Pensiero e Volontà - anno II - n. 16 - 16 dicembre 1925

368 PENSIERO E VOLO)NTA' • che il favorire il riorganiz,zarsi della _rroprietà priv.atft, sia- pure 1n ma.no di proprietari nuovi, edl il formarsi di un nuovo capitahsmo significa uccidere in germe ogrii tu.tura realizzazione del comunismo 't li; l'unica risposta ,che avrete sarà: Sono argomenti da, piccolo borghesi ! Niente altro ... Fu lo stesso Lenin che più usò ed abusò di questa fraseologia, che fa effetto ma non s.ignifica nulla, subito dopo che nell'aprile 1918 aveva ordinato le persecuzioni ,contro gli anarchici, sia _r,er raffozzarsi al potere contro una oppposjzione che vedeva farsi temibile sia ' per dare un'offa al reazionario militarismo prussiano allora minaccioso e incalzante e . ' mostra.-re anche agli altri governi dì non essere da 1neno di loro nel sapere mantenere l' « ordine,> con metodi polizies0hi. Ad un 0011gresso diei Sovieti (in maggio 1918) Lenin ìu molto aspro contro gli anarchici, ma in sostanza non s.eppe · dir altro che la loro è una ideologia « piccolo ..b. orghese » e quindi contrariai all'interesse del pro.letariato e della rivolnzioné. L' o,pportunistica simpatia per gli anarchici, del tutto « teorica» e del resto molto circospetta e, piena di riserve, che Lenin aveva mostrata un anno prima, •Quando era all'opposizione e. perseguita,to, e gli anarchici si haittevano r er le vie per difender lo, ormai non esisteva più. Il d,ittatore, equivocando delibe,ratamente sul significato delle parole, a p•ropo1.. sito delle rivendicazioni borghesi per l'inviolahilità d:ella proprietà e per la li ber, à delle intraprese capitaliste private, simulava di vedere in ciò « con rarticolare limpidezza sino a qual punto sia esatta la tesi 1narxistica se- ' condo cui l'anarchismo e l'anarco-sindacalismo sono correnti borghes1, e qua.nto esse siano irreconciliabihnente avverse al socialismo, alla dittatura 1;roletaria, a.l comunismo ». Lenin vedeva « con particolare llmpi dezza n l'inesistente; poichè e noto cne il 1concetto dti libertà degh anarch1c1, umano ed eguali tari o come fine e proletario e a.ntiborghese e.Ome metodo, non ha niente a ohe ·fare con que Il\, contraiffazione del prinripìo di libertà, che propugnano certi econon1isti esclusivamente con7e 1n·/1,,Jpu/o del1f rntnoranze vossident-i. Si notj poi l'abilità di 1nescolare insieme socialismo. <Jlittatura e comunismo, come se si tratta.s_se. <li sìnonimi o .di ,cose inscindibili ! ~ppoi, in quei momenti d1 te1·rore in cui ba,stava j n .Rus:sia d'essere .~.ac-eiato di « borghese » per d1venire bersaglio delle pegg1ori rappreBi bi iotecaGino Bia·co saglie quell'insinuazione ... teorica valeva una vera e propria messa al banc!o. « Noi non ~jamo anarchici, - aggiungeva Lenin ·poco arpresso, - e dobbiamo ammettere la necessità,, dello Stato, cioè della coercizione, durante 11 passaggio dal capitalismo al socialismo » (1). * * * Volendo discutere quest 7 argomento, se d' argomento merita il nome, dell'essenzia piccoloborghese delf a,narchismo, invano per poterla (;Onfutare se ne cer,cherobbe la spiegaZt1one nella letJ.eratura marxista, soc1alctemocra-tica e bolscevica. Si può fare, forse, una eccezione per ~larx quando questi criti,ca le teorie economiche di Proudhon sul valore, il lavoro, lo scambio, ecc. e quando ne rileva alcun~ pror.oste pratiche di riforma sociale come quelle dell'organizzazione diel credito, della banca di scambio, della banca <lel popolo, ecc_ Non è il c:tso qui di discutere queste proposte di Proudhon, oggi del tutto sorpassate e che potevano avere solo un valore contingente, in ra.pporto ai tempi: nè dì esan1inarne le teorje sul valore, come interpretazione scientifica· d~i fatti economici, dì cui quelle di ·~~rx non hanno una imrortanza maggiore. E noto che anche queste, ora, non godono più molto credito neppure fra i socialisti e qualche scrittore ,comunista le dichiara del tutto erronee e decadul·.e. Ad oini modo però la critica antiprudon1ana d!j Marx aveva un contenuto teoretico e non consisteva nella sola e vuota fraseologia dispregi a,t1va odierna Quello che possiamo attualmente rilevare i.n proposito è che, fondate o meno che fossero le critiche di Marx alle idée di Proudhon - e i;-rescind'endo dalla forma antipatica ·e as~iosa consueta della polen1ica marxista - tali cri ti che non riguardano punto l' an ~rchismo ( che del resto allora non esisteva come n1ovì1nento_ e non cost1tu1va ancora una dottrina. crgan1ca e completa), 1n quanto esse non attaccavano quelle idee di l'roudhon che sono rin1a_ste v!ve e sono passate poi a tar parte del patr1mon10 dottrinale anarchico, bensì le · alt:·e ~iù eaduche e meno impor,~anti (oggj le s1 d1rehbero riformiste) che nessuno più r'an1 1nenta ~ che sarebbero del tutto in contrasto con l'ana1~e:hisino contemporaneo. ,(1) Per. qt~este due citazioni vedi: Len 111 L_ opera (h. 1·1co.s!ruzione dei /:Joviet (Docuinen~ t1 della. r1voluz,1one n. 8). _- Ed~t. :Soc. ~. u Avanti ! », Milano, 1920. - pagg. 24 e 37.

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