Pensiero e Volontà - anno III - n. 9 - 1 giugno 1926

PENSIERO E VOLONTA' 201 Russia non è un libro facile a leggersi; è piuttosto un libro da consultarsi. Si scorre ,·olentieri la lunga premessa che riassurr;ie e commenta quanto è dettagliatamente esposto nelle 250 pagine della relazione, pagine irte di cifre, di diagrammi e di fatti. In fondo al volume, però, e' è un dettagliato indice delle ,naterie che aiuta il lettore nella ri~erca di ciò che può interessar lo. Ecco ad esempio la voce Prigioni che mi manda a pagine 132-133'-134. Indubbiamente il regime carcerario bolscevico è molto più umano di quello che vige ·presso · certo nazioni. democratiche od imperiali di mia conscenza. Nelle pagine suace;enn~te, infatti leggo cose meravigliose. L'atrnosfe:ra d'una prigione rus8(}, - dice testualmente la relazione - è, oggi p1:1't, q1ulla di un'officina che quella di un carcere. I detenuti lavorano, guadagnano, godono di un certo confort e di una certa libertà, sono · sufficientemente nutriti, portano abiti civili, vengono chiamati col loro nome, possono fondare ed amministrare aziende cooperati ve per l'acquisto di derrate o d'altro. L'orario di lavoro è quello stabilito dai sindacati e il salario pure. Niente « facce feroci » per gli ambienti delle prigioni, i guardiani sono vestiti jn civile e non ostentano armi; uo~ini e donne lavorano in comune tanto che << in uno stabil1·m✓ento d ?° sartoria visitato dalla delegazion-e lavoravano ad ·wna medesima macchi- ·na u'n 'I.tomo ed una donna che erano marito e rnogl1·e ». Non è meraviglioso tutto ciò~ Ma la meraviglia si fa più grande quando si leggono frasi di questo genere : « J prigionieri politici forma no una categoria a parte. Essi n.<1n la11orano e -non ricevono salario. Quelli cbe e~p,ian0 pene di molti an;ni hanno celle s11eci·ali, arredate niolto con1. 1e.'Tl/1:entemente, e possono rice?Jere libri senza lim-itazione quanto a n1.vniero, ma la censura es<14n.inaquesti libri co·me pure le lettere che ricevono o che seri ... 1·ono. Eccettuati i casi in c'u,i la sentenza disPone diversamente, e8si possonv, in certe ore, trovar.ç 1: liberamente fra lo1 ro. Benchè nel più dei casi godano grandi: comodità, la lorfJ sorte è più dura di quella de1: · delinquenti· comwni. Pare che nel Cau,caso i prigionieri politici ~io.no trattat1; peggio che in Russia. La loro situazione lascia molto a desiderare, e si dice che essa· won sia molto diversa da qiiella dell'epoca zar_ista >?. A questo punto sarebbe opportuno un commento ma io non lo stendo perchè il lettore ' può. interpretare da sè i «pare» ed i «si dice» _cheinfiorano le frasi surriportate. E può anibli teca Gino Bianco che leggere fra le righe per avere i termini precisi della verità. Quella verità che fa dire che il regime carcerario bolscevico applicato contro i « delinquenti » politici è regime schiettamente borbonico, ma non socialistaPasso ad un'altra voce: « Stampa», pagine 119-122. Da quanto apprendo leggendo queste pagine, posso dire che il regime bolscevieo non è troppo tenero per la libertà di stampa. Ciò, si comprende, è in omaggio ai « diritti della rivoluzione ». Innanzi tutto per. esercire un'azienda tipografica bisogna ' ot~nere una speciale licenza dalle autorità. In secondo 1 uogo per pubblicare un libro od un opuscolo, bisogna sottoporre in antecedenza il manoscritto all'approvazione di una co1nmissione governati va. Senza tale approvazione non si può stampare nulla. Riguardo ' i giornali « un ispettore gove1•nativo dell'uffic'lro censura esamina le bozze di ogni num,e .. ro prrnna che passino in t1·vourafia », e tale ispettore « ha il diritto di vietare l_a pubbli ... razione di noti~ie che gli sembrino contrarie alle leggi dello Stato ». Inoltre « non sono permessi gli attacchi al Partiti) comuni- ~ta, e l'autorità del governo 'Vigente vieme sempre strettam,ente satvaguardata ». Come conclusione la relazione assicura che « non P-siste tu-ttora 11/1)(1, starn'[Xl, d' opposizione ». Di ciò sono pienamente persuaso anch'io. Eccomi ad una terza voce: « Industria», pagine 44 e seguenti. Leggo : « L'aspetto esterio1 e di Mosca e delle altre metropoli è quasi tl medesimo dell' anteguerra, soltanto ora sono r>i,ù pulite. I negozi sono aperti e si -i·ede di nuovo wna borghesia,~ la quale cond·uce la sua solita vi·ta d-i guadagni, prÌ1Jati e d1: divertimenti». Il lettore, a questo punto, chiederà una spiegazione o almeno si domanderà come mai, nella Russia so'cialista può vìvere una classe borghese che guadagna e si di verte. Nulla di straordinario. Conseguenza delle «concessioni». E cosa ·sono queste ·concessioni ? Permettete che · traduca in lingua. povera quanto abitualmente viene ·espresso in lingua difficile : le «concessioni» non sono altrù che le aziende (industriali o commerciali fa lo stesso) condotte col sistema delta rroprìetà, privata. Non persuade la mia spie-. gazione 1 Persuaderà l'articolo 55 del Codice civile bolscevico il quale dice: « Le gran<t1: imprese possono dii,entare possesso privato .t,oltanto in forza di concessioni ». E se anche ciò non dovesse p~rsuad,eire, si può leggere que .. sta frase maggiormente esplicativa: « Le concessioni, di solito, sono considerate come ri 8ul-

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