Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

PE.~~IERO E V040NTA' 207 esser lo, in mala fede di fronte a questo ed· ai suoi amici politici, suscitando contro di ·sè antipatie violente e fra i rispe,ttivi partiti lotte interminabili spesso meschine e inconsulte. Il riconoscimento e la compr_ensione .della originaria sincerità del Se~rati non ci impediscono di vedere quale difetto ed errore gravissimi fossero insiti nei sui sistemi polemici di fronte agli avversari. E' bensì vero c:h'egli non vi metteva rancore od odio, ed an .. zi, mutate le circostanze,. per lo stesso bene della causa non avrebbe sdegnato di allearsi a chi pri1na aveva con tanta violenza tentato di demolire. Ma ciò non giovava quasi a nulla. perchè ormai ii male era fatto e l' onestà dell'intenzione o il mutamento di tattica non poteva più ripararlo. · Questo male era reso maggiore in Serrati dalla sua mentalità chiusamente marxistica, che non gli faceva tener suffieientemente conto dei sentimenti e gli faceva irridere, come a cosa vuota di senso, al valore spirituale delle idee di giustizia, di libertà, di fratellanza umana, di diritti, per non vedere in tutto il conflitto sociale che il solo ed unico cozzo degli interessi di due classi. In ciò egli era già bolscevico e leninista assai prima della rivoI uzione russa e del trionfo di Lenin. Del resto non bisogna tacere che la onestà personale spesso reagi va. in Serrati, contro il suo 8tei:;so settarismo. Ricordo ancora che, mentre viva era la polemica fra anarchici e bolscevichi a proposito della parte -rappresentata da Nestore Makhno nella rivoluzione russa, e questi era rappresentato dai comunisti dittatoriali come un brigante della contrQrivoluzione. G. M. Serrati mi scrisse una lettera per dirmi che io ero nel vero; che cioè Makho erH, un nemico dei bolscevichi, che questi avevano ragione di trattar lo da nemico e senza riguardi. ma che la bontà delle intenzioni rivoluzionarie di Makhno era indiscutibile. e riconosciuta da parecchi dei meqesimi governanti russi. La causa del proletariato e del socialismo ha avuto in Serrati un milite costante, disinteressato. fedelissimo. Tutti lo hanno riconoschito; nP- potrenuno misconoscerlo noi~ malgrado la persuasione nostra che al socialismo, vale a dir~ alla causa dell'emancipazione proletari a ed umana, non si possa andare coi metodi politici da lui patrocinati; e che anzi per le vie dell'autorità e della dit~atura, da lui prescelte, si vada verso sbocchi completamente opposti. Nè si può negare, malgrado tutto ciò ~he il Serrati abbia scritto, con , la sua inflessibile condotta dal 1914 al 1919, Bibliotec Gino Bia. co • una delle più belle pagine del socialismo italiano, per cui gli debbono gratitudine non soltanto gli aderenti· al suo partito politico, ma tutti coloro che attendono da un avvenire migliore una u1nanità pacificata 'finalmente nella « giustizia pia del lavoro ». Dopo no. Dopo il 1918 egli divenne impari al la missione sua. Alla direzione del quotidiano. socialista, :finita la guerra, ci voìeva un temperamento diverso dal suo, una mentalità più aperta, meno settaria e sopratutto meno fat.alistica e più volontaristica. Molti errori di quel periodo, scontati purtroppo assai duramente i-n seguito, nè l'aspra doglia è finita ancora, si debbono non a una sua colpa personale (questo si capisce) ma alla sua enorme incomprensione delle necessità del momento e dei fatti sociali, che si svolgevano sotto i nostri occhi. per molti dei quali egli :fu assai al disotto della immensa responsabilità che il suo partito gli aveva addossato. Noi anarchici ricordiamo ancora quando nel 1920, esauritosi il movimento dell'occupazione delle fabbriche, subito dopo l'arresto in ottobre di Malatesta, Borghi ed altri compagni nostri (che :fu il primo segno, il primo a,ssaggio de1la susseguente reazione antisocialista) in un convegno a Firenze G. M. Serrati si nppose aà ogni idea di resistenza e di protesta fatti va, chiamando l'arresto degli anarchici un episodio isolato o qualcosa di simile. Ahimè~ eh' esso era invece il prin10 anello . di una lunghissima catena ... Tutto ciò ormai appartiAne alla storia, ed io lo ricordo obiettivamente, senza alcuna intenzione d'ostilità, semplicemente per lumeg-- giare la figura di quest'ultimo scomparso dalla vita del mondo, che ha rappresentato negli avvenimenti italiani degli ultimi dodici anni una parte non indifferente. Sono fatti che dicono, assai meglio di qualsias~ analisi psicologic3i, quale fosse lo spirito, la mentalità e l'indirizzo politico del Serrati. - Delle ultime vicende di questi, della duplice scissione del partito socialista in cui prese tanta parte, del suo primo resistere alle pretese dittatoriali dei dirigenti della Terza Internazionale, della campagna denigratoria così · accanita contro di lui da parte dei capi comunisti di Mosca, della sua adesione incondizionata, infine, al partito comunista in cui ormai svolgeva una parte secondaria, non è troppo compito nostro d'occuparci. Ciò può avere molta importanza pel suo partito; ne ha assai meno per noi. Bisogna riconoscere però che l'ultimo suo •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==