Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

I PENSIERO E VOLONTA' .l. 315 , Perl'azionauearohica · primda~,llariv~lnzion Un esame particolareggiato e completo dell'articolo di ~Ialatesta (i"radualismo pubblica .. to nel n. 12 di P. e V. imporrebbe un'appro~ fondita considerazione dei maggiori problemì attuali dell'àinarchismo, poichè l' A., per quan, to scriva di aver « prospettato dei problemi più che delle soluzioni », in realtà ha incanalato un grande nu1nero di questioni importanti verso ben determinate soluzioni.· Non vogliamo q_ra trattare tutta l'estensione d.1 quei problemi, ma bensì limitarci ad approfondire., quella parte di cui abbiamo già argomentato in nostri precedenti articoli su questa rivista. Le diverse questioni sono sintetizzate dalla dGmanda che P<?ne M. : « Quale dovrebbe essere la tattica degli anarchici prima, durante P dopo la rivoluzione 1 >). Nel citato articolo, a questa domanda si danno tre ordini di risposte, 1na la di visione ci sembra un po' forzata, a ·meno che tuttq il lavoro che si dov1ebbe fare nel periodo anteriore alla rivoluzione si debba riferire al puro fatto insurre ... zionale, ciò che ci sembra troppo esclusivo, p0ichè ciò che deve essere fatto « durante la .rivoluzione » fissa in parte a.nche la tattica per ciò che si dovrebbe fare « prima de1la rivoluzione >>. Non vi può essere in vero una soluzione di continuità nello. sviluppo dell'anarchis1no, e le opere ed operazion'i nella rìvol nzione devono aYere la loro preparazione te:cnica e spirituale sull'azione e preparazione degli anarchici :fatta prima. della rivoluzion~ medesima. Ciò scaturisce facilmente dalle azioni stesse previste da Malatesta come necessarié durante il periodo rivoluzionario, come metteremo meglio in evidènza in seguito. E' però necessario premettere uno schiarimento, o provocar lo, snll~. reale· portata della prima premessa di M. : « Incominciamo col dire che la rivoluzio. ne non Ja possiamo fare noi soli... » che resta dubbia, pur nella sua formulazione precisa. Per certo è evidente che non sarebbe compatibile con le nostre idee, con i nostri scopi .... ~ còn i nostri prinèipii fondament.ali, una ri· voluzione fatta senza il consenso delle masse, ·o, peggio, contro di esse; un tale· fatto costitui rebhe una dittatura-sta,to, e quindi sarebbe antianarchica, anche se esercitata dagli a:narchici sotto le specie di una realizzazione del I1 Anàrchia. Per q'uanto il « noi soli » pub E3ibliotecaG. o esprimere un'opposizione tra anarchia e masse, nulla vi è da obiettare alla tesi di Malatesta. Ma, sotto. un di verso rispetto, in quanto il « noi soli » è riferito, o riferibile, agli altri gruppi politici, alle « forze progressive esistenti » (1) sorgono fortissimi dub}?i. Invero l'alleanza con le <~ forze progressive » si ritiene una condizione indispensabile, un inevitabile fatto storico che non si può saltare, un 1nomento eRsenziale dello 'sviluppo anarchico, oppure è un :fatto di pura convenienza, che potrà verif~carsi per ragioni tattiche, ma dal quale potremo eventualmente prescindere 1 Cioè l'evoluzione delle forme politiche, con l'anarchismo in coda, è un punto fondamentale, una base dottrinaria dell'anarchia, od ~ una ideologia provvisoria per fini del tutto contingenti 7 Esiste tra la dottrina anarchica e Ja presente fase di sviluppo della società una ~ontraddizibne di premesse e di condizioni che e~cluda una diretta azione sociale degli atiarchici f Noi non vediamo alcuna ragione che si opponga ad un'attività autonoma ed immediata df'gìi anarchici diretta ad una forma di ricostruzione politica ed economica . Esiste allora una ragione di ordine pratico 'f Esaminiamo. l,e ragioni esposte da M. : « nel caso, poco probabile, che vfncessimo da soli, ci troveremmo nel1'assurda posizione o di imporsi ,comandare, costringere gli altri e quindi cessare di essere anarchici ed uccidere la rivoluzione stessa col nostro autoritarismo, oppure di « fare per viltade. il gran rifiuto », cioè ritrarci indietro e lasciare ~he altri profitti dell'opera nostra per scopi opposti ai nostri ». ' Quale è la reale consistenza di questo dilemma 1 La base logica di questo dilemma è fondata · su questa proposizione implicita: una forma d'ordine è necessariamente autoritaria se non sgorga spontaneamente dal seno delle masse. Sfl q~esta proposizione fosse vera noi non sapremmo trovare alcuna pòssibilità concreta rer un'azione anarchica nella produzione e nella politic&. . . (1) Qual~ delle fot·ze progressive es:stenti non lrn per pr-ogra.mma, salvo ltt differenza <lel metodo, la conquista del ·Potero, e non è qn:n<li potenzin.lmeute regressiva non nppe- . na la rivoluzione lo pern1etta di porre la qun cnndidnturtt per la suocessione al potere caduto? .. .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==