentarci, ed anzi se ci prendesse vaghezza .. d1 .ragionare, potremmo · anche sostenere che iblioeca Gino Bia·nc tutto ciò sta sul1a più diritta logica delle cose. Ma lasciamo andare .... Dicevamo dunque e,he, a nostra mortificazio, ne, le circostanze ci hanno richiamato a quella promessa di coltura generale che facevamo pin di due anni fa. « Non tutto il male viene per nuocere, adunque ! >> - ci sussurrerebbe all'orec0hio in aria canzonatoria qualche maligno, non precisamente amico nostro- Ma noi noJ degneremo di risposta e... andiamo avanti. I lettori, che si sono accorti come la nostra rivista viene qualche volta sequestrata, avranno notato che per ragioni tecniche, postali, ecc. siamo costretti a dare alla seconda edizionr. del nostro fascicolo· il numero d'ordine successivo, sicchè, per· esempio, mentre fino ad oggi sono usciti solo cinque nu1neri della rivi- . 8ta del 1926, il presente porta nientemeno che il numero 9 ! Di qui la necessità per noi, per non turlupinare troppo i lettori, di fare in 1nodo che se la prima edizione di un numero • non esée. in col uine, possa almeno uscire indi, sturbata la seconda e non si sia costretti, come. la volta passata a· farne una terza ... Co1ne cavarsela? E' a questo punto che dob biamo fare una seconda confessione : che a noi n1anca del tutto il dono dell'abilità, del tatto.• del saper fare. E ci avviene che, sequestrato un numero. per rifare la successiva edizione scriviamo e diamo alle stampe altra roba che... pecca pii1 della precedente. <'< P,ezo el tacon del buso ! », dicono i veneziani; e allora bjso-

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