Pensiero e Volontà - anno III - n. 3 - 1 marzo 1926

6-! PENSIERO E vor~ON'f A. .... , tro, 1·ichjederebbero una parentesi enorme. (]) Bastino queste conclusioni: nonostante Jo sfog- - gio verbale di odio contro la tirannide, le sette carbonaresehe ed aff1n1, si acconciavano rt,ll~ riforme costituz1onah, the tentavano ottenere ,con il siste111a spagnuolo dei vronuncia1nent1. ln quasi tutti i settari prevaleva una concezione ristretta della r1voluz1one: quella Ul motj n1ilitari ohe spingessero 1 re sulla -.:ia de i le rifor1ne. Il pati-iottis1no cli inolti settar1 non a1TiVèt· va ad u u) asviraz1011e unital'Itt ed era, vineolat0 da riserve lealiste. C n' enorme varietà di tendenze ~d una gran- .de confusione di idee li div1devh. . lnsonuna, i 8ettari potevnnu dare qualche bel la. pag1 n~ tli eroisn1u, 1;i;-1 nou potevano da. re che qualche azione sporadica, insuf fi.ciente a seuotere il pop o lo. AU 'arditezza dei disegn) non corrispondeva 1 a saldezza de tl' organizza~ zione. A l\tlilano scoppiavano risse frequent1 f1·a. i soldati dei reggi111enti italiani e j soldati austriaci, a Como ci ·fu un amn1utinamento delle truppe itallane, a .Hrescia una. sanguinosa rissà tra ufficiali italiani' ed au striacL Ed ecco che a Brescia si. ordisce una congiura militare, che si 1,ropone d1 fare 1n.. sorgere Mnano edl altre città della Lon1bar dia,; di far prigioniero a Modena il duca, 11 cui tesoro a,vrebbe servito · a finanzj a re l'impresa ; . di prendere 1Vlantova e di assali re ., corpj austtinici neJ l•1riuli, lungo l'Appennino e in Romagna, r1stahilendo il regno italico, difeso dalla guardia nazionale ricostituita. in ogni rittà. L'i111presa fallì, 1,er opera della polizia austria,ca. lVla Sétrebbe falhta egual mente, .poj chè pochi. uomini senza autori. à e senza mezzi non avrebbero potuto vincere un esercito numeroso e bene agguetr1to ed una monarchia che godeva 11 favore, o per lo meno la sopporta.zione, cli gran parte dei ceti dirìgeuti e del popolo. Jn Lombardia i settari erano doppj amen te isoJati. In un primo tempo, le verghe e le inquisJ~ zioni sf'gret-e ed altrj 1nfzzi spietati, avevano disperso 1'opposizione. In un secondo tempo, jl governo austrj aco si era messo a protegger,_, gli studi, le lettere, le arti, mostrando liberalità per gli ingegni.. 11 marescial Jo HelJegatde ern riuscito a fondare un giorna.IP cli varia letterat.u ra, di arte e di scienza, B1'bl1.'oteca I tn· l1:ana, 1che, dirPtto da Giuseppe AcerbL noto (1) Chi desidc1·a informarsi su questo punto consulti gli studi Jel Luzio e dellò Spadoni intorno alle sette, e l'o11ern <li O. Dito, JJ'lrrssoneria. Carbonerià erl alfre societrì seg1·ete, ecc. Torino, 1905. BibliotecaGino Bianco nel campo scientifico, fu accolto senza alcun sospetto nel campo dei dotti e dei letterati, ed ebbe a redattori e collaboratori il JVlonti. J.l • (Iiordani ed altri, che erano chiusi 1n un illu111inistico opportunis1no. l settari si trovavano ad' essere tenuti con1e teste calde da quasi tutte le persone ,colte ed influentì del narro· po liber:tle lo1nbardo, ed anche Je 1niziat1vè più legali, co1ne il Conciliatore, furo~o lasciate perire. Grande parte dei liberali non sperava che nell'istruzione, nell'edueazione, nella coJlal>orazione, ~cc. Quando si pensi che il conte Porro, il conte UontaJonieri. 1'1etro .Horsier1 non erano im1nuni da tenerezze austriache, pur aspiraJido ad un regno indipendente, sì può i1ntnaginare in quale modesta orbita fer1nentasse il patriottismo di quel tempo. Asili d'infanzia,, sicuole di mutuo ins~gnan1ento, sv1lu p1Jo della naYigazione c1 vapore, e simili eose occupavano l<t mente clej liberah del te1npo. I quali, ondeggiando tra il romanticis1no insu rrezionalista e l' abi tu dina rio educazionisn10 conservatore. o si consolavano oltre l' Alpi 0 si li1nitavano a. fare i filantropi e gli irlnminatL Se il 101·0 temperamento non permetteva azioni forti, jl loro patriottis1no angusto uon permetteva salde unioni dj forze. Dice il Raulich « eccetto i pochi educati dagli studi e dal- ]a cultura al vero sentimento nazionale, per .i. liberali di Sicilia la patria era tutta nelJe antiche libertà na.tìe e per i carbonari di N apoli nel regime costituzionale, fosse pure con i Borboni; pPr i carbonari snddi.ti del papa era nP l p-overno laico, ~nzi nel governo toscano per qualche cospiratore romagnolo... Per molti settari march1g1ani, poi", la patria p~ :_eva perfino essere l' Austr1a, se essa li avesse aiutati ad abbattere 11 governo sacerdotale e a raccogliere sotto il libero reggin1e~to di un re le sparse men1bra della nazione. 1-'er i federati piemontesi la patria era il .Piemonte con la croce sabauda rjlucente di liberi ordjna1nenti e con unn. legn. degli ~tati italiani; e anche per molti liberali lon1bardi la patria era sempre la loro t~rra sottratta alla ser .. vitù » (1) .. T n1oti di I.Jecc.:e, di Bari, di Avellino, la con· giura carbonaresca di ~1acerata (1817) fallirono, ma fermento popolare ei fu. ~ in Eto111ag-na la carboneria contava sulla, f11,,rba., cioè su g-r,1pp\ di popolani, sem.pre pronti all'azione li\ difesa e pronti agli ordini dei più auto1·evoli della setta. (1) I. Raul\c h, Sto1·ia riel Ri.~orgimenfo 1,olitico rl' ltq,lia YOI. l. pp. 128 - 129.

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