Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

210 PENSIERO E VOLO-NTA' 1narzo (1871) egli continuò il suo servizio al-- l'ospedale e quando i Versagliesi avanzarono dentro Parigi fucilando anche i dottori, come 1ioiselin, egli, Pietro Ardon, aveva avuto ap .. pena il tempo di correre ad abbracciare la rnoglie ed il figlio pri1na di ritirarsi verso ij <;1111itero di JJère Lacllaise e la strada Haxo, <love gli uìtimi co1nunardi resistettero coraggiosamente fino alla morte. In uno stretto vicolo che sbocca nella strada Aberkampf si udiva sempre più vicino il crepitìo delle n1itragliatrici, e la signora Ardon volendo vedere quello che avveniva alì'entrata del vicolo uscì fuori della porta. Fu vista da un ufficiale il quale gridò: « Su, ec- <:o una petroliera», e la signora Ardon fu irnmediatamente addossata al muro e fucilata ' e cadde a. terra cadavere, Il ragazzo si butto sul corpo della madre, ma s'accorse subito che e~sa era morta: allora tirò nel portone i cari rrsti di sua madre e ·decise di ritrovare suo 1~adre per riferirgli quel che era avvenuto. Quantunque si udiva vicino il rimbombo dei <;annoni ed il fuoco dei fucili, egli corse su per la via Abe-rk·ipf verso 11 cimitero, fern1andosi ad ogni barricata per guardare se suo padre fosse tra i n1orti o i feriti. Andò così di harricata in barricata fino all'angolo della via David d' Augers dove :fu riconosciuto -da un'amica di sua madre. Questa buona donna gli _dette del pane e voleva trattenerlo con lei. ma il ragazzo voleva vedere suo padre ed entrò nel parco. Subito dopo udì d"ei gemiti, vi accorse e vide due soldati della Guardia .;I\J azjonale che, feriti, erano venuti là a posarsi. Essi gridRivano: « Acqua., acqua! » Il ragazzo p~ese il ke7J1 di uno dei feriti, corse gii1 al lago, riempì di acqua il kepi ed il suo berretto, ritornò in fretta verso il cespuglio ai cui piedi giacevano i feriti e dette loro da bere. Ma jntanto arrivava sul luogo un distaccamento di soldati, comandato da un ufficiale bretone. nobile, clericale, odiatore di ogni idea liberale e specialmente di Parigi. L'ufficiale vjde la ~eena ed esclamò: cc Ah, maledetto ragazzo, tu aiuti quella canaglia; tu la paghera.i ». Ordinò che i due feriti fossero posti all'entrata della galleria ed il ragazzo, innanzi a<l essi. Il ragazzo guardò intrepidamente i fucili puntati contro di lui e gridò :forte: « Viva · 1" Comune, viva la libertà». « Fucilate quelle bestie », gridò l'ufficiale, e n0i facemmo fuoco: noi, roichè io ero tra <inei soldati. Quando il ragazzo cadde io presi il suo beretto e lo misi in tasca. L'ho conBibJioteca Gino Bianco servato come una reliquia sacra. del piccolo eroe, colpevole di un atto di un1anità. Nel beretto :trovai· ricamato il nome del ragazzo. Quando i deportati tornarono dalla Nuova Calendonia, io vidi tra i nomi dei ritornati quello di Ardon e cercai il padre della vittima_ Gli dissi quel che era accaduto e quello eh~ la donna della strada David d' Augers mi aveva raccontato. Ogni anno ci ritroviam.o qui in questo giorno ... ma eccolo che viene ». Vidi un uomo curvo per il dolore pii.i. che per l'età; e m'inchinai profondamente innanlj al bravo deportato, marito di una vittima di ,r ersaglia e padre del piccolo eroe. GUSTAVO BROCHER. Unlailo!ol~i~aIla ~i1nità uman V i sono delle opere filosofi che, simili a certi romanzi interessanti, ben fa,tti, che si leggono con piacere 1na che sono già dimenticati dopo otto giorni, perchè non contengono nulla, , di profondo. di duraturo e di eterno. Ve ne sono altre che rivestono un carattere speciale, r fin dalle prime pagine :vi afferrano completamente e vi soggiogano. Si direbbe che esse erano necessarie, da tempo attese e che non se ne potrebbe fare a meno. Anche in letteratura esistono opere di questo genere; ed io penso, dicendo questo, a « lVIadama Bovary » del Flaubert ed ai cc Fiori del ma.le » del Baudelaire. Si è pubblicato or non è molto la Esquisse d'111,'ePJt,ilosovhie de la Dignité h!Wmaine di Paul Gille (1), professore all'Istituto degli Al 4 ti Studi di Bruxelles, un pensatore della inteUigenza più elevata e della più scrupolosa probità, la quale è un'opera per l'appunto eh!. presenta quel carattere di necessità. ~r,ra accennato. Vi si sente che l'autore l'ha a lungo elaborata e nutrita del suo sangue e della sua carne,· dandole il meglio di se stesso. Per fortuna poi il Gille non è soltanto un filosofo, ma anche uno scrittore preciso, chiaro, elegante, che traduce l'idea in modo da permettere a tutti, compresi i più profani, di assimilarsela senza sforzo, Queste buone qua.1 i_- tit rendono l'opera accessibile al gran pubblico. E va data lode al Gille di non aver adot- (1) La traduzione italiana è uscita in questi gforni. PAOLO Gn,LE: Abbozzo d'u:ua Filo8ofia della Digniià umana, Edit. (Ca.sa Editrice Sociale, Viale Monza 77 Milano). trad. di· L. Fabbri e prefazione di Saverio Merlino. - Lire 5.

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