Pensiero e Volontà - anno III - n. 7 - 6 maggio 1926

' PENSIERO E VOLONTl\'· 165 il numero delle copie, la data, di . pu~bblica- I Libri . 210ne, ecc. ». Se si osservasse ohe e.on un ta~ regime e' è poco da stare. allegri, un funzionario holsce.:. vico avverte per bocca di Tormenti, che per i libri sc1entifici, artisti.ci e di studio si è « più larghi c,he è possibile ». Ma quanto è possihile non è preciisato ... Vero è che a un eerto punto l'a,ut_ore, o chi per lui ·si lascia sfuggire una promessa,. E' già qualche co- -sa. . . « Forse verrà un giorno, - dice lo stes- _so anonimo funzionario, di cui il Tormenti riferisce Ulna intervista~ - in c◄ui "\i i sarà piena libertà di puJbbli_cazlone... »· « Forse ven-à, un .giorno!... » V ',è in que· -ste parole tutta una involontaria ironia, che davvero impressione. « Fo.rse ! », ma non è cosa sicura ... Que~ giorno potrebbe anche non venir mai e, almeno secondo l'opinione di quel « competente » .bols~vico, non contradetto punto daJ. Tormenti, la libertà, di pensiero -·ess1 eire _{in re~ime comun~sta (soppressa per sempre 1 · Cib che ci spaventa e impressiona, si badi bene, non ,è soltanto nè sopratutto il fatto in sè di ciò ch'è avvenuto in Russia. Può darsi che qualche· riferiment? sia errato o .esagerato, che il fatto sia meno grave di què1! che appare,. che a distanza di due 01 tre anru vi siano- già stati dei miglioramenti. ·Eppoi un :rivotlgtimen~o nupvo pt>trebbe anche in pratica ,cambiare radicalmente le cose. Ino~- tre i fatti si svolgono troppo !!ontani da noi, in un ambiente sto~ico e psicologioo troppo poco a noi noto; e quindi troppi elementi di giudizio ci mane.ano per poter emettere un parere completo e definitivo. . ... J\1a la mentalità e psicologia fana,tica e dommatica che, come a.bbia.m visto, ~i Torma e aJ.imenta vicino a noi è un' pericolo anc.he ma.ggiore, in quanto tenB.e, pur se:r;tza volerlo ed· anzi volendo il contrario, a_ di- -struggere ogni speranz,a di vera liberazione e può suscitare assai più nemici che amici alla causa deJl!la integrale emancipazionE: umana. . LlTIGI FABBRI. A mate! Altro non v' ha di conforto d'esser -vissuti che· veder migliore a la vita salir l' iimanità. CAR,LO CALCATERRA · Bibl~otecaGino·s·ianco W. SoMBART: Il. capitalismo moderno . ' Vallecchi Editore,· Firenze, L. 20. E ' , . un ampia e protonda es.pos1zione stor1to sistematica della vita economìca di tutta l' Eu ropa dai suoi inizi fino all'età contemporanea. L' A. esamina il divenire del capitalismo che ' è per ]ui caratterizzato dallo spirito d'intraipresa. di conquista ne} campo economico. .[1 capitalismo sp~zza i confini. .di un'economia star tica. fondata sul soddi~f acimento dei bisogni: e crea l'economia che ha per molla il guada-- gno. Col capitalismo sorge lo Stato modern'-. lo Stato forza, lo Stato polizia, il quale, eser .. cit~ una grande influenza sullo sviluppo del ca.. pitalismo, con le sue nuove funzioni economiche. I mercanti .medievali non raggiun1:3ero la ricchezza con la propria attività industriale. , Le repubbliche marinare, specie Venezia, s.i arricchirono con lo sfruttamento dei Crociati ' il oui trasporto veniva a costare enormemente. 1 Fino al sec. XVIII la rapina fu uno dei prin cipali modi di formare il patrimonio. Il saccheggio dei paesi conqui~tati contribuì a crear<> il patrimonio borghese delle città medievali, sopratuttç, le 1narittime, e più tardi dei grandi Stati. Al saccheggio si deve gran parte del flusso d" oro e· d'argento entrato in Europa, dall' Oriente prima, e poi dall' .A.merica. Si aggiungano l'imposi~ione di tributi dei conquistatori nei pae~i conquistati e la pirateria, chf' arricchì l'Olançla e l'Inghilterra. I borghesi ge novesi e veneziani dei secoli XIII e XIV, j mercanti inglesi del secolo XVI ed in partf' ancora del secolo XVII, ci appaiono di volta in volta, come s?opritori, funzionari di Stato, pirati, capitani di nave, mercanti. Certe spedizioni. cc:me quel la tede~ca dei W elser nel Ve nezuela, non si sa se considerarle viaggi di scoperta, o imprese coloniali, o scorrerie· di pira, ti. o imprese commerciali. lT n' altra fonte del capitalismo fu il commercio forzato, cioè « quel procedimento per cui, coll'impiego dell'_a1:,tuz1a · o dell'autorità, vengono sottratti degli oggettj di valore ad una persona incapace di giudizio o priva di v.olontà, senza un pagamento e_- quivalente nella forma di uno scambio apparentemente volontario ». Questa forma coatta. o ingannevole pe1mise i profitti altissimi del commercio coloniale, in cuj i prezzi di vendit" sui mercati europei .seguitarono ad essere per tutti i secoli XVI, XVII e XVIII, almeno tre volte tanto dei prezzi d'acquisto nei paesi di

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