Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

) PENSIERO E VOLONTA' 295 to della ca·pitale a Roma. Durante il Risorgimento, tutti i critici più astuti della Unità italiana interrogano la piazza, per cttenere conferma popolare al1a loro ·tesi : e la piazza li accontenta. Essa fornisce argomenti a Thiers a V euillot, a l\!Ietternich e a Donoso Cor{es. La piazza è l'eterna delusione di l\llazzini il suo ricorrente falli1nento; ' . ,e il popolano Sciesa - imprudentemente citato - è ,così poco di piazza, come Ciceruacchio è poco eroe. Nell'Ottocento> Ja piazza è a favore di Borboni e di Lorena e di papa Pio, perchè questi signori, questi rappresentanti degli antichi regimi, dànno sempre un po' di corda all'antica anairchia italiana; ~vno contro i liberali, ma làsciano che la piaz .. za si sfoghi nelle procèssioni, nella corsa dei berberi, e, di quando in quando, anche con una buona piccola son1mossa contro le gar belle ... ». Questo scrive uno tra i più colti ed acuti , giornalisti italiani ! Ma contro le esagerazioni paradossali e le arbitrairie generalizzazioni stanno, oltre che 1a storia, i valenti istoriogr.afi. Ecco, ad e-- sempio, il !Pensiero <li Gaetano Salvemin'1 u questo riguardo. Egli scrive, nella conclusione del suo Mazzini (Roma, 1920, pagina 133). cc Nè l'opera degli apostoli, dei combatteu- .ti, <legli statisti deve f.arci dimenticare quel .. lo che fu il fattore principale del nostro Risorgimento: la g;rande opera collettiva della nazione anonima e non aggiogata a nessun uomo ~ a nessun partito, l,a quale col suo lucido buon senso, col suo non molto eroico, ma agile e geniale opportunismo seppe volta per volta aspettare ed osare, telll{l)estare e tacere, tirarsi indietro per saltar meglio in avanti, prendere il bene dove lo trovava, fondere le iniziative, diverse discordanti avverse, in ·una grande sintesi armonio., sa ed eqù,ilibrata ». Mi •pare che la questione possa interessare e che sia utile il trattarla, specialmente ore che siamo •rifugia ti in biblioteca ! Non ho_ a mia di"s2osizione che uno sc~rso materiale 1 e sarò frammentario, lacunoso. ,Credo, del resto, che basti una rev1s1one s0111maria, dato che ogni studioso potrebbe trovare ampie e precise conferme a quello che •diremo. C. B. Non 'iJolendo_ e.ser<~nè paà1 on-i, nè servi P✓ non t·ruvando modo, nella società attuale, di ·e-.ssere 'U.Or>lt1H, l1:be 1 ri tra liberi, siam divenuti ribelli. 8 io iaraziQn~ ~e,gl~aua~chioi a;ly~oce$$O dlBenevento del 18:,7 la leggednedlal'Anticr Il mito dell' .A.nticristo pesa come un incubo sulla umanità cristianizzata. Rovescio- e conseguenza del mito di Cristo. esso nacque, come quest'ultimo, nella società ebraica del I secolo ; ma, come il mito gemello, fu solo nel trapiantarsi nell'Occidente, e specialmente a Roma, che completò il ciclo della sua evoluzione. insediandosi, spettro inconsistente e funesto, nelle anime e nelle menti della urn anità desolata, a sugellare e ribadire in essa le tare della degenerazione, a conculcare ed atterrire le forze e le volontà di rinnovamento. Ma è tempo che la mina, pazientemente scavata nei secoli, attraverso irrisioni e persecuzioni senza fine, dalla indagime umana sotto il doppio mito, sia fatta esplodere finalmente e seppellisca fra le sue obbrobriose rovine queste superstiti forme della idolatria primitiva, che inceppano lo sviluppo di tanta e così nobile parte dell'umanità, la quale è pure -la sola che possa mandare il grido del richiamo alle altre razze per la celebrazione di una umanità più vera e più degna. Guardiamolo negli occhi questo mito. * * * 8a~piamo come nel mondo giudaico, già da secoli volgente - di fronte all'affermarsi delle grandi monarchie militari dell'Asia - a sicura e visibile decadenza (la sua iniziativa d'incivilimento era tutta fondata sul concetto, che è l'ultima evoluzione delle civiltà teo.cratiche di . ' un monoteismo nazionale tendente a universaJizzarsi attraverso il « popolo eletto » - con. cetto proprio delle razze semitiche e corrispondente ai caratteri clin1atici della zona in cui queste si formarono e all'epoca antica della , loro sistemazione, ,e che ricorda- così da vicino q~ello islamico che rivive dallo stesso tronco) ~i ~ra andato sviluppando, all'ombra del pro~ fet1smo e di alcune società mistiche - come correlativo psicologico alla progressiva deca~ denza - un particolare stato d'animo noto l . ' co no1ne d1 ~spettazione messianica, consistentl' nell'assoluta fede nella venuta di un personaggio, protetto da Dio, il quale avrebbe restituito la gloria e 1 'egemonia ·aI popolo di Giuda. Tale aspettazjone, acuitasi in s01runo grado a~ tempo dell'incorporazione di quel popolo nella Siria, r'aggiunse il parossismo con la sua annession~ all'impero dei romani. Dopo tentativi jnsurrezionali armati troncati in sul , na.scere, essa sboccò in una nuova corrente, di-

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