Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

, PENSIERO E VOLO·NTA' .. Dio, Religione, Cristianesimo, ec.c. quull' aspirazione al bene assoluto, quel senso d'amore universale, quel desiderio di perfezione morale, quella sete di bontà e di fraternità umane che sono la n1olla intima della nostra vita, il conforto del nostro spirito, ciò che ci fa restare, in mezzo alla tempesta e malgrado tutte le sconfitte, fedeli ad una fede ancora misconosciuta, djsprezzata e calunniata dai più. Leggendo il libro del Missio ho sentita piu vivamente ancora questa vicinanza spirituale. Anzi con lui c'è più d'una vicinanza esclusivaimente spirituale, in quanto ·egli si avvicina a noi, alle ìdee del comunismo e dell' anarchismo, anche nelle conclusioni pratiche, programmatiche, di realizzazione futura. Solo che il Missio arriva a queste conclusioni, - o meglio ad una parte, p.erchè a dir vero su a.leune questioni giunge a conclusioni diverse, o si arresta a un certo punto delle loro conseguenze, - partendo da co.ncetti religiosi, spe - cialmente da affermazioni di carattere etico delia Bibbia e del Vangelo. _ In sostanza ciò che vuol dimostrare l'autore di questo libro originale e caratteristico è che « Mammona », vale a dire il demonio, ossia la libidine del possesso e del dominio, l'idolo dell'oro e della forza bruta, sono la cagione del trionft> del Male sulla terra ; e che il regno di Dio non può realizzarsi che quando il regno dli Ma1nmona sia stato sconfitto e distrutto For·se sono questi dei concetti, che già gli Anabattisti nel secolo XVI avevano in parte anticipati e affermati col martirio: ma la trattazione del Missio è del tutto moderna, in quanto egli non solo enumera, riporta e discute le affermazioni bibliche ed evangeliche, ma le mette in rapporto con le scienze economiche moderne e con la critica sociologica alle istituzioni fatta fino ai giorni nostr1.Le concezionJ e istituzioni statali, proprietarie, fa,milj ari, sacerdotali, ecc.. sono da lui passate in rassegna anehe da un pun'to di vista extra religioso, che assomiglia assai a quello marxistico. I n1otivi ed i fini della sua critica sono sopratutto. etici, ,ma i mezzi di discussione di cui si serve sono in gran parte quelli di cui ci ser- . ,~amo tutti; perciò nel suo libro ha largo poflto la statistica, la constatazione obiettiva e l'esame dei fatti economici e politici, ecc. Ma in f)iù ed in più larga parte il Missio si basa sui testi della Bibbia e del V ang'-'lo, dandone ptr ~uc,lti brani una interpretazione tutta sua, che si potrebbe dire comunistica e libertltria. Egli riporta una infinità di pa~si degli antichi. proBiblioteca Gino Bianco --------- - feti ebraici, come pure degli evangelisti cristiani e degli apostoli, alcuni dei quali assai poco noti e che sono di una efficacia straordinaria. Alcune interpretazioni e supposizioni del Missio, specie per alcuni passi del Vangelo, per certe leggende di miracoli, ecc. (come per esempio quella della moltiplicazione dei pani t dei pesci) ci sembrano piuttosto arrischiate, più ingegnose che seriamente plausibili. Ma ci pare superfluo entrare a discutere su questo terreno. i cui elementi di fatto sono molto dubbi e alcuni del tutto- fantastici. E' il difetto del punto di partenza del Missio, ciò che sopratutto ci lascia freddi nella sua trattazione ; e che pure costituisce i due terzi delle · ragioni per cui il libro appare interessante. MAX NETTLAU: Miguel A. Bakunin. Edit. Grup_oOultural Ricardo Flores· Ma. gon, Mexico. 1925. Quell'instancabile studioso della vita e delle opere di Bakunin, che è stato e continua ad essere il nostro amico Nettlau, ci dà in questo opuscolo, pubblicato in lingua spagnuola nel Messico, un riassunto della biografia del grande agitatore russo, aggiornata sulla base degli ultimi documenti e scritti su di lui e di lui venuti ultiman1tnte alla luce. Sarebbe augurabile una pubblicazione in linglta italiana di questo nuovo lavoi~o di Max Nettlau. Posta redazionale Poichè v'è ancora chi d~manda schiarimenti 1in proposito, dichiariamo pubbUcamente che noi non avemmo mai nulla da fare coi Garibaldi e· col Garibaldinismo, perchè avemmo modo di scoprire fin dal princip1io che trappola era tutto quell'affare. Ma ciò non c'impedisce di conservare tutta la nostra stima a quei compagni che, meno informatii o meno accorti di noi, cadde·ro nell'inganno, in buona fede, spinti dal generoso impulso di fare qual1 che cosa per la causa della libertà. Noi l·'ediarno l' av,iien1'rf' r:rnne 1111con1 p1e.-.so //.i conginntu,re i1111Jrevedibi1i, tra le q1uali la nostra volontrì ù1tellige11te non t·r·.<:..<culz1~ con/icrrire ta sua punta. GIORGIO SOREL. Le confessioni di un .. ~1~nda ra.1 i.•da.

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