Pensiero e Volontà - anno II - n. 15 - 16 novembre 1925

.,.. PENSIERO E VOLONT.l\., 34.1 ----------------- ------------------------ Del Governo della farniglia 1 Kon inten<lo qui ripren<lere a, sviluppare gli argomenti che, all'incirca col medesimo titolo, t1at.tò in altri ten1pi Agnolo Pandolfini, o Leon Battista .i.\..lberti. Pure questo tit•olo «stile Rinascimento)) mi ha in certo modo sedotto a. ripr~ndere in esa1ne una questione di condotta 1norale <li indubbia importanza, ogni tanto acctnnata dei nostri giornali, 1na nou abbastanza approfondita ancora, almeno secondo il mio 1110<.lestoparere. Va con sè che alla parola « g0Ye1;no » non do qui il significato più corrente <li organizzazione politica e autoritaria, di « autorità che regge lo ctato »· con1e dice il vocabolario, ma l'altro più generico ed originario di una uorma di condotta e d'indirizzo di una data collettività - nel nostro caso la famiglia - e della sua organizzazione interiore, dei rapporti fra i suoi 1nen1bri, più da un punto di vista morale che da quello 1nateriale e<l economico. Debbo anche 'pren1ettere alle considerazioni che seguiranno, che io do molta importanza alla famiglia, considerata non come ente giuridico-legale, 111acome libero aggrega1nento di affinità basato sull'amore e l'accordo e aiuto reciproco; che può essere anche oggi a dispetto dell' an1biente esteriore e delle sue coercizioni, un nucleo di vita anarchica e sarà certa- .mente in un migliore avvenire la prima C'P~lula costitutiva del grande organismo libertario ed egualitario dell'umanità. A me sembra che in passato si sia data troppo poca importanza a questa specie di propaganda del fatto che consiste nell'attuare la libertà, nel proprio spirito anzitutto e quindi nell'ambiente ristretto ed intimo della vita familiare, in cui la volontà individuale ha maggiori possibilità concrete di sfuggire alle còercizioni dell'ambiente e di determinare un modo di vivere più consentaneo al proprio sviluppo morale ed alla propria coscienza. Ho detto ( maggiori possibilità >.'> perchè le guardo in rapporto con le· minori possibilità negli altri ambienti meno omogenei e più vasti ; ma con ciò non intendo dire nè «tutte» le possibilità nè «sempre». Al contrario! Purtroppo nella società attuale la• famiglia, per quanto libera e autonoma. possa essere, !Ubisce sempre le influenze corruttrici e deviatrici dell'ambiente esteriore. Ma questo fino ad un certo punto : vi sono sempre, dove più e dove meno, delle possibilità di sfuggire o di ribellarsi a tali influenze, ad alcune almeno ; v'è sempre qualche modo di limitarne o neutralizzarne gli effetti. E quando qualche modo o possibilità v'è, il non profittarne nei limiti del possibile, il non fare neppure lo sforzo necessario e possibile d'una così parziale liberazione, trincerandosi dietro la scusa dell'influenza dell' ainbiente, costituisce una debolezza ed una diserzione : sjgnifica n1ancare al proprio dovere. Xell'attuale nostro .arrovellarci per la piega così contraria alle nostre aspirazioni presa dagli avvenimenti, nella momentanea impotenza d'iinpedirli o arrestarli, la mente ricorre al passato e scruta quali errori da parte nostra possono aver contribuito a facilitare la prevalenza delle forze di regresso. Ebbene fra questi errori non ultimo mi sembra quello d'aver trascurato l'organizzazione delle forze morali, la fortificazione spirituale delle posizioni conquistate. In certo modo eravamo un esercito che avanzava in massa senza guardarsi le spalle; un esercito che cercava di aumentare sempre l)it1 i suoi effettivi in marcia senza curarsi del paese che si lasciava dietro, delle generazioni che senza posa dietro di lui si rinnovavano. I risultati materiali momentanei appagavano i più ; e si badava molto alle costruzioni generali politiche ed economiche, statali od estrastatali, di carattere collettivo; e nessuno contesta eh' esse potessero essere utili e magari indispensabili, fatte le dovute eccezioni. Ma gli individui, con1ponenti le collettività, nella opera di queste credevano esaurito il da farsi, e per proprio conto non sentivano di avere un personale dovere da compiere, qualcosa di proprio da costruire e realizzare in sè ed attorno a sè, dipendente soltanto dal proprio sforzo individuale e dalla propria iniziativa. Sopratutto - la maggioranza di coloro che avevano abbracciato un ideal.e di libertà e d'uguaglianza, trascuravano completamente la propria famiglia come se questa fosse .del tutto estranea alle loro preoccupazioni d'indole sociale e politica. Vi sono stati degli anni - e mi riferisco al ten1po anteriore alla guerra, e non al posteriore in cui i partiti d'avanguardia si gonfiarono oJtre misura per impulsi esteriori del tutto momentanei - nei quali anzi l'elemento socialistico e rivoluzionario (ne parlo in generale, sen- ( za distinguere fra le proprie frazioni o partiti), pur essendo minoranza, era oltre ogni dire nuBib ioteca Gino • 1 neo • • -

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