Pensiero e Volontà - anno III - n. 3 - 1 marzo 1926

PENSIERO E VOLO-~T.i\ • 61 poca, gli uo1111n1che con1pirono questa gr_an- <liosa rivoluzione. Farsi una stanza propl'ia dove le belve non potessero penetrare, fare di .questa un osservatorio per scrutare le cose, una stazione' da cui usci re a debellare dalla terra il male, a purificarla per una vita più sicura dovette essere per questi uon1ini l'idea- ' le supremo. Lanciatisi fuori dalla selva aborigena alla ricerca di ignote terre, assistiti dalla coscienza del la })ropria superiorità sulla. natura e dal pensiero di preparare un aYven ire pii1 degno alle nuove generazioni, si diffusero e si moltiplicarono, crebbero in bel:- lezz.a, in ·ingegno, in socievolezza. Raggiunsero . l'apice di quel modo di vita, e quando le selve si spopolarono di selvaggina, con1inciarono a declinare Di vennero allora pessimisti e sentirono la ~ostalgia della selva; del nuovo n1odo di vivere non videro più che gl'inconvenienti. La vita, se era pii1 sicura era più esigente; la abitudine del benessere rendeva più acuto ogni pii1 piccolo disagio: la sicurezza portava l'ozio e la noia; l'eccessivo popolamento produceva la guerra; alle gioie della vita allietata dagli affetti piit teneri succedeva la straziante rigidità della morte, n1istero supre1no di cui la natura non si laseiaYa strappare il segreto e davanti al quale il pensiero e le e_levizioni che lo accompagnano rimanevano interdetti. L'uo1no della caverna diventa allora il lrnt- ~lator tcniporis or.ti, rimpiange e colora, a suo 1nodo le delizie del perduto paradiso degli avi, di cui la tradizjone con~erYavn, il ricordo, recrimina sul serpente e sulla donna, rinnega il pensier9 e si rifugia con la fantasia sotto . le ali della provvidenza naturale. · L'esp·ressione ideologica di qi1esto stato d✓ anin10 è la nostra leggendn., con la quale s1 chiude il ciclo dell'umanità dalla ragione pu1·a1nente difensiva per inaugurarsi quello della ragione creativa: l'epoca dell'addon1est.1ca1nento animale, seguita a sua volta da quella, dell'agricoltura e dell'industria, che chia1uano alla ribalta della storia elementi e pop?li pil'1 attivi e intraprendenti guidati da nuo\"1 ideali. E' la trama della storia. E la storia che rlon ha soste, batte anche . ' oggi solenne1nente alle porte dell'umanità. Essa a,n1monisce i popoli che vi sono due vie : qt1~l1a di una nuova ripresa, alla luce del pensiero, deU'attività dominatrice della natura, consistente nell'acquisizione pit1 profonda <lella realtà naturale e nel piì1 inti1no e automaGino Bianco - - ---- --- -~- - - -.--- tico collegan1ento delle energie per don1inarla: l'ideale scientista e socialista-anarchico; e quella del ripiega1nento. vano e illusorio, sul passato: l'ideologia religiosa e individualista . E· questo, oggi, il terreno della battaglia, chP interessa tutti i popoli, ed è da questa lotta lunga ed oscura che dovrà, uscir fuori la nuoYa un1anità che accenderà àncora una volta sulla trrra la fiaccola della, civiltà e del progresso. GAE'TANO M.A.RINO. Mali costumi giornalistici I! co1rispondente ronutno dell'Avanti.',. Guido ~1azzali, pubblicando le sue impressioni su di una conversazione che ebbe -con n1e, mi faceva dire, certo in pe)•fetta buona fede, una cosa taln1ente contraria a quello~ che io penso che, pur essendo in generale alieno dall'occuparmi di cio che si dice di me, non potetti fare a meno di scrivere al giornale una lettera di rettifica. :Wlisi faceva dire niente 1neno che io ero nen1ico di qualunque forma di società organizrata, 1nentre evidente111ente io avevo parlato di qualunque forma di governo. Ed io nella rettifica rilevavo l'equivoco in cui era caduto il :òllazzali e spiegavo come la nostra avversionA. non era contro ogni forn1a di società, 1na contro lo Stato, contro il Governo, vale a dire contro ogni organizzazione · autoritaria, violenta, coattiva della Società.a Ma l'Avanti I invece di pu.bblicare la mia rettifica,, ne estrae il brano che gli conviene e vi rispon<le, per la penna, credo, dello stesso niazzali <liC'cndo che il ì\1azzali « parlando di fornzr di società rron · parlava di società in astratto. ideale, o umana, ma di fo·rme appunto. E precisamente di quelle forrne che non appagano il desiderjo anarchico, che non Rttuano l'ideale anarchico di Malatesta >>. - Capisco. Il ~Iazzali è talmente i111bevuto di idee autoritarie da credere che fuori delle forme coercitive di costituzione sociale, Monarchia Repubblica, Socialismo di Stato, tee. ' non vi sia chP la società astratta, cioè nulla. Egli non riesce a concepire, o a comprendere che altri p0ssa concepire, delle ferine di convivenza soc~ale fondate su-I libero consenso. Ma que&~o, se può spiegare il suo primitivo errore d'interpretazione, non serve a scusare la sua persistenza, nell'errore ed il suo rifiuto .. .

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