Pensiero e Volontà - anno III - n. 3 - 1 marzo 1926

PENSIERO E VOLONT.A.' 69 -------~--------------------------------- se e internazionale, anzi di una minoranza nella minoranza. Ma la sua mentalità è poco dissimile da quella degli altri ; e cosi, oggi che Zinovieff e l{ameneff sono all' opposizio- ,, ne anch'essi e reagiscono come oppositori, criticando la politica del partito, il Souvarine non può trattenersi dal c-0inpiacersene, rammentando di aver rivolte le stesse critiche un anno addietro oontr,o gli oppositori odierni che allora erano al potere nel Partito. Ma egU non fa che riprodurre qua e là frasi di que~to o quell' orato,re al congresso, che per noi estranei e lontani sono quasi tutti di scarso interesse partioolare, e solo nell'insieme costituiscono una prova evidente del difetto che sopra abbiamo notato. Invano si cercherebbero 'in tali discussioni le grandi idee che caratterizzano i grandi movimenti; o l'esame di problemi pratici importanti, o qualcosa che si riferisca alla vita generale e reale, ai bisogni immediati e futuri del grande popolo russo. Moltissime parole vi . sì trovano invece per sostenere che Lenin aveva detto questo, e non quell'altro, che la tal frase va interpretata nell'uno e non nell' altro senso ; oppure gli oratori si rimproverano a vicenda i difetti ed errori presenti o passati ;· oppure si discute se il tale atteggiamento è contrario all'unità del partito, .o se le critiche ai capi sono permesse o no, ecc. Vi son di quelli che si rimproverano a vicenda di vo- # ler la libertà di aggruppamento, come se fosse un delitto! Molte oose vecchie sono dette con parole nuove, ma significano la stessa cosa d'una volta. Per esempio i co,munisti fanno un gran parlare di «cellule», le quali in sostanza non sono che quelli che noi chiamiamo comunemente gruppi, costituiti sul terreno e nell' ambiente del lavoro, o in un ambiente omogeneo qualsiasi. Vi si fa un gran par lare dell' «apparecchio» del partito ~ e non significa altro che . i suoi capi e la sua burocrazia. La struttura intima viene in seconda, anzi in ultima linea. Malgrado tutto ciò in questo articolo si trovano citazioni o anche semplici allusioni a fatti, che hanno dell'interesse per noi critici, dal dj fuori e dal punto di vista libertario e rivoluzionari@, della politica bolscevica. Per esempio gli accenni qua e là alla strapotenza de11a burocrazia comunista, eh' è un vero e proprio « apparecchio » di tirannide ; il fatto che nei congressi vi siano solo alcuni che hanno il monopolio dell~ parola e niun oppositore, salvo casi eccezionalissimi, osi par lare e, se mai, sia costretto a parlare con straor- .. dinaria cautela : che nei congressi è la buroibliotec~Gin Bianco crazia del pairtito che fa la maggio1·anza e le idee non vi hanno niente a che vedere; cne 11 dichiarare .d'essere con la minoranza è una grande prova ùi coraggio « nell'epoca .di vil- , . . . . ta 1n cui v1v1amo», ecc. Il Souvarine rimprovera a Zinovieff, Kamaneff e loro seguaci di essere stati in precedenza i tecchini della d_emocrazia operaia ; ma ora ne sono p~niti e restano disarmati per difendersi a loro volta. Uno degli oratori al Congreseo, avendo dichiarato che « il Partito comunista non può permettersi il lusso della discussione », Souvarine nota malinconicamente che questa frase è sottolineata dagli applausi dell'assemblea. ~a un congresso a far che cosa si raduna, se non è per discuter~ 'l Ma lasciamo la parola al Souvarine :<< Quando dunque la discussione cesserà d'essere un lusso nel partito. comunista 1 In piena guerra civile e gu~rra con lo straniero la discussione era ammessa ; ed ora che il nemico ci lascia respirare, è proibito aprir bocca ! E chi pr,oibisce la discussjone e la proclama un lusso intollerabile non sono affatti degli uomini infallibili, ma· uomini che ogni sei mesi son costretti a riconoscere i loro errori!» Essendosi due oratori del congresso bisticci.i,ti a proposito dell' « uguaglianza » di cui ciascuno si pretendeva più fedele partigiano, Boris Souvarine nega loro ogni autorit,à di par lare, poichè son proprio essi che han creato in Russia nuovi privilegi, e gli operai russi dopo nove anni di rivoluzione vivono ancora nelle condizioni d'ineguaglianza le più stridenti. Poichè Zinovieff; ora che è tra la minoranza invocava dei procedimenti democratici, un altro oratore gli ha riinproverat'ò d' averla completam:ente soppressa a Leningrado, , ove quegli era onnipotente, dando dovunque la caccia agli oppositori. Anche Bukarin si è scagliato contro Zinovieff e Kamaneff, rimroverando loro di non aver fiducia nella classe operaia. Zinovieff d'altra parte nota che nel partito comunista russo la proporzione degli operai iscritti si abbassa gradualmente. Il Souvarine dice che gli ulti,mi cambiamen- .. ti nelle alte sfere dtl partito comunista russo hanno un substrato economico, che si ripromette di studiare in seguito. Ma è sintomatica la frase con cui egli prevede le coniseg1,1enze del cambiamento a Leningrado, dove gli uo~ini sconfitti al Congresso hanno la loro cittadella : « Non è dolce essere vinti, sotto il regime del leninismo dopo la morte di Lenin ». Si potrebbe però rispondere a Souvarine che la· cosa non era dolce neppure quando Lenin viveva. CATILINA. .. '

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