Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

314 PENSIERO E V·OLONTA' colme del più pericoloso esplodente che la pace di Versaglia ha stabilite in quasi tutti i punti di confine fra gli Stati d'Europa, le quali non mancheranno di prender fuoco non appena le polveri saranno àsciutte, o per combustione spontanea o al primo fiammif e1o ac• - ceso che un qualsiasi governante sventato o male intenzionato gitti sul suo passaggio. Tutti i protocolli firmati e bollati non diventeranno allora, ancora una volta, come sempre nella storia, che inutili stracci di carta. Oggi sono possibili delle illusioni solo perchè le polveri delle tapte mine che solcano l'Europa sono ancora bagnate, zuppe del tanto sangue e delle tante lacrime versate in quattro anni di guerra e di un belì~gero dopoguerra. I popoli no:n hanno ancora dimenticato, gli Statì sono spossati ; e di questi nessuno è certo di poter giocare senza enormi rischi una carta marziale, e ognuno respinge da sè la respon~ sabilità, d'aprire una nuova serie di guai tren1endi. Ma i motivi di nuove guerre, creati e I accumulati dalla pace di Versaglia (per non parlare che dei più visibilj e contingenti) sono così errarmi e numerosi, che non si vede come un semplice patto segnato sulla carta possa annullarli ed impedirne le più o meno prossime ma inevitabili conseguenze. Anche prima della guerra, del resto, le varie, società per la pace erano riuscite a costituire, all' Aja o altrove, non ricordi~mo pii1 quale organismo, cui perfino lo czar aveva aderito. 1\1:atutti i concordati, patti, regolamenti furo-- no annullati in un attimo, nel 1914. Si può star sicuri che non appena uno Stato qualsiasi si sentirà sicuro, e per armamenti proprii e per solidità di alleanze, di poter osare e vi sarà spinto dall'interesse delle sue caste dominanti ' la povera Società delle Nazioni crollerà come con un soffio crollano i castelli fatti per ozioso passaten1po con un mazzo di carte da giuoco. Ci si dirà: Volete adunque che tutti aspettino la vostra anarchia prima di tentare un modo di evitare i disastri della guerra~ Molto tranquillamente rispondiamo che infatti solo ' . . . con un organ1zzaz1one economica e politica su basi anarchiche si potrà stabilire nel mondo una pace sicura e durevole. Ma non pretendiamo che gli altri espettino, e. neppure che si uniscano a noi, se non sono persuasi che' abbia.imo ragione. Pensiamo che, anche prima, una qualche pace un po' migliore dell'attuale, un po' meno minaeciosa, un po' più stabile potrebbe pur essere raggiuD;ta. Noi non ce ne contenteremmo, ma non la disprezzerem1no. BibliotecaGino Bia ..co Siamo però molto lontani non soltanto dalla pace completa e duratura, che sola potrebbe essere assicurata all'umanità da un3:i organiz .. zazione sociale senza privilegi politici ed eco .. non1ici, ma anche da quella molto relativa cotlcepÌbile in rapporto agli ordinamenti che siairn soliti chian1are borghesi. E questi accordi della Società dtlle N a;doni ci sembrano quaf i una beffa atroce alla stanchezza dei popoli esausti e assetati <li un po' di quiete e di tranquillità. Certo anche i popoli, da parte loro, hanno da l'attuale stato di cose una grave lezione; poìchè proprio per essersi accontentati a un dato n101nento di una falsa qujete e d'una tranquillità apparente, si vedono ora fuggire dinanzi, inafferrabili, questi due beni di cui hanno tanto bisogno..... Ma non divaghiamo ! Dicevamo che siamo lontani anche da quella pace, che pur sarebbe relativ~mente accetta. bile dati gli organamenti attuali ; poichè l' at- · tuale, di cui non godiamo alcun frutto, non appare altro che come una tregua, una vigilia di armi, un 1nodo qualsiasi per riprender fiato e prepararsi a nuove guerre. Abbiamo visto, e la concordanza non ci fa punto piacere, che in queste no_stre constatazioni pessimistiche convengono anche i giornali fascisti da un lato e bolscevichi dall'altro. Ognuno intende però che la constatazione della dura realtà noi la f acciaimo con animo assai diverso, con diversi intendimenti e per dedurne conclusioni e propositi del tutto opposti e niente affatto scevri di speranze. Conclusioni e propositi che sarebbe inutile qu1 precisare, e che del resto sono ben noti, se si pensa che sono i medesimi o quasi che Michele Bakunin - anche lui Cassandra inascoltata del suo tempo - gridava nel 1868 agli utopisti democratici della « Lega per la; Pace e la Libertà » che con Vittor Hugo àlla testa sognavano gli Stati Uniti d'Europa proprio alla· vigilia della Guerra franco-prussiana. LO SPETTATORE. • J.T on sacr1 f,:care il Vero. alla setta, al pote7:e, alo. piccohi 'r,onvenienzd del niinuto, alle op• portunità M un giorno, al niestiere, alla carriera,, aila sim.pa.tia all'odio,,- dire il· Vero per .• tliè è dt.:yno rii uomo libero e di nazione civile, dirlo. perrhè altri lo ripetano da t"e e con te ' rrirlo z,t,·rcÌtè è il Vero. GIOVANNI BOVIO.

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