Pensiero e Volontà - anno III - n. 7 - 6 maggio 1926

PENSIERO E VOLONTA' 153 · vale più un asino vivo che un dottore morto. Potremmo citare migliaia di oasi per dimo, strare a Malate~ta che mai staremmo tanto isolati dalle masse quanto se ci mettessimo in un sindacato riformista, incorreggibile quantunque comprenda la maggioranza del proletariato organizzato. Potremmo invita:r Malate~ta a venir~ in Germania a fare propaganda anarchica nelle organizzazioni socialdemocratiche . perchè provi l'impossibilità materiale di alzar la voce in quell'ambiente. Tutti gli anarchie.i che io tentarono, o si convinsero del loro er~ rore o finirono col diventar burocratici e riformisti. Ed è naturale, perchè in un panta.no è difficile conservar la salute; e questa è una delle ragioni per cui non a-ndiamo nemmeno nel parlamento. A propo~ito di parlamento sill,- mo tentati di opporre a Malatesta quando parla di far propaganda nei grand,i organismi riformisti la stessa argomentazione malatestiana contro il parlamentarismo. Felicemente l'esperienza pratica dell'impotenza di ogni a.zione nel movimento operaio riformista ha condotto i nostri compagni ali' idea di organizzare un movimento sindaca1e minoritario proprio, e per mezzo di questo movimento si resta più a contatto delle gran, di masse che col modo raccomandato da Malatesta e, quel che più importa, si può svolgere una. rn·opatzanda no~tra per minare poco a poco le cittadelle in cui gli operai diventano soldati della reazione e del collaborazionismo. Quel ohe ci distingue dalle organizza,.- zioni minoritarie di questi paesi è Qhe. esse~ invece di ispirarsi all'anarchia, pretendono, come in Olanda, in Svezia, in Norvegia, basarsi sulle dottrine del sindacalismo rivoluzionario. il quale è una miscela che non tiene la consistenza ideologica dell'anarchismo per far fronte alle correnti autoritarie. E' da prevedere che la nostra organizzazione sindacale svedese p:iungerà tra alcuni anni ad esser maggioritaria:- il nucleo più importante dei suoi orientatcri è sindacalista; stimiamo che avreb .. be potuto ava,nzare un poco di più e ~ostituire l'anarchismo al sindacalismo con gli stessj risultati finali : la fine dell'egemonia socialdemocratica nel movimento operaio e la costituzione .di una forza proletaria per la libertà. Se gli iniziatori di que~to movimento fossero restati negli organ is.'mi soc.ialdemocra,tici ar vrebbero cantato alla luna e non avremmo og.. gi nei paesi scandinavi nessuna possibilità d_ella vasta propaganda ohe vi si fa. In quant0 alla Germania le nostre forze sono poche, ma quel 'che ci è si. deve all'organizzazione anar- • Ii e Gino Bianco chico-sindacalista, nome che ci piace poco in verità, ma che è inteso nel senso di comunismo anarchico. Vedendo l'opera realizzata dai nostri compagni in questi paesi, le raccomandazioni di Malatesta ci causano una vera pena, perchè ci dispiace di metterci contro di lui. mentre sono tanti i legami che ci uniscono nel· la concezione de.Il'ana-rchia. Vuole Malatesta chiuder gli occhi inn~nz• a que~te realtà? Noi non discutiamo per il piacere di discutere, ma perahè ci è impossibile çomprendere perchè Malatesta differisce da noi in una questione tattica, tanto p1 alpabile. tanto semplice, la cui. soluzione s'impone da sè. * * * Terminiamo per oggi. Siccome Malatesta nov confonde il sindacalismo con il movimento operaio. come ci avverte testualmente, lasciamo da parte il sindacalismo, che non amiamo nè come dottrina nè come fatto, e vediamo ciò che è il movimento opera-io. Esaminate la, situazione effettiva in un qual siasi paese: il movimento operaio si presenta da una parte come un sindacalismo di Stato, da un'altra come organismi politicamente neutrali in teoria- e collaborazionisti in pratica, d•a un'altra come appendir.,i economiche dei par titi operai. da un'altra com.e sindacati warchici organizzati e diretti dagli anarchici. Un movimento operaio al margine e al di sopra delle diverse tendenze che agiscono in nome della rivoluzione e del socialismo o della reazione tra le masse proletarie non esiste, e. que, sto fatto non fece riflettere M;:i,latesta abba,. stanza per darci una r1s'po~ta soddisfacente E in generale, il proletariato organimato è quasi dappertutto una minoranza, raramente una maggioranza. Malatesta, il volontarista. deve riconoscere che il movimento operaio, que,. sto fatto uni versale, non nasce per gene!'azione _spontanea ma è una creazione dello sforzo delle minoranze che agiscono nella propagan· eia e nell'organizzazione operaia da diversi punti di vista. Quantunque si dice il contra,.. rio per attirare gl' i"ncauti, nessuno vuole i sindaca.ti neutrali e nemmeno noi li vogliamo Per noi il movimento operaio non è una nozione astratta che esi~te i~dipendentemente da noi e dagli altri, ma una creazione del nostro sforzo e dello sforzo di tutti quelli che vogliono intervenire nelle file dei lavoratori, sia. per essere eletti deputati, sia per cercare nei segretariati pagati dei sindacati un mezzo di vita, sia per preparare gli uomini con la

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