Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

. ' PE~~.SIERO E VOLONTA' 329 D J: O In uno degli ultimi numeri di Conscientia il noto settimanale protestante, Giuseppe Gangale, un uomo al quale non intendo negare nè l'ingegno, nè la cultura, nè l'audacia, nè la buona fede, affrontava a suo modo il grande problema di Dio. Vediamo se è concesso anche a noi, profani, di varcare le auguste soglie del tempio. della divinità. Lo faremo con tutta la purezza di spirito e di intenzioni di chi s~ essere questo il problema dei problemi, la nota, più, delicata della complessa anima umana. Fra tutte le scienze che possano illuminare i fatti dell'umanità più remoti, così nel tempo con1e nell'intimità del processo psichico, non ve n'è forse alcuna più preziosa della glottologia. Prima ancora infatti che a,lla filo, sofia e alla storia, l'umanità, tanto più sincera quanto inconscia e integra, affidò alla parola il significato. più genuino e profondo delle idee e dei sentimenti che andavano sorgendo, di associazione in associazione, nel suo vergine _.spirito e che, per l'altra via, pura. mente fisiologica, delle modificazioni perma- ·nenti p.ella struttura degli elementi cellulatt dell'organismo, dovevano trasmettersi, di generazione \Il generazione, fino a noi. Orbene, interroghiamo la glottologia, la scienza della descrizione e della interpreta. , zione del linguaggio, in proposito. Lasciamo da parte i popoli fermatisi all'ani: mismo o all'adorazione degli antenati - nei quali peraltro non riescirebbe difficile scoprire la continuità del processo - e veniamo tti quelli che più spiccatamente si sono innalzati alla concezione astratta dell'idea di Dio. La glottologia ci dà tre nomi: Heli-DiausGot. Il p~imo, noto anche al greco (Helios · sole), è più proprio della razza semitica; il secondo, propriamente indiano lo si trova ' - anch_e nel latino (deus, dies) e nel greco (Zèus); il terzo è tipico della razza germanica. QuaP è il .significato di queste parole 7 H eli, connesso anohe con parole che hanno il sig'ui- •. ficato di « bruciare », vuol di re sole; Diaus indica luce, giorno.,· Got, gradazione fonetica della radice più generale get della stessa lingua, che significa prendere ha, evidentemente, il significato . reale di preda. Un esame più minuzioso della quistione glottologica, oltrechè inutile data la evidenza de! ragguagli, ci porterebbe troppo lontano Biblioteca • 1n da~ nostro argomento, e non 1nancano, a chi vuole chiarirsene meglio, ottime guide nei libri e nei dizionari di glottologia. · Ma la glottologia ha detto -tutto quello che poteva; spetta a noi ora di interpretare le sue indicazioni. Dunque Heli è il sole che brucia Diaus il ' giorno risplendente, Got la preda in cui l'uo1no tra.va, nelle 'inclementi selve della Germania .di un tf}mpo, il cibo e la vita. L'idea del sole che brucia, come idea suprema, cardine dell'associazione intellettuale e~ '· per riflesso, di quella morale, noi la troviamo presso i semiti. Ma chi sono costoro 1 Donde sono venuti 1 « Dal paese d'Oriente » ci dice la Bibbia. Ma la stessa Bibbia ci dà, in proposito, altre notizie non meno interessanti. Essa dice che quei popoli che vennero dall'Oriente e che si chiamavano « i figli di Dio », avevano, come nome per indicare Dio, J ahvet, parola che, glottologicamente parlando, non è che una gradazione fonetica di Diaus. - Inoltre questi << figli di Dio », a un certo punto, s'innamora- ~ rono delle « figlie degli uomini » e si unirono con esse : la razza cioè che proveniva dall'Est si incrociò con un'altra razza che le si imbat• • tè nel suo cammino. E dopo questa fusione vediamo, a poco a poco, declinare il nome J ahvet e subentrare, accanto ad esso, Heli e il suo plurale H eloi1n ( « gli astri » e perciò « il cielo »), fenon1eno di cui pi ii tardi le tradizioni e i miti storiografati e amplificati ci conservano anche nella lingua letteraria la traccia. E' evidente che abbiamo qui la fusione di due razze e di due lingue e eh.e il nome Heli uon proviene dai popoli dell'Oriente ma dagli altri. Chi sono questi altri popoli, questi popoli antichi_ che si sono spinti a,nche nella Grecia dove il sole si chiama Helios 1 Un'altra scienza, l'antropologia, soccorse mirabilmente alle nostre ricerche. Conformemente ai principi della più coerente delle scuole evoluzioniste, quella che pone un centro di :formazione umana attorno ad ogni zona abitata da scimmie antropomorfe, e sui dati del più attento esame somatico antropologico, un antropolo~o di fama indiscussa, il Sergi, è ~rrivato a stabilire la esistenza, in una antichità remotissima, di un popolo di razza camitica, evidentemente giunto a un grado rilevante di ci viltà e di espansione, in• tutto il bacino del Mediterranei, nell'Egitto e fino all'Eufrate dove, coizato con un'altra (

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