Pensiero e Volontà - anno II - n. 15 - 16 novembre 1925

i PENISIERO E VOL0 1 NTIA' 347 ... ----------- -- de]usione, ed ognuno si do1nandava come n1ai 1,: 1\1:arche che avevano dati gli episodi della Settin1ana Rossa e della rivolta contro la mina.cci.ata guerra albanese, si fossero piegate così subitamente e così docilmente al partito conquistatore. La risposta, allora, non venne... Si pensarono molti perchè, ma non si concluse nulla. E' bene ora, a tre anni di distanza, approfondirci nella realtà per svelare l'origine del fenomeno. * * * Or è qualche mese, a cura della Federazione Italiana dei Consorzi Agrari di Piacenza, ven_ ne pubblicato un volume di Francesco Coletti: «La vopolazione rurale in I ta.lia ed i suoi ca• 1a.tteri demografici, psicologici e sociali ». Il Coletti è professore di scienze economiche all'Università di Pavia, è valente scrittore in materia di problemi di politica agraria e rurale, ed è marchigiano. Naturale, quindi, che una parte del libro par li delle Marche e scenda con indagine diligente e profonda nel cal~attere della regione · rivelandone la vera essenza, quell'essenza che sfugge all'osservatore superficiale e che spiega perchè le Marche, oggi~ i;nalgrado il regime fasci sta, siano una delle regioni più tranquille d'Italia. <e I m/1,rclligiani, nella loro grande maggio• ranza, sono piuttosto indifferenti per la polit1,ca - dice il Ooletti nel capitolo: « Le Marche e i moti del 1914 n -. Essi, storicamente, non ne hanno potuto acquistare la passione coll'esercizio, preclu.<Jicome erano, sotto il pa• fJer110 reginie papale, .da ogni seria partecipazione alla cosa pubblica, nionopolizzata dagli er:c.,lesiastici. ]fa ciò che 11,onmeno importa è che le stesse vart1.·colarità della vita economica eh' è P'ropria di essi, non ve li hanno spinti. Le a.• ziende ,<Jonopiccole e quasi indipendenti le U/rte dalle altre, gran parte della vopolazione è svarsa o raccolta in centri talora minuscoli, wn, d1isr·reto be_nessere è diffuso. Da questo venguno fuor1: un v1:vo senso individualistico, talora spù1to s1·no alla ri~pugnanza ad associarsi, e ivna ,·erta, acq1nescenza passiva allo stato che si gode, tu,colarmente tramandato dagli avi. lìove mancano spiccati interessi collettivi che rir,olleglvino. le persone e difetta ed è tenue il pungolo del malcontento non si determinano (Jrandi correnti politiche ». Ho ril)ortato qesto passo del libro del Oole.ttì perchè in esso, con poche e chiare pennellate, si spiega il carattere tipico dell'economia, inai- .. chlgiana e la conseguente psicologia degli ahi. ,. • • Biblioteca G"n·oBianco --- . ---,--- . --------- - ----~------------ tanti la regione. Regione eminentemente agri, _çola con don1inio assoluto della pura mezzadria; regione a.rtigiana, per ciò che riguarda Pindustria, in cui la grande azienda moderna eJ accentrata è quasi sconosciuta. _Ancona, come città commerciale, non è un centro disprezzabile anche perchè il suo porto fa sì che la città sia centro d'arrivo e di par, tenza di merci svariate non solo per le Marcht~, ma anche per altre zone; questo fatto però non determina che la capitale marchigiana sia cen tro urbano di grande agglomeramento di mas. s-~ e di traffico intens-o: anche in Ancona pre· vale l'artigianato e il piccolo commercio. Scorrendo i dati statistici che· il Ooletti espone nel libro citato si possono avere cifre , interessanti. Il censimento del 1911 dava alla regione un complesso di 1.093,263 abitanti, ed il Co letti, fatti i dovuti calcoli, ba stabilit-o che il numero complessivo dei rurali - e cioè degli appartenenti a famiglie che abbiano pir capo un agricoltore - sale alla cifra tonda di n60 mila. V ol~ndo precisare il numero degli ap. partenenti alle diverse categorie dì agricoltori, il Coletti ha stabilito su dati di fatto controllati che per ogni 100 marchigiani d'ambo i sessi e di oltre dieci anni di età addetti all' agri. coltura, 58 sono mezzadri, 12 lavorano terreni propri e sono cioè piccoli proprietari, 25 sono giornalieri. Il rimanent_e 5 per cento appartie, ne a categorie trascurabili. Da questi dati rf sulta che le Marche hanno la maggior quota dì mezzadri di qualsiasi altra regione, comprese la Toscana e l'Umbria che sono le regioni tipi. che della mezzadria. Come conseguenza ne der i. va che la popolazione vive sparsa per le carri· pagne: sopra cento abitanti - precisa il Co. letti - 54,50 vivano sparsi. Le Marche, salvo un centro di grandezza media, Anco1ut, non hanno che centri piccoli o piccolissimi : il 75 per 100 d.ei comuni vanno da 1000 a 5000 ahi tanti e per giunta ogni comune è diviso in nu merose e mint~scole frazioni. Se dall'agricoltura passiamo all'artig1anato, i dati statistici tratti dal censimento del 1911 dicono che dei 123 mila marchigiani di età sn, periore ai dieci anni àddetti all'industria, 26 mila appartengono ad· imprese occupanti più di dieci persone e 97 mila lavorano o da soli o in imprese occupanti meno di dieci persone e 13onoperciò o artigiani o minuscoli indu-- striali. Da questi dati statistici significati vi si de, dure che nelle Marche la ricchezza è diffusa in ( tante pi3cole quote. - Se non c'è alta ricchez ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==