Pensiero e Volontà - anno III - n. 4 - 1 aprile 1926

92 Io non lo farò ! Le nuove leggi e la libertà generale di cui si gode in Italia mi vietano di dir,e quello che vorrei, e d~ll'altra peroh.è non sa1prei seendere alle volgarità in cui :pare si con1pjaccia il Donati. Ricorderò solo un 1Prec-edente. Quando Farinacci incominciò a fare l'uomo feroce, il giornale « Il Popolo n che dirigeva d Roma lo stesso Donati scrisse che Farinacci sembrava un iialatesta redivivo. Io non rilevai la cosa perch.è mi 5émbrò troppo stupida. 1 Ma la rilevar6no per me i compagni del settimanale anarchico « Fede ! » e dimostrarono quale abisso vi fosse, per idee e per condotta, tra me e Farinacci, che, se mai, raippr·esenteremmo tipicamente due_ morali e due politiche diametralmente opposte. Il Donati credette onesto lasciar persistere La gratuita ingiuria fatta ad un galantuomo e non r1ettifioare l'errore - se era error-e e non deli•berata calunnia. Ed ora mi resta di assicurare gli amici lontani ah,e non avendo mie notizie potessero credere ch'io sia' sfin ilo quale mi descrive il Donati, che sto in buona salute e nel pieno godim-ento delle mie forze. Xon ho bisogno di aggiungere che non ho rinfoae rato nulla, e che sono sempre pieno di fede, di speranza e di buona volontà, com·e lo sono stato in tutta la mia vita, ... che mi auguro iancora molto lunga ,e, spero, non completamente inutile. ERRICO iJIAL.A.TEST~J\.. • ~ibrri ~ieevati JuAN BuR~ANDO: Prinier rlocn1nento de la epoca del trabajo y de la igualdad sucial. - Cordob a (ArgentinaL PIETRO KnoPOTKIN: Basi scientifiche delta nar• chia. - Edizioni di e Libero Accordo>, Casella postale 299. - Roma. L 1,50. LorGI CAR~OVALE: Il supremo ideale raggiunto. - Chicago 1926. , RAFFAELE NAttDELLl: Le ricchezze natur(,tli d'Italia. Una grande minie1·a vegetale. - Progetto di vasto sviluppo arboreo-forestale ·da reddito su argini e margini ùi fBrro,ie. strade rurali, fiumi, spiagge, 1nonti, tratturi, ecc. - Trieste, Casa editrice « I confini d'Italia. 1926. Biblioteca Gino Bianco Concetti chiari E' un caso singolare quello che mi capita· J'.. A11anti! che riporta una frase d1un 1nio scritto per dinJostrare che gli anarchici hanno torto P<l i soci8A}Ìsti ragione. Io non so se Errico Ma la,testa - colui ohe nel trafiletto <~ Ooncettj chiari » pubblicato nel giornale socialista figura con1e principale imputat.o - crederà 0,ppor- · tuno ribattere ... Da parte inia intendo precj sare il mio pensiero, non tanto p~r polen1izzarP coi socialisti, quanto per dimostrare ai nostrj co1npagni che, riportando la mia frase la re- ' dazionP. dell' .... 1va1itil ha preso un granchio solenne. . Neli'articolo « Framn1ento di polemica >> pubblicato nel numero 3 di « Pensiero e Volontà ,. ho scritto: « La questione sociale non si riRO[vP a c0lpi di gran cassa, la .c:ocietò avvenire non •"i può costruire s1.1.llasabbia, i conquistator1: riel do1na·ni no.n vossono essere dei parolai innanz orat1· del gesto e della sol enn/4tà dei propo- ·"it i. Ben altro occorre/ >> Questa la frase riP9rtata dall'Avanti I per dimostrare che glj anarchici hanno torto. Ma più innanzi aggi ungevo: « I.1a vita sociale è wri legame di arwvo-... nie e di accettazioni.,· fuori di questo legame non c'è rhe la legge dell'«honio hornirvi lupus>' E perchè r1 uesto 'legarne JJO.ssasussistere e resistere bisor,na che s,ia ben saldo, bisogna chf' lo cnsciPnza degli uomini s1·a p.o,rtata alla 1na~ t II rl tà-fd olla comprensione delle leggi della so7td,,rietà ». E' evidente che la prima frase, da. sola, di.ce ben poco e che solo se integrata colila seconda può assurgere a Yalore di concetto. (Qui t"i rende necessaria una parentesi: Lefrasi piu sopra riporta.te vennero da me scritte co1ne spunto polemico contro coloro che gìudi. c·ano le n1ie idee sull'attuale situazione itruliana~ co1ne idee disfattiste. Ora, a pronunciare tale giudizio, oltre il giovane comunista col quale -polemizzavo personalmente nel mjo articolo. vi sono~ anche degli anarchici che Qi per-- n1~tto di qualjficare estremisti. Era a questi ultimi che le mie frasi si indirizzavano). ,,.~quanto sen1,bra, il concetto più sopra riportato può servire a diverse interpretazioni. Mi si pern1etta di spiegarlo chiara1nente. La vita <legli uomini è formata, da tante esj genze perchè lo sviluppo della civiltà, della meccanjca e della produzione ha creato un'infinità di bisogni ai quali nessuno può e vuole rinunciare. « I/uomo naturale », capace di ·viverP. unicamente coi prodotti che la natura lar-

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