Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

, . .. ' PENSIERO E VOLONTA' 317 ·Del , ' Governo deJ la fElrDiglia Non intendo· qui riprendere a sviluppare gli argomenti che, all'incirca col medesimo titolo, trattò. in a.Itri tempi Agnolo Pandolfini, o Leon Battista Alberti. Pure questo titolo «stile Rinascimento» mi ha in certo· modo sedotto a riprendere in esame una questione di condotta morale di indubbia importanza, ogni tanto accennata dei noitri giornali, ma non abbastanza approfondita ancora, almeno secondo il mio modesto parere. Va con sè che alla parola « governo » non do qui il significato più corre~te di organizzazione politica e autoritaria, di « autorità che' regge lo Stato » come dice il vocabolario, ma l'altro più generico ed originario di una norma di con·- dotta e d'indirizzo di una data collettività - nel nostro caso la famiglia - e della sua organizzazione· inte.riore, dei rapporti fra i suoi membri, più da un punto di vista mor.ale che da quello materiale ed ecònomico. Debbo anche premettere alle considerazioni che seguiranno, che io do molta importanza alla famiglia, considerata non come ente giuridico-legale, ma come libero aggregamento di affinità basato sull'amore e l'accordo e aiuto reciproco ; che può essere anche oggi a dispetto dell'ambiente esteriore e delle sue coercizioni, un nucleo di vita anarchica e sarà certamente in un migliore avvenire la prima c~!lula costitutiva del grande ~rganismo libertario ed egualitario dell'umanità. A me sembra che in passato si sia data troppo poca importanza a questa. specie di propaganda del fatto che consiste nell'attuare. la libertà, nel proprio spirito anzitutto e quindi nell'ambiente ristretto ed intimo della vita familiMe, in cui la volontà individuale ha maggiori possibilità concrete di sfuggire alle coercizioni dell'ambiente e di determinare un modo di vivere· più consentaneo al proprio sviluppo morale ed alla propria coscienza. Ho detto « maggiori possibilità >.) perchè le guardo in rapporto con le minori possibilità negli altri ambienti meno omogenei e più vasti ; ma con ciò non intendo dire nè «tutte» le poseibilità nè «sempre». Al contrario! Purtroppo nella società attuale la famiglia, · · per quanto libera e au~onoma possa essere, eubisce sempre le influenze corruttrici e deviatrici dell' ambie~te esteriore. l{a questo fino ad un certo punto : vi sono sempre, dove _più e dove meno, delle possibilità di sfuggire o di ribelbi oteca Gi • I larsi a tali influenze, ad alcune almeno ; T'è sempre qualche modo di limitarne o neutralizzarne gli effetti. E · quando qualche modo o possibilità v'è, il non profittarne nei limiti del possibile, il non fare neppure lo sforzo necessario e possibile d'una così parziale libera- . zione, trincerandosi dietro la scusa dell'influenza dell'ambiente, costituisce una debolezza ed una diserzione : significa mancare al propri~ dovere. Nell'attuale nostro arrovellarci per la piega così contraria alle nostre aspirazioni presa dagli avvenimenti, nella momentanea impotenza d'impedirli o arrestarli, la mente ricorre al passato e scruta quali errori da parte nostra possono aver contribuito a facilitare la prevalenza dellte forze di regresso. Ebbene fra questi errori non ul~imo mi sembra quello d'aver trascuràto l'organizzazione delle forze morali, la fortificazione spirituale delle ~osizioni conquistate. In certo modo eravamo un esercito che avanzava in massa senza 'guardarsi le spalle ; un esercito che cercava di aumentare sempre più i. suoi effettivi in maroia senza curarsi del paese che si lasciava dietro, delle generazioni che -senza posa dietro di lui si rinno.vavano. I risultati materiali momentanei appagavano i più ; e si badava molto alle costruzioni generali politiche ed economiche, statali od estrastatali, di carattere collettivo ; e· nessuno contesta eh' esse potessero essere utili e magari indispensabili, fatte lé dovute eccezioni. Ma gli individui, componenti le collettività, nella \ opera di queste credevano •es~urito il da farsi, e pei:: proprio conto non sentivano di avere uu personale dovere da compiere, qualcosa di proprio da costruire e realizzare in sè ed attorno a sè, dipendente soltanto dal proprio sforzo individuale e dalla propria iniziativa. Sopratutto la maggioranza di coloro che avevano abbracciato un ideale di libertà e d'uguaglianza, trascuravano completamente la propria famiglia come se questa fosse del tutto estranea alle loro preoccupazioni d'indole sociale e politica. Vi sono .stati degli anni - e mi riferisco al te,mpo anteriore alla guerra, e non al posteriore in cui i partiti d'avanguardia si gonfiarono oltre misura per impulsi esteriori del tutto momentanei - nei quali anzi l'elemento socialistico e rivoluziÒnario (ne parlo in generale, sen- , za distinguere fra le proprie frazioni o partiti), pur essendo minoranza, era oltre ogni dire nu- , .. ••

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