Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

.... t PENSIERO E VOL0 1 NTA' 371 --------------------------·--------------------- - , Movimento operaio e anarchism9 Credian10 bene, per evitare certi malintesi, di riprodurre la seguente lettera diretta da Malatesta ai compagni di « El Productor », periodico anarchico che si pubblica in Barcellona (Calle Cataluna, 22 - Barcelona (Spagna). Cari compagni, ' Leggo nel vostro periodico la frase seguente : « Tl'a Malatesta che invoca l'unità di classe e Rocker che difende il movimento operaio con finalità anarchica noi optiamo per il con1pagno tedesco ». :Non è la pri1na volta che nella stampa nostra di lingua spagnuola 1ui si attribuiscono idee e propositi cne io non ho ; perciò, quantunque chi vuol sapere il n1io pensiero può già trovarlo chiaramente espresso in ciò che ho scritto io stesso, n1'induco a pregarvi di pubblicare le seguenti spiegazioni. Incon1incio col dirvi che, se le cose stessero con1e voi le presentate, opterei anche io per il · co1npagno Rocker e non già per cot.esto vostro «Malatesta» le cui idee sul n1ovimento operaio s01nigliano n1olto poco alle inie. Intendiamoci bene. Un 1novimento operaio con finalità anarchica è una cosa <lifferente da un movi1nento operaio anarchico. Il primo è natu rahnente nel desiderio di noi tutti, poichè è • ovvio che ogni attività sociale degli anarchici debba aver per fine il trionfo dell'anarchia e tanto più quando quest'attività si esercita nel 1novi1uento operaio che ha così -grande importanza nella lotta per l'elevazione e ~'e1nancipazionce umana. Mentre il secondo, cioè un movi1nento operaio, che non solo serva alla propaganda e<l alle possibili graduali realizzazioni anarchiche 111asia già dichiaratan1ente anarchico è una cosa che 1ni pare in1possibile e che in tutti i casi n1ancherebbe allo scopo che noi vogliamo dare al movi1nento. A me quel che preme non è l' « unità di classe ·», 1na il trionfo dell'anarchia che riguarda tutti g-li esseri umani ; e nel 111ovimento operaio non veggò che un n1ezzo per innalzare il livello morale dei lavoratori, abituarli alla libera iniziati va ed al1a solidarietà nella lotta per il bene di t~tti, di renderli insomma capaci di concepire, desiderare e realizzare la vita anarchica. . La differenza dunque che può esservi tra noi non è nella finalità, ma nella tattica che credia- .mo più adatta a raggiungere la nostra comune finalità. V'è chi crede che g]i anarchici debbano cercare <li riunire in associazione separata i lavoratori anarchici o che aln1eno abbiano simpatia per le idee anarchiche. Io vorrei invece che tutti i salariati si riuniscano nelle stesse organizzazioni, qualunque siano le loro opinioni - o non opinioni - sociali, po]i ti che, religiose, _legati solo dalla solidarietà nella lotta contro i padroni, e che gli anarchici restino nella 1nassa indistinta per portarvi il fer1nento delle loro I idee e del loro ese1npio. Può darsi che circostanze speciali di uon1ini, di ambiente, di 1non1ento storico consiglino, o rendano inevitabile, la divisione della 1nassa operaia organizzata in frazioni diverse corrispondenti alle diverse concezioni politico-sociali, 1na in linea generale mi pare che bisogna tendere all'unità che affratella ed abitua alla solidarietà tutti in<listintan1ente i lavoratori, che li rende più forti nelle lotte contingenti dell'oggi o ineglio li prepara alla lotta finale ed alla concordia necessaria l'in <lon1ani della vittoria. Certa1nente l'unità che noi dobbiamo propugnare non <leve sjgnificare soppressione della libera iniziativa, uniforn1ità obbligatoria, dis.ciplina. in1posta, il che trasformerebbe un 1novin1ento di liberazione in un freno ed uno spegnitoio. Ma è solo la nostra adesione al n1ovi1nento unitario che può salvare la libertà nell'unità: se no, l'unità si fa lo stesso 11erchè essa è condizione di forza e sj fa a danno della libertà. Il 1novi1nento ope1>aio non è una creazione artificiale di ideologi fatta per propugnare ed at-- tuare un dato programma politico-sociale, sia anarchico o altro, e che quindi possa seguire nei suoi atteggian1enti e nelle SUP azion~-Ìa linea che quel progran1n1a richiederebbe. Esso sorge <lal desiderio e dal bisogno inune<liato che hanno i lavoratori di migliorare le loro condizioni di vita o ahneno impedire ch'esse peggiorino~ <leve perciò vivere e sviluppari:;i nell' an1biente attuale ed ha necessarian1ente, tendenza a lin1itare le sue pretese a·lle possibilità clel n101nento. Può ben accadere, anzi aceade sovente, che gl'iniziatori di aggruppa111enti operai sieno uo1nini d'idee miranti a radicali trasformazioni sociali, i quali profittano dei bjsogni sentiti dal]a massa e provocano il desiderio di n1igliora1nenti in vista, pii1 che altro, dei loro fini avveniristici. Essi raccolgono intorno ai lol'o co1u1)agni della stessa tempra,· uo1nini di sacrifizio che intendono combattere per gli interessi degli a]tri anche a danno dei propri, e f orinano così delle associazioni operaie che sono in realtà dei gruppi politici, dei gruppi rivoluzionarii, pei quali B1bl1oteca CO

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