Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

206 PENSIERO E VOLONT A' I innanzi alla .n1ente dti due disgraziati e di tutti quelli che li amano. lo spettro della sedia elettrica. · Noi non abbiamo parole - e del resto non ce le lasce'.rebbero dire - per esprimere convenjentemente il nostro dolorP. e la nostra indignazione. Abbiamo ricevuto una lettera scrittaci da Bartolomeo Vanzetti subito dopo che gli fu eomunicata la triste novella. E' una lettera di una semplicità sublime, G. La scolllJ)arsa di Serrati non è la scomparsa d'un uomo comune, di cui ci si possa dimenticare dopo ventiquattr'ore. Ha. sorpreso la sua morte improvvisa... Ma chi lo ha conosciuto. chi ~onobbe la sua passione, può anche spiegarsi poichè a un certo momento la pressione del sangue, sotto lo sti~ 1nolo del cervello e la. sponta del cuore, abbia spezzata in lui un'arteria vitale; lo può , spiegare, voglio dire, anche con ragioni non esclusivamente fisiologiche. piena di coraggio e di fede nell'iaeale, che è ' la causa vera del suo martirio. Ne estrajamo il passaggio seguente : ' « Non addolo1·arti 1Jer no,i; che 11e:,sun com- -pagno .r:;i spai:<"nti dPlla nostra, sorte,; continuate 1 a sa~nta battaflt1·a per una più vera giust1'zia, per la lib~rtà. Noi saprerno affrontare la n·ostra. sorte » Non vi è da disoerare nere umano finchè esso mini di tale tempra,. dell'avvenire del gepotrà ,,produrre uoE. M. i fra due sin1patizzanti, nelle linee generali', per . la stessa causa della umana emancipazione, - io anche allora non rappresentavo che me stesso e quell'incontro non ebbe alcun seguito, - i nostri di&corsi si svolsero liberi e reciprocan1ente fiduciosi, senza sottintesi, in una completa cordialità e familiarità. Ma--così soltanto di palo in frasca. da un argomento al1' a]tro, io potei 1neglio cogliere nel suo aspet ... to più saliente il carattere dell'uomo, che mi parve sintetizzarsi in due parole: un settario- . . . Ho conosciuto -di persona G. M. Serrati du- s1,ncer,Rsnno. rante la guerra, in un momento in cui egli si Contro Serrati io ero stato 111al prevenuto, accostò alquanto agli anarchici. Venne a tro- molti anni prima, da un'acre polemica tra la varmi. accompagna,to da un giornalista so- sua parte politica e la nostra, in cui egli da cialista che ora è passato al di là nel piccolo uno lato e un nostro carissi1no compagno dalvillaggio che allora m'ospitava; e passammo l'altro si erano furiosamente dilaniati; e se tutto un pomeriggio insieme a parlare delle in quella polemica potè esservi eccesso d'ammaggiori O minori probabilità di trarre dalle bo le parti, certo però il torto maggiore ed conseguenze della guerra un qualche utile per iniziale pra stato dalla parte di Serrati. Quella causa proletaria, e del lavoro che a tal la prevenzione ostile nel 1916 non c'era più, fine poteva avvicinare le due frazioµi più e da un pezzo sia per l'azione mitigatrice del combattivP. del socialismo di allora: i socjali- tempo, sia per-chè la parte simpatica assunta sti di sinistra e gli anarchici. coraggiosamente dal Serrati dal 1914 in poi Mi parve che, almeno in quel momento, e- ci aveva a lui avvicinati assai più che non gli non fosse molto tenero per la Confedera- ce ne allontanasse qualche ricordo del passato. zione del Lavoro, perchè le nostre critiche a Pure questo ricordo era sempre una nube che questa concordavano, e forse le sue erano più gettava qualche ombra sulla più recente soaspre delle mie. l\tia poi le nostre conclusioni lidarietà dei. sentimenti. divergevano; e i sentimenti che ci animavano - Parlando con Serrati, conoscendolo da vipiù volte erano in contrasto. Quello però che cino, altrimenti che attraverso le leggende e le in lui più m'impressionò fu la sua fermezia polemiche gjornalistiche, anche quell'ombra irriducibile, tetragona a tutti i sentimenti Rcomparve. Io capii perfettamente, in. quelle de1I'ora volgente, di ostilità alla guerra. Era poche ore di conversazione, il carattere delquello che più di tutto ci univa, sia pure con l'uomo e mi spiegai come, in tutta sincerità moventi psicologici diversi e con speranze di- e perfetta buona fede, - vale a dire credendo vergenti sugli sviluppi futuri. di far bene e di giovare ad una causa sacro-- Poichè quella. conversazione non aveva al- santa, -- egli potesse diventare ingiusto nel ~un scopo, fuori quello d'uno scambio di idee combattere un avversario ed appari re senza BibliotecaGino Bianco •

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