Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

382 --- le parole al servizio del loro paese. Ma per essi occorre che si formi come un centro dello slancio vitale dell'India, in cui tutti potessero riunirsi, in cui i pensatori apportassero le loro idee e gli uomini d'azione i loro sforzi. Se si riusciss0 a creare nell'India questo focolare, esso potrebbe concentrare le opinioni e gl~ a~- gomenti, i quali acquisterebbero un vero s1gn1~ ficato e diverrebbero uno sforzo reale. Tutti i volenterosi gli dedicherebbero tempo ed energia. Esso sarebbe il mezzo di ridestare e_ sv:iluppare l'intelligenza, la potenza di sacrifi.cH) e tutto ciò 'che v'è di grande e di• protondo nel popolo indiano. . . Non si tratta, secondo il Tagore, di chiudersi con cjò in un selvaggio isolamento. Anzi egli condanna Ia musoneria e sarebbe favorevole a rapporti. cortesi, diplomatici, col Governo inglese. Ciò eh' egli respinge con energià sono i rapporti forzati, e sopratutto i rapporti umilianti da mendicante a donatore ; perchè pii1 il mendicante riceve, più desid_era e meno -è contento. E il gua<lagno che risulta non ·dagli sforzi di chi n1endica ma dalla generosità del donatore, è tlue volte maledetto perchè corro1npe atl un ten1po chi e chi dà. . nceve Chiunque vuole imbarcarsi alla ricerca del toson d'oro su una nave costruita di fogli di petizioni attrarrà indubbiamente un certo numero di entusiasti da racconti di fate. ma non si può nè si deve mai arrischiare in un' avventura simile il patrimonio reale del paese. E' difficile costruire una diga e facile fare una petizione per pregare le acque di ritirarsi, ma quest' ulti1na via non è il mezzo per risolvere alcun problema. Bisogna metter mano da sè a fare il bene del paese ; bisogna dare di sè stessi, invece che aspettare da altri : fare in una parola il proprio dovere. E non è cosa facile intralciare chiunque sia onestaménte occupato a fare il proprio dovere. Molto è possibile fare nell'India in questo senso : l'educazione, l'igiene, il miglioramento delle vie di comunicazione, ecc. V'è tutto un genere di attività assai vasta per svolgere la quale non è affatto necessario mettersi la livrea <lei dominatori. Se non si fa tutto quello che è possibile fare, è proprio pessima cosa darne agli altri la colpa. Co1ne si vede, gli intendimenti di Rabindranath Tagore sono. de' più ,moderati e modesti ; n1a ciò che più ha valore in ciò eh' egli dice non è il modo pratico di risolvere i vari problemi quanto i principii morali da cui egli parte. Biblioteca Gino Bia co .------·-- LEONE ToLSTOI : In che consiste la vera libertà 1 (Culmine, Buenos Aires. n. 2 del 1 ° settembre 1925). Questo scritto fin qui inedito di Tolstoi fa parte di· una serie di manoscritti recentemen te trovati e messi in luce da due intimi amici del grande scrittore, '"lc·hèrcow e Abntcov, il primo dei ,quali ne fu l'esecutore testamentario. Sono degli scritti su11'etica anarchica. dei quali i bolscevichi ,proibirono la pubblicazione in Russia e che l' Abutcov è riuscito a portare all'-estero, nella Repubblica J.i\.rgentina, dove ora si pubblicano contemiporaneamen te in una rivista letteraria di lingua spagnola e in Culniine in italiano. Non vi sono cose nuove, naturalment~. Vi ~ono esposte le ben note idee di Tolstoi contro la violenza e l'autorità, i suoi concetti deisti e morali, insomma quel suo anarchismo cristiano che sj basa sulla non resistenza al male e sulla autoeducazione e liberazione individuale dello spirito, che tutti ormai c-onoscono. Pure questo nuovo documento della mentalità e psicologia tolstoiana è :nteressante. A·nzitutto vi si spiega ipiù chiaramente che in altri scritti il pensiero religioso di Tolstoi (che, come si sa, non aveva niente di comune con la religione di qualsiasi chiesa) e la sua concezione <li Dio e dell'anima. Ciò che sostiene la vita, e si può designare col nome di Dio è, secondo Tolstoi, que] qualche cosa ,d'invisibile ed incorporeo, senza principio nè fine, che sta all'infuor: della nostra personalità fisica e fiuori di tutto ciò che vediamo e palpiia1no. La s~essa cosa è ciò che chiamiamo anima; però l'anima u·mana è separata da Dio e dagli altri esseri viventi, e tenàe a riunirsi con lui, e questa riunion-e la consegue man mano che la sua coscienza si sviluppa e riesce ad unirsi alle altre anime viventi. Qnesta inclinazione ed essenza della vita u1nana ad unirsi con Dio e con ogni essere vivente si manifesta con l'amore; e l'amore fra gli uomini si sintetizza nel noto aforisma : fare agli altri quello ch,e vorremmo fosse fatto a noi stessi. Di qui il concètto della fratellanza universale, la quale trova una quantità di ostacoli al suo realizzarsi, sia in noi stessi e nei nostri vizi, sic1 nelle istituzioni sociali e politiche esteriori. Debbonsi fare tutti gli sforzi per liberarsi dalle catene che c'imprigionano per di· dentro; e tali sforzi sono possibili perchè l'uomo è libero n-el suo arbitrio. Ma essi non consì-

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