Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

328 PENSIERO E VOL0NTA' perenne realizzazione. 11VIuana forte volontà, com'era in Bruno, si muta in fede e in teli gione appunto in rapporto alla ~peranza, anzi alla éertezza del trionfo, da cui quella è animata e che da quella scatµrisce. Senza che Giordano Bruno si sia preoccu · pato di fissare dcl-ibt ratamente e secondo uno schema prestabi1~ro, in un _Javoro organtco delle norme c·oncrete di condotta morale, 1 suoi ,principii n1orali scaturiscono da ogni pagina, si ;può ,dire, delle sue opere (r). In sostanza la sua è la· morale dell'azione, dello sforzo, della continua tensione, dell'autoliberazione, contro la moral~ .asinina della ra•• segnazione e dell'obbedienza. La mia religione, egli dice in sostanza, vale a dire la' norma morale della condotta, io la debbo unicamente alla mia ragione, ai « lume naturale» del mio intelletto; ed è la ragione e l'intelletto che vedono Dio in tutto · le cose. Io ho « intenzione di trattar la moral filosofia secondo il lume interno, che in me have irradiato e Ìrradia il ,divino sole intellettuale>> (2). Asini è ignoranti sono quelli che ricevono il lume dal di fuori, che cono: scono Dio per mistica rivelazione, per sola fede e non cc per scienza ed opre >>; ed essi sono, in _paragone a coloro che vedono là vèrità ·per virtù propria,- come 1' « asino che Porta li sacramenti» (3) senz'avern,e merito alcuno. La verjtà insomma, in tutti i suoi gradi( deve essere per l'uomo non un dono dall'alto, bensì una sua conquis~a dello studio e del lavoro, del1a lotta e del sacrificio, [)erse• guita attraverso ogni ostacolo senza curarsi del favore dei potenti o ,del plauso delle mol~ titudini. A questo comandamento morale della sua coscienza 1 Giordano Bruno volle e seppe ubbidire fino all'ultimo. E la sua gloriosa e orribile fine sul rogo suggellò la sua fede nella rivolta del pensiero, nella tendenza dello spirito a superare il mondo circostante ed a vincere in sè stesso il dolore e la morte. In quella mattina del 17_ febbraio 1600, mentre il martire della libera filosofia -- frate ..epo,stata ed eretico inipenitente - persevr~·rando nella sua ostinatione - senza 'Voler ascoltare n~ confortatori nè aOltri ·{4) - (1) ARTURO LABRIOLA, vedi· in ·' Degli eroici turori ,, disegnati i lineamenti d'una morale che eliminò. la necessità eduna educazione ecolesiastica (A. LABRIOLA, Gfovanni Bovio iGiordano B uno). · . (2) G. BR11br◊: Op. italiane, VoL II, pag.7. (3) G. BRt'NO: Op. italianf:., Vol. II, pag. 833. (4) Parole testuali oon cui si dette notizia del supplizio di Bruno negli "Avvisi,, del t.empo e se ne conservò me- :tp.oria nei registri dei Confortatori dei Moribondi. Bib I L 3 id - • · era condotto dal braccio secolare, .cui l'aveva abbandonato la ,Chiesa, verso la catasta su cui - doveva ardere a ,Campo di Fiore, ·si sarebbe potuto dire che per sè stesso e (Per quell'istante di eroismo supremo avesse _egli nove anni prin1a, quasi .profeta, nel poema latino De Monade, Numero, et Figura messo in bocca al « gallo morente » questi magna- . . . n1m1 versi : « Ho lottato e molto : credetti •poter vincere, •e 1a sorte e la natura repressero lo studio e gli sforzi. Ma qualcosa 1è già l'essere stato in campo: giacchè il vincer, lo vedo, è nelle 1:11ani del fato. Ma fu in me quel che poteva, e che nessuno delle g•ene1azioni venture mi negherà; quel che un vincitore poteva metterci· di suo; non aver temuto la 1norte, con jermo viso non aver ceduto a nessun niio simile, ave1' preposta uria morte ani1nosa a -u.navita imbelle >> (r). , Dopo due secoli di -vittorie scientifiche -e , politiche d-el Pensiero e della ·Rivoluzione sembra oggi_ che La società civile stia sprofondando in un periodo di crisi ohe molto assomiglia al fosco inizio di quel Seicento di decadenza e di morte che s'aprì col rogo di Bruno. Mutate le idee, con fini diversi, gli uomini restati fedeli alla causa del progresso umano debbo.no far proprio l'eroico proponi .. mento di lotta e di sfida al dolore e alla morte, che Giordano Bruno si dava per programma n.egli ultimi 1anni della sua vita. Forse La rivincita della civiltà non è vicina come noi vorremmo. Ma la storia non si misura a giorni. Forse ai liberi ed ai volenti si preparano giorni di nuove sconfitte e miserie e dolori; e 1a loro via si farà mano che sali,ranno ,più aspra, difficile, irta di sassi taglienti e di rovi, che strapperanno al viandante lacrime di sangue. Non importa : bisogna perseverare, bisogna continuare a salire verso le ideali cime; e dove il passo sia più difficile e contrastato, dove la tormenta più infurii col suo soffio di distruzione e di morte, ivi più forte a sè stesso ogni viandante del santo cammino deve ripetere il. monito del Poeta : , Ogni viltà co1ivien che qui sia morta. LUIGI FABBRI. - -------- - (1) G. BauNo : De Monade etc. cap. V1I in Opera I, 11; 425 (Citazione e traduzione dal latino di G10TANNI GENTILJ!ì . in Gio7:dano Bruno .ed il pensiero del Rinascimento, pag. 4.9-50. , . ,

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