Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

I 212 PENSIERO E VOLONTA' _____ :__ _ ___:_ _____________________________________ _ l'infinita realtà; trionfo dell'individualismo e del «ciascun per sè»; apologia filosofica del1' arbìtrario, ed infine ritorno ad una menta- . lità animale ». ll pragmatismo ci nega la facoltà di astrarre. in cui precisamente consiste la nostra dignità. Esso e l'antitesi del vero Onanismo che proclama e riconosce l'impersonalità della Rap;ione e la sua. validità univer-- sale, condizione sine q1.ta no1-i della umanizzazione della vita. . Tutto il pensiero, tutta la vita mentale ha -per fondamento l'astrazione. Il pragmatismo, che riduce la verità allo stato di convenienza subiettiva e provvisoria, è assurdo e contro nar tura. Ma non è meno da condannarsi il Bergsonismo, che contesta la capacità e il valore su- })eriore della Ragione. Certo, f'intuizione compie una funzione considerevole: quello dello ~mbrione in rapporto all'organismo perfetto. Pure. essa non è che una fase dell'intellezione. {l Bergson ne fa una op_erazione autonoma e di carattere intellettuale, ciò che è assurdo: egli misconosce -così le operazioni della ragione incosciente, che si svolgono nelle profonqità della nostra vita psichica. In realtà il cervello umano, forzata1nente in '1r1nonia con la natura di cui fa parte, prende una conoscenza sempre più perfetta della realtà obietti va. Il soggetto si adatta a poco a poc<., a.11o' ggetto. Il concreto è l'alimento della co- ·~oscenza e le astrazioni la nutrono, le forniscono la sostanza e gli elementi. costitutivi. 0osì si crea progress1vamente l' intelligenza della· quale iJ linguaggio articolato è l' organo, la ragione- che nel tempo stesso analizza e coordina. In tal modo noi arriviamo, attra- 'lrerso la coordinazione delle astrazioni, alla e;oscienza dell'universale; noi siamo indotti a \ 'lUesta disciplina intellettuale senza di cui non v'è volontà efficace e non vi sono risultati sicuri. Un diritto nuovo viene alla luce. un nuovo ordine di cose si annuncia. Sarà l' An-archia ,·azionale esattamerite l'antitesi dell'anarchia 1ndi vi dualista e particolarista in seno della quale noi vegetiamo. _L'autore :fra l'altro riprova certi atti che vengono detti o creduti «anarchici» vale a ' dire quei gesti di violenza per la violenza che non escono dalla norma della .vita attuale e non hanno nulla di comune· con l'anarchia razionale e serena di cui egli annuncia l' avvento. La ragione u1nana, dalle u~ili origi:qi, ma Bibliotec-aGino Bianco sempre pi:ù sperimentata, proclama la dignità umana cioè il diritto innato di ogni u@mo ' allo sviluppo integrale e normale della sua natura intera. Questo diritto comporta, s'intende, 11 rispetto scrupoloso della personalità altrui. * * * Nella terza parte P aul Gille esamina come si giungera all'integrazione umana. Anzitutto è necessaria l'autono1nia. sbarazzata di tutte le finzioni metafisiche, di tutte le illusioni nefaste come quella della causalità assoluta, l'illus'ione autoritaria. l'illusione del libero arbitrio. Ogni entita metafisica deve sparire: lo statalismo come l'individualis1no. A .quest0 punto l'autore fa una critica serrata del potere eeonomico e del suo strumento, il sistemo monetario, l'esistenza del quale genera il mercantilismo e tutte le sue derivazioni. Ma l'autonomia, una volta raggiunta im- ' t:.'lica uno stato morale e psichico che occorre precisare. Non si tratta dell'autonomia assoluta di Kant, spoglia dj ogni sentimento simpatico o altruista. ciò cho di' fatto non esiste. Qui si tratta di una padronanza dì·. sè lontana da ogni feticismo, che suppone una disciplina interiore che respinge ogni tirannide sia -di dentro che di fuori. L'energia increata dell' essere viventP. basta a trionfare dell' influenza dell'ambiente e ad assicurare uno sviluppo della. lucidità, del sapere, della conoscenza ~cientifiea del mondo. e così pure la. liberazione progressiva da ogni assolutismo. Su questa autonomia così precisàta s'innesta immediatamente la socialità, determinata dal fenomeno della vita. Dove. c'è vita c'è socialità. Tale è il fondamento psichico e naturale dell_a. morale umana. La socialità è la manifestazione della -doppia tendenza umana: jntensificarsi e prolungarsi. Essa è una virt,tt nel senso etimologico della parola. e ci conduce alla «politessen, vale a dire al saper vi- ,rere in società. Così, dal fondo stesso della natura_ umana scaturisce spontaneamente un incomprensibile bisogno di accordo e di armonia_ contrappeso alla passività meccanica che sta in fondo ad ogni dottrina statalista (compresa il marxis1no) con1e in fondo ad ogni dinamismo metae. ~~ CO I~• .L • Il Gille mostra poi come da questo nuovo stato psichico nascerà una. concezione più. umana della Giustizia ; e infine come si affertnerà il ccRe~no umano» con la diminu~ìpne della brutalità e della _grossolanità originale

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