Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

PEN·SIERO E VOLONTA' 875 .. • fecero salire il prezzo dei grani, .aggravando la carestia triennale che colpì col Pien1onte tutta l'Italia, -tuttavia le n1asse piemontesi furono quelle che ne soffrirono di 1neno, poichè il governo combattè gli speculatori, non solo, ma dette incremento ai lavori pubblici, quali : apertura di nuove strade, regolamento del corso di torrenti, rafforzamento degli argini di fiumi, innalzamento di nuovi edifici e demolizioni di vecchi quartieri. Anche in Lo1nbardia la restaurazione austriaca fu accolta con speranzosa simpatia da grande parte del popolo, stanco dello scompiglio napoleonjco. I più speravano che l' Austria avrebbe alleggeriti i balzelli molto gravosi lasciati dalla Francia, che avrebbe posto fine al flagello della coscrizione. Invece furono conservati quasi inalterati i gravi balzelli, i Comuni e le fan1iglie furono soggette a continue pretese e violenze da parte della soldatesca, che saccheggiò molte terre e pagò spesso di bastone e offese le popolazioni con atti di dispregio. 1\nche nel Veneto alla speranza di un regime tributario più umano subentrò la irritazione per i pesi fiscali rimasti quasi inalterati. Ma questa tardiva resipiscenza a nulla . poteva approdare, chè il Lombardo-Veneto era tenuto a freno da un esercito di t1:entamila uomini, da una numerosa ed attiva gendarn1e1·i.a, da una polizia oculata e forte di una le- _gione ·di confidenti sparsi ovunqne. L'_aristocrazia e gran parte della borghesia alta e media parteggiavano per l'Austria. Dall' « alto » non venivano esempii, e rimaneva sen1pre più giustificabile l'applauso delle folle che l'aulico poetare del l\1onti, che esaltò Francesco I dopo aver esaltato Bonaparte. A Pal'lna e a Piacenza Maria Luigia fu accolta freddamente, non perchè austriaca ed in1posta dalP Austria, n1a perchè moglie di Napoleone, del quale era pubblica voce che Eeguisse le idee e i sistemi. Prima della sua venuta, il governo ·provvisorio di n1arca austriaca aveva soppresso alcune imposte, ridotto il prezzo del sà}e e il dazio di consumo, abolita la coscrizione. La duchessa si mostrò 1nite, il suo amante, N eipperg, si 1nostrò onesto e desideroso del pubblico bene. 1' giornali e le -sta1npe patriottiche potevano circolare nel ducato senza il bavaglio della censura e le tragedie del1'Alfieri erano portate · sulle scene di Par1na. Fu riconosciuto alla donna il diritto ereditario nelle successioni intestate, fur_ono pro,mulgati un nuovo codice civile e uno di procedura e uno penale : tutti ispirati a principii di mitezza. Le antiche pene del1a berlina, del n1ar_ehio, , BibliotecaG. ino • 1anco della confisca, del bando temporaneo, della condanna capitale furopo- ridotte, e ogni pena . di lavori forzati fu limitata a venti anni. La istruzioni popolare fu cµrata, e si svilupparono molte istituzioni per· l'infanzia, per la 1naternità. Nè l}amministraz1one pesava n1olto su1 sudditi, poichè, su circà 1nezzo n1ilione <li abitanti, il bilancio dell'entrata si aggira va intorno ai sei milioni, dei quali due erano rappresentati dalle i1nposte dirette e tre dalle indirette, n1entre l'altro milione era rappresentato dai redditi del demanio ducale. Quando, nel febbraio 1814, Francesco IV, cugino dell'i,mpera.tore austriaco, saliva al trono del ducato Modena, Reggio e Mirandola, il popolo sperò nella pace. Teneva il suo campo nel Modenese, il re Gioacchino, condotto alla valle del Po dalla· lusìnga di conservare · il regno di Napoli. Il territori-o di Modena in quei giorni era preda delr.esercito napoletano, che ·saccheggiava i magazzini delle provvigioni accu1nulate per i bisogni dell'anno, che requisiva il bestiame ed i carri, che occupava le case e devastava le campagne e maìmenava gli abitanti. L'enorme peso dei serv1z1 e dei contributi imposti da Gioacchino era insopportabile. Il dipartin1ento di Modena, con una . ' popolazione di 166 n1ila anime, era stato sog- .getto, durante le precedenti guerre napoìeoniche, a ben otto requisizioni con pjù di 1nezz.o milione di uscita, e Gioacchino in soli cinquanta µjorni aveva portato via un 111ilione. L'appal'izione di un principe austriaco, ricchissimo, voleva dire la pace e una minore n1iseria. Francesco IV. ristabilì le leggi anteriori all'invasione francese. ma di queste modificò quelle dispesizioni che contrastavano. c9me la tortura, con il nuovo spirito del poi)olo. Se lasciò inalterato l'ordinamento tributario, e più tardi ne aggravò il neso col testatico dei bestiami. 1' aumento dei dazi, le nu1nerose inulte, proYvide. proibendo l'esportazione del grano e acquistando forte partite <li cereali e stabilendo cR,1mieri, a lenire la 111iseria e a rendere 1neno sensibile il flagello della carestia. In segujto i 1 governo di Francesco IV da 111ite si fece a. soluto, ed il popolo fu oppresso dai balzelli. 1\11.a orinai il governo era forte di un esercito di sette111ila uon1ini, de1l' apr>oggio della nobilth e del clero. In Toscana. cacciati i Lorena, tennero perpochi anni la corona· i Borboni di Parn)a, noi il regno fu annesso al1'fanpero napoleo11iC'o. ~ il popolo per lunghi anni fu angustiato da, turbinoRe vic~nde. Il ricordo dei Lorena, che avevano governato con dolcezza e con tura

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