Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

818 PENSIERO E VOLONTP~' meroso. Se tutti i cosidetti sovversivi del tempo, sociàlisti, anarchici, sindacalisti, repubblicani ed in genere aspiranti a un avvenire di maggiore libertà e giustizia, o per lo meno la maggioranza di essi, si fossero preoccupati di érescere le proprie famiglie in armonia con le proprie convinzioni, credete forse che oggi ci troveremmo nelle condizioni in cui siamo 1 Anche se fosse stata una minoranza nella minoranza ad avere tale preoccupazione, se cioè per lo meno coloro che nei vari campi novatori e riformatori erano considerati i migliori avessero cominciato essi nella propria c~sa il compimento del proprio dovere, noi non saremmo probabilmente sfuggiti def tutto alla situazione attuale, ma nella lotta contr0 di questa avremmo potuto contare sopra una élite un pò più ricca di ele1nenti giovani e provenienti dalle . . nuove generazioni. Oggi, sotto la pressione ultrautoritaria e l' aculeo delle persecuzioni, si va formando già nei. giovani che si affacciano alla vita, specialmente operai e studenti, una psicologia nuova e piena di promesse. Ma questo è un'altra cosa : è la promessa per domani, non è l'oggi. L'oggi avrebbe potuto scaturire migliore dalle generazioni che si sono forma te da una decina d'anni a questa parte ; e sono state quelle che sono risultate pi11 de:ficienti. Orbene, questa deficienza deriva da cause molteplici ; ma tra queste merita il suo posto ed ha la sua importanza il fatto che gli uomini di libertà e di progresso si sono curati troppo poco, quand'erano ancora in tempo, di temprare la mente e il cuore dei loro figli, in modo che la coscienza di questi resistesse più validamente alle influenze malsane, alle pressioni e urti dell'ambiente avvelenato e inferocito da tutte le conseguenze della guerra. Ognuno di noi, che milita dietro una bandiera di liberazione <la aln1eno una decina di annj prima della guerra, può persuadersi di questo fatto guardando intorno a sè, osservando le famiglie dei propri amici e compagni di lotta e cti fede. Dobbiamo constatare con rammarico che in pochissime case i figli di questi compagni ed amici sono cre~ciuti con le idee del padre socialista od anarchico e divenuti a loro volta fervidi militanti per tali idee. Non mancano, benchè rari, quelli che oggi si trovano addirittura nel ca1npo pitl avverso a quello dei genitori ; ma la grande maggioranza in ogr1i modo è costituita di indifferenti, di opportunisti, di individui che accettano la vita com'è e ne subiscono le coercizio:ai senza alcuna ostilità o Bibliotecal;;inoBianco --·-··---- ripugnanza, spesso condividendone i pregiudizi ed i più sciocchi rispetti umani. Anche quando non sono avversari dichiarati dei loro genitori, guardano a questi quasi con una specie di commiserazione indulgente, ma-· gari non scevra d'ammirazione e rispetto, ma sempre a distanza, come· se fossero gente di un altro mondo. Perchè tutto ciò 1 A determinare nei figli degli stati mentali e spirituali diversi da quelli dei genitori contribuiscono molteplici cause, ma fra queste una è certamente la trascuratezza paterna oppure il metodo erroneo .di educazione oon cui i figli furono allevati, e talvolta - peggio ancora - il cattivo esempio dato in casa dai genitori medesimi. Qu~st'ultimo caso è certo il più deplorevole, ma io non sono disposto a ritenere uomo di fede e in buona fede chi se ne rende colpevole. Ohi dà ai figli in casa lo spettacolo triste della pre;:lotenzà e dello sfruttamento, e fuori di casa s'atteggia ad apostolo di libertà e di uguaglianza, non merita certo di essere ascoltato e rende un triste servizio alle idee che dice di professare. Quasi sempre questi esseri finiscono male; e non c'è da meravigliarsi che la doppia commedia che giuocano nella vita trovi nei figli, che vi assistono da vicino e ne vedono tutto il lato ignobile, dei giudici severi, disposti a condannare la condotta dei padri ed insieme purtroppo a considerare le loro idee come una menzogna da istrioni. Qui siamo però già nel campo delle degenerazioni e bassezze umane, che se affliggono un po' tutti i campi dell'attività politica e sociale, e quindi anche quelli dei novatori e dei rivoluzionari, in questi però non trovano alimento sufficiente per .allignare soverchiBJmente. Quindi non è di tali fenomeni, più patologici che nòrmali, che io volevo parlare. Senza giungere a cotesti casi di vero e proprio malo esempio, è un fatto che parecchi, i quali in pubblico e nei rapporti con l'esterno sorvegliano se stessi per tenere alta la propria dignità, nell'interno della famiglia si lasciano andare, si rimpiccioliscono, si lasciano vin cere dalle proprie debolezze e scendono ·a transazioni e contradizioni o incoerenze con s~ stessi, che pure potrebbero agevolmente evitare ; e ingenerano così nei propri figli e nella propria compagna una minore sti1na non solo per sè, ma anche per le proprie idealità, le quali finiscono col non essere prese troppo sul serio. Ma ciò. che è pJù abituale, ed è quello che

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