Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

1304 PENSIERO .E v.. OLON1 A' . Quale fu l'atteggiamento, sia pttre soltanto sp~rituale, di 1 Gtordano Bruno di fronte alle istituzioni sociali e politiche del suo tempo? Non possiamo parlare che, di atteggiamento ~pirituale, perchè ,Bruno non pattecipò affatto alle lotte politiche de' tempi suoi; .ed anche così" non possiamo !Parlarne che aprendo una parentesi, uscendo in certo· niodo· di carreggiata, perchè soltanto indirettamente ~ di sfuggita il pensiero di Bruno si volse ad argomenti che non fos$ero esclusivamente filosofici e m•etafisici. L.a grande istituzione sociale che aveva rien1pito di sè il medio-evo e si trovava· ai tem.pi di Bruno a dover sostenere una lotta mortale contro la recente rivoluzione protestante - la Chiesa di Roma - ebbe indubbiamente nel' Nolano un nemico. · Fu l'inimicizia del pensator,e, non del c~mbattente politico; e non !Per velle~tà di riforma religiosa, perohè egli non era attratto punto dal movimento luterano e calvinista, cui si mostrò ostile non· meno che al cattoli •- cesimo, poichè in quello veqeva inutili ca• gioni di guerre e quasi un.a rivalità di bottega. L'ostilità alla Chiesa Romana di Giordano Bruno era ,più radicale, più figlia del Rinascimento italiano propriamente detto, che fu quel meraviglioso movimento di liberazione dello spirito umano che tutti sanno. . · Poichè Bruno si o~cupa solo di problemi filosofici e morali, l'ostilità alla Chiesa romana si manifesta solo incidentalmente, q11a e là, ,ma in modo indubbio. « Nell' A rtijìcium Perorandi scriverà : chi dice monaco dice in. sieme superstizione~ avarizia, ipocrisia, l'jnsieme di ogni peccato ,e per ciò più brevemente un monaco; nell' Oratio consolato•ria la fede romana è la misera religione, la Curia romana. è la « violenta tirannide tiberina» (1). Per quanto sotto un linguaggio figurato o allegorico, l'ostilità antichiesastica si sente fortissima, ricca d'ironie e di sarcasmi so- - . ' pratuttto nello « Spaccio della Bestia trion .. fante » ( tanto che fino da' tem!pi suoi si disse e credette da ·molti che sotto il nome di « be .. stia trionfante n il Nolano volesse intendere il papa) ed anche nella « Cabala del Cavallo Pegas~o >> e nell' « i\.sino Cillenico ». .St sente i:1 Bruno l'odiatore di ogni ti~an .. n1de che e< libertà va cercando eh' è sì cara » . . ' 1n continuo pellegrinaggio per il mondo· ma sopratutto a lt~i preme la libertà dello ~piri-- (1) ARTURO L~nruoLA, Giovanni Bovio e Giordano Britno • • Ed~ Società parteno,pea, Na o}i) pag. 61. · B1 L8va ~ ~a ilJO to, del pensiero, la libertà d'investigazione scientifica e filosofica; e ciò che più odia è la tirannide che grava sulle menti, l'ignoranza che rende stolt,e le masse e ne fa lo .;trumento dei ,potenti, queste poveire masse ignare e sorde ai richiami dell'idea, che· andavano con tanta gioia crudele a v·edere bruciare· i filosofi eretici ! Egli combattè il principio d'autorità sopra- · tutto ribellandosi ad ogni ipse dixit. L'autorità, scriyeva al rettore dell'università di P et· rigi, non è· fuori di noi ma dentro di noi· un~ luce divina brilla al fondo dell'anima ~ostr ~1 per ispirare e drizzare ogni nostro pensierro: ,ecco l'unica autori~à. Nella Cena delle Ceneri pr?tes.tava « .c~e lui non vedeva per gli 0 ,_._ chi d~ Copernico n.è di Tolomeo, ma per 1· P:opri, quanto al giudizio e alla determinazione; b~nohiè quanto alle osservazioni, sti 1:. q dover molto a questi e altri matematici ». Uomo del secolo di Tommaso Moro e de1 (~am,panella, non poteva non sentire indign "· zione contro le ingiustizie sociali; e per quan to ·del tutto incidentalmente e setiza occu. parsene df pro,posito, scrisse parole vivaci, che mostrano come egli condividesse alcune idee comunistiche che fin da allora comincia ... vano a far capolino negli scritti di letterati e filosofi -come i sunnominati e a ispiirare cer ♦.r-. sètte dì ribelli come gli Anabattisti. ' Frequenti allusioni a questioni di carattere sociale SOillo specialmente nei dialoghi secon. · do e terzo dello « Spaccio della Bestia triot:- fan te )) ove molto si parla della ·ricchezza e della povertà, del lavoro e dell'ozio, ecc. Sentite se questa aipostrofe alla ricchezza non sembra la rr~p.etizione di quelle infiammate con c~1i cir~a un mezzo secolo· prima, durante la r1voluz1one anabattista in Turingia e nell'.A.1- ·sazia, il celebre eresiarca e comunista Tomn1aso ·Munzer, che poi finì sul rPatibo.lo, s·uscitava alla rivolta i cittadini e i contadini: « O Ricchezza, tu non ci dici il . vero più che il falso; perchè tu oltre sei quella, pet cui zoppica il ·Giudizio, la Legge sta in silenzio, la Sofia è ca1pestata, I.a Prudenza è incamerata e la verità è depressa: quando ti fai compagna di bugiardi ed ignoranti, quando favorisci col braccio de la sorte la pazzja, quando accendi e cattivi· gli animi ai piaceri, quando amministri alla violenza, quando resisti a la giustizia; e a pi11essoa chi ti possiede non meno apporti fastidio che giocondità, difformità che bellezza, bruttezza che or.namento, e non sei quella, che dai fine ai fastidi e miserie, inia che le muti •e cangi in altra specie, sì che in 0ipinioue sei buona, ma -in verità . . .,,. ..

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