Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

PENSIF.RO E VOLON1 .... l\' ---=-=-----_:_--~~-----------:---------------~---- -- -··--·--- I Libri ~VIRGILIA n' ANDREA: L'Ora di Maramaldo. ARMANDO BORGHI: Il Banchetto dei Cancri. Edizioni della ''Libreria Editrice Lavo- .ratori industriali del Mondo,,, Brooklyn· " .N. Y. - Fr. 6,10 ciascuno. Questi due volumi meritano assai che se ne parli, eppure è assai difficile. il parlarne. Ne parlo, nonostante, unendoli in uno stes .. so elogio come i loro autori sono uni ti in uno stesso vincolo di affetto e di lavoro., benchè siano così diversi, l'eco di- due meiJ. . talità, o meglio di due sentimentalità d.i-- versP Più difficile di tutto a par lare ~ del libro <li Virgilia D'Andrea, -per due ragioni: un.a che mi riguarda, in quanto si tratta di · un lavoro letterario moderno, ed io sono .affatto incornpetente in materia· di letteratura moderna; l'altra ragione è co.mune a tanta parte degli .altri mortali che mi vivono intorno, in quanto le pagine della D' .l\.ndrea .sono delle più auda ci - e le e< circostanze >> non iper1nettono inni all'audacia. N onostante dirò quel poco che saprò e potrò, e che l'avaro spazio ,della rivista mi consentirà. Il libro della D'Andrea"' è una raccolta di ·scritti sugli argomenti più varii, ma tutti ri-• ferentisi. all'attualità italiana dal 1920 ad oggi. E' appena se vi si trova qualche nostalgico richiamo al passato, come quando el - la parla con parole commosse dell'indimen. ·ticabile nostro Pietro Gori. In quanto alla forma letteraria, è quel1a immaginosa che i nostri lettori conoscouo : il libro contiene infatti anche la riproduzio-- ne dell'articolo « ,J\1aggio in gram.aglia >>chf , vide la luce in queste pagine nella primave-• ra dell'anno scorso. E del resto la prosa d.el~ la D'Andrea non ,è ignota a quanti han seguito con un po' d'attenzione le pubblicazionj dei giornali sindacalisti ,ed anarchici italiani da. verso il 1917 ad oggi. Coloro ch\j l'han sentita, oratrice di mille comizi e conferenze dal 1918 al 1922, (ritroveranno in questo libro la D' And1 ea che · essi hanno tante volte applaudib:t. Io, che in letteratura sono ·piuttosto un «passatista>> vorrei fare qualche riserva su certe arditezze d'im1nagini, di figure, di ,antitesi, di similitudini e d1 sti1e; ma probabiln1ente il torto· sarebb-.~ dalla parte mia, e quindi... non insisto. lMa la forma esteriore letteraria, che del B . resto giace a moltissimi - e questo per chi I I _,. J n_ scrive è l'in1portante in questo libro, ·chtt è anche una battaglia, è cosa secondaria. As-- sai più interessanti sono gli argomenti e cose che richiamano alla nostra mente una storia tro!l)po recente -e non ancora. unita per ' non commuoverci ad ora ad ora nei sensi . ' .. p1u varu. Sia che la penna della scrittrice evochi le ombre dei 11ostri migliori tragicamente scomparsi, sia che versi un po' •di balsamo su ferite non ancora. rimarginate ne' nostri cuori, sia che dica le nostalgie .della lotta e del1' esilio, sia che esprima i lunghi dolori o le brevi gioie della vita militante, o che scatti in accenti d'ira o che si levi sulle ali della sper.anza, sempre sono parole, le sue, che trovano le vie dell'anima e la costringono a ricordare e a pensare. Non mancano nel volun1e alcune p•dg1nc di polemica, pensose pagine che a proposito d'una immane tragedia di qualche anno addietro, cui è fataimente legato il nome del1' anarchism·o, dicono forse al di sopra d'ogni di·versità di vedute la 1 paro1a più giusta, che è la parola della pietà, cc che l'uomo a l'uom più deve >>con1e disse il Poeta . Se il libro della D'Andrea. ,è l'eco di tutta un.a passione vissuta da quattro anni a questa •parte, in cui il sentimento ha sopratutto ìa parola, il libro di Armando Borghi ci dà l.a visione cinematografica degli otto o dieci mesi che vanno da1 m.àggio 1924 al marzo 1925, - d'u·n.a visione però non del tutto nostra (per quanto alla nostra assai vicina e simile), ma quale doveva. essere di eh~ guardava le cos-e d'Italia da lontano, da o1tre confine : vale a . dire da dove era possibile qualche speranza o illusione di pitì., che non fra chi. le cose vedeva molto da vicino ed era- perciò forzato da una visione più esatta della realtà ad un minore ottimismo, In ca1nbio però di qualche atomo d'ottimisn10 iu più, il ]ibro di Borghi ha il vantaggio di una. maggiore serenità; e di vedere per conseguenza da lontano più chiaramente non poche cose che sul posto o troppo da presso non si vedono o si vedono in confuso. Qu.ando ho detto che Borghi ci dà la visione dell\ultimo ·period~, di otto 10 diec1 ' mesi, della storia italiana non si creda ad una narrazione dei fatti : non intendevo dir questo. Volevo dire che egli passa jn rasse • gna li 1novimento di idee, di speranze, di sent~menti, di contrasti che dai fatti, dagli episodi d'una movimentata cronaca politica, è stato determinato. E per quanto non· vi

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