Pensiero e Volontà - anno III - n. 4 - 1 aprile 1926

94 PENSIERO E VOLONT A> Rivistà• delle Riviste RoooLFO DI MATTE I: Seetticismo e prassi politica. - (Rivista Internazionale di filosofia del Diritto, Roma. - Fase. II di aprile-giugno 1926). L' A. si domanda se lo scetticis1no filosofico, in quanto eserciti una influenza in politica, costitu.isca un clima della rivoluzione o della conservazione. Ciò gli serve a indagare fino a che punto la filosofia può guadagna.re il mondo delle azioni. Lo scetticismo conclude con la critica di o-- gni dogmatismo : scrollare ogni certezza, svuo' tare ogni realtà dissolvere ogni concetto, re- ' . lativizzare ogni. evidenza: tale l'assunto del• le varie corrent.i scettiche. L'assoluto non esiste, e arbitrario è qualunque concetto sulla realtà; tutto è apparenza., nulla è certo. Declinando ogni spiegazione razionale, lo scètticismo riconosce solo delle pe~cezioni; e non è possibile averè una vera conoscenza intorno all'essenza delle cose. Essenza della natura, essenza dell'uomo : misteri. Nel campo della filosofia, il cui oggetto è investigare le ultime ragioni delle · cose lo scetticismo assume pertanto una posizione neutrale. Il Di Mattei ammette col Renzi, filosofo scettico vivente, che lo scetticismo è meno una dottrin•a che una pratica; e appunto per ciò si propone d'indagare qua1e svolgimento tale attitudine dello spirito possa avere in confronto dei problemi attuali di pratica politica. In questa indagine l' A. risale a Giusep- • y pe Ferrari~ e precisamente alla sua « Filosofia della rivoluzione ». Rivoluzionario, secondo il Ferrari, deve essere lo scett-ico perch~ non e impacciato da pastoie metafisiche e logiche che lo costringano a subordinare la sua attività a un sistem·a di diritto pubblico (sovranità, penalità, propriétà, ecc.) falso in quanto non sgorgante dalla vera rivelazione~• quella naturale. Il social~smo rivoluzionario, reclamando l'abolizione dell'eredità, l' eg~aglianza, la libertà, si ispira alla rivelazione naturale, ma a questa s'arriva mediante la filosofia scettica: dunque scettica sarà la filosofia della ri voluzio;ne e nella ri vol uzione è il pratico punto di sbocco dello scetticismo. All'epoca e scuola del Ferr·ari appartiene Ausonio Franchi, seguace dello scetticismo razionale di Kant. Critico, antidogmatico, antiassolutista è l'atteggiamento del Franchi -Bibl"otecaGinò ■ 1anco · che dichiara gratuita ogni teoria dell'Assoluto su cui quindi è v·ano teorizzare; chè la unica soluzione vera, chiara, irrepugnabile dei problemi trascendentali è quella del criticismo, che li vuole eliminati dal campo dell'umana conoscenza. Pel Franchi la negazione di ogni dogmatisn10 in sede filosofica è parallela alla negazione di ogni dogmatismo in sede religiosa e politica; quindi nessun riconoscimento di un principio d'autorità personale. Ma il Franchi non va fino alle ultime· conseguenze di queste pre1nesse, e si arresta alla democrazia sociale. Per il Rensi invece lo scetticismo, Iungì <lall' essere una filosofia della rivoluzione, è una filosofia della conservazione. · Lo scettieis1no, privo di una sua visione, di una certezza sulla verità, non ha motivo di opporre una diversa verità e giustizia a quella di chi rappresenta l'autorità nell'ambiente sociale, in cui si vive. Perciò da una sola pre1nessa, quella dello scetticismo, si hanno tre dis~trnili, anzi contraadittori punti di sboccc,: so, cialismo rivoluzionario, democrazia sociale, autorità. Ma, secondo il Di Mattei, una quarta conclusione potrebbero, in base alla medesima · premessa, legittimamente offrire gli anarchicj ; e potrebbe essere interessante lumeggiare il fondamento essenzialmente scettico della dottrina anarchista. Però, come avviene a t&nti che si occupano delle dottrine anarchiche avendone una conoscenza assai limjtata, parla!ldo dell'anarchismo l' A. cade in parecchi errori, primo de' quali quello di considerare lo Stirner ed il Saurin come maestri e capi-scuola autorevoli dell'anarchismo, mep.- tre ne rappresentano piuttosto una dèrivazione. Con tutto ciò egli fa delle osservazioni che possono interessare i} lettore. Stirner non· può comprendersi se non lo si riallacci a Kant, a quella dialettica kantiana che è, secondo il .Saisset, una fra le più terribili macchine che lo scetticismo abbia messo· in moto per scuotere suJ le sue pasi lo spirito umano. Il De Mattei fa una ~sposizione delle teorie stirneriane, e ne deriva che in sostanza lo Stirner si allaccia a Ferrari, e arriva alla conclusione antisocietaria di j~opardi, che l'individuo, il vero non deforrnato dalla ragione, è egoista. « In questo rilievo solipsistico è (secondo il Di M'attei) la l.iase dell'anarchia, negatrice di qualunque forma di Stato ». Ma è evidente qui l'eriòre dell' A. il quale identifica lo Stato con la società; m~ntre la grande maggioranza degli

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