Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

stono nel pent1rsi periodicamente del male che fanno, bensì nell'astenersi sempre dall'agire contro la propria coscienza Sell1tl)re più illuminata e ingrandita ,dall'amore per ogni essere vivente. E più si compie questa legge d'amore e 1Più si diventa liberi. La legge spirituale d'amore è l'unica che conduca alla pace; invece tutte le leggi scr'itte fatte contro gli uon1ini contradicono la legge fondamentale della v1tà umana, siano esse formulate da pochi individui o dalle collettività con carattere governativo o politico. Per questa legge d'amore tutti gli uomini sono fratelli, e la loro .patria è il mondo intero e nessuno ha il diritto di comandarè e imporsi ai suoi simili, far loro la guer•ra, violentarli. Perchè .non si radichi la violenza e: lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, non si deve amm•ettere la dominazione dell'uno sopra l'aitro o sopra molti, nè di molti SO!I)rauno. Unicamente l'amore e la fiducia mutua possono unire gli individui e le comunità. Non si deve scusare, allora, l'uso di mezzi violenti per l'associazione o la dissociazione degli uomini, o per giudicarli applicando la giustizia del castigo; !Per esempio, pena di morte, imprigionamenti, esilio, isolamenti penali, confische di beni, ecc. Nessuno ha diritto· di usare la violenza nè per dif en<lere la proprietà nè ll)er acquistarne, poichè tutti i bèni terrestri appartengono alla con1unità La coscienza deve svilupparsi liberamente, senza lacci che la coartino. N è individui nè governi han diritto quindi di attentare alla libertà del culto, anche se questo ci sembri erroneo. La propaganda delle idee personali~ ...religiose od altre, deve essere libera ed esente da privilegio. Non devono esservi idee che hanno il bollo ufficiale, ed altre che invece sono bandite e maga·ri punite. La forza bruta, la violenza, deve ~empre essere scartata, secondo Tolstoi. Nessun uomo, ,pur essendo un governante, ha diritto d'adoperarla 1Per coartare i suoi simili nè per imporre µn suo ordine di cose. La violenza, specie se seguita da spargimento- di sangue, contraria l'amore, appanna le. coscienze e distrugge ogni fraternità. Così non si deve adoperare la forza bruta ·neppure !Per liberarci. L'uomo veramente religioso risponderà ai dettami della sua coscienza rifiutando ogni complicità a qualsiasi violenz~, non aiutando materialmente· o spiritualmente alcun istituto che si basi sulla violenza o di q uesta si serva. · B1bioteca Gino • 1anco 383 Per vivere nella pace fraterna fa d'U"IJ?O ignorare tutte le istituzioni basate sulla for- ~a: questo form•erà negli uomini uno stato morale, per cui gli uomini agiranno solo secondo la propria intima convinzione, facendo agli altri ciò che vorrebbero fatto a se stessi. Più che sforzandosi di stabilire nuove forme di vita, si servirà efficacem,ente ai propri simili procurando di rinnovar,e 5ipiritualmente se stessi, perfezionando le proprie qualità interne e quindi quelle degli altri. Da questa irinnovazione spirituale e perfezionamento delle nostre doti interne scaturirà il rinnovamento e t)erfeziona·mento delle forme esterne della vita sociale in cui l'uomo OiPera e dalle quali è circondato. Conoscete la verità (conclude Tolstoi) e la verità vi farà liberi. Noi, pur riconoscendo un valore morale straordinario a gran parte delle idee tolstoiane, dissentiamo radicalmente da alcune di esse sopratutto per le applicazioni pratiche che egli e i suoi seiguaci ne derivano. Ma questo è ben noto ai nostri lettori, ed è inutile dilungarci su eiò. CATILINA. X.: Stato e Chiesa ( Oonscientia, Roma, anno IV n. 42, 2a ediz. del 17 ottobre 1925). Finalmente possiamo imbatterci, 1n J.t~lìa_, nella esatta interpretazione del noto ed abusato dei Vangeli : cc date a Cesare eiò che è di Cesare, date a Dio ciò che è di JYio ». E ~ono vera1nente grato all' x dli Conscien,tia (l'unica, sia detto tra parentesi, fra Je tre o quattro italiane riviste del genere, che m~ritJ a,ncora il nome di protestante) di avermi data la soddisfazione di vedere che anche da noi e' 6 chi 001nprende i] V angelo. Ma sarà forse ecces• siva pretesa quella di rorgere all'illustre x una mano per un ultimo e più deciso passo in avanti 1 Il « date a Cesare » non. è un tern11ne da. con. ciliazione, egli dice, ma di sdegnosa estraneità. E siamo perfettamente d'accordo ; ma vogliamo guardare un po' più addentro le co~e 'l Non è difficile, purchè si sia scossa da noi ogni pregiudiziale. Quelle parole sarebbero di Uesù, e noi sa1J• piamo quali fortissimi argon1enti abbia porta,.. to e vada portandlo ( è· di recente e senza risposta il libro del O·ouchoud in proposito) la critica biblica contro la tesi a.ella es1stenza storica di Jui. Ma noi non vi ricorreremo, e ammetteren10 e concedere1no la esistenza storica. di Gesù e la realisticità perciò della situazione / (

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