Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

PEN·SIERO ·E VOLONTA, ' \ ... li quali hanno ritrovato questa linità... Chi ha ritrovato quest'uno, dico la ragione di questa '1.11lità,ha ritrovato la chiave senza la quale è impossibile aver ingresso alla vera o contem,p.}azione della natura» (I). La materia, secondo Bruno, è una, sempre la medesima e immutabile; e non è lei che si muta nella infinità dei cor,pi esistenti, bensì il suo composto. ,.Cosi, tPer esempio, in caso di morte si dirà non che << la forma fugge o lascia 1a materia, ma piuttosto che la materia rigetta quella forma per prender l'_a]tra »; non si- tratta di mutazione da •un essere in un altro, ma di mutazione del « modo di essere» (2). .Giordano Bruno protesta contro coloro che disprezzano la materia, come la femina cau .. sa del peccato; egli al contrario la esalta e proclama immortale e infini.ta con un linguaggio che anche a noi 1 appare ,più che moderno: « Siccome ne l'arte variandosi le forme è sempre una materia medesima c:he !Persevera sotto quelle... non altrimente nella natura, variandosi in infinito e succedendo l'una all'altra le forme, è sempre una mate .. ria m·edesima. .. Quello, che era seme si fa - erba, e da quello che era erba si fa StPica. da che era spica si fa pane, da pane chilo, da chilo sangue, da questo seme, da questo embrione, da questo uomo, da questo cadavero, da questa terra, da questo pietra o altra cosa; e cossì oltre ... Bisogna dunqué che sia una medesima cosa, che da sè non è. pietra, non terra, non cadavere,,. non uomo, non ,embrione, non sangue od altro ... » (3). « Da questo si può conchiudere (prosegue più appresso) che nessuna cosa si anichila e perde l'essere, eccetto che lo forma acciden-- tale esteriore e materiale » (4). L'unità, uni•. versalità e indistruttibilità della sostanza, e quindi k1 sua eternità (egli la èhiama altrove (5) « l'eterna sostanza corporea ») fa sorgere spontaneo il pensiero della negazione del dogma cattolico della_ creazione, e si com.. prende allora, anche da questo lato, come la chiesa d1 Roma abbia gridato: anatema sit ! 1'1a seguiamo ancora il pensiero di Bruno : ·« Quel tutto che si vede di differenza negli co~pi. .. non è a1tro che un diverso volto di medesima sustanza ... Però tutto quello, che fa diversità di geni, di specie, differenze, proprietadi, tutto che consiste nella genera- (1) G. BaUNo, .Ope1·eitaliane, Vol. I, pag. 243 e seguenti. (:3-) G. BRuNo, Opere italiane, Vol. I, pag. 238 e 2-12. (3) G. BaUNo, Opere italiane, Vol. I, pag. 201. (4:) G. BRuNo, Opere italiane, Vol. I, pag. 208. 1 (n) G. B1npw, Opere italiane, Vol. II, pag. 8. Bi i o ·Bia co zione, alterazione e cangiamento, non è ente, non è essere, ma condizione e circostanza di ente -ed essere; il quale è uno, infinito, , immobile, soggetto, materia, vita, anima, vero e buono» (I). Questa unità della sostanza Bruno la trova anche nei confronti fra le varie specie animali, confronti che antici,pa!llo molte osservazioni e deduziou1 della t,eoria evoluzionista. A tal proposito Erminio Troilo nota come « il Bruno, parlando (2) delle somiglianze· fra le scimmie, ·orsi, ,ecé., con l'uomo, e confrontando le attitudini ed operazioni mirabili di ragni, api, formiche ed altri insetti,. sembra voglia levar via ogni distinzione fra istinto -ed intellig,enza. Nè meno notevole è il fatto ohe, !Prevenendo il disegno evolutivoconcepito da Wolfango Goethe in l"iguardo speciale alle piante, dice altrove in sostanza che l'intelletto universale da dentro del se1ne o radice nianda ed esplica il stipe; da dentro il stipe caccia i rami; da dentro i ra1 • mi le forma te branc'e I da dentro q'lleSte isPie- ' ga le genime; da dentro fo•rma, 'figura intes- . se, co11ie di nervi, le fronde, li fiori, li frutti.... , non senza aggiungere simimil11;1,ente negli animali, spiegando il suo lavoro ... » (3). Salendo dalla considerazione delle cose e animali particolari della terra .alla comprensione della sostanza nella sua universalità, Giordano Bruno torna a s.piega:re il concettot che aveva già a•ccennato nel De iimbris idea- , rum, che cioè « le serie del mondo intèllettuale corrispondono alle serie del mondo naturale, perchè uno è il principio dello spirito . e della natu,:-a, uno è il pensiero e l'essere » (4). Così 1'unità .della sostanza 5i riallaccia fcllla infinità dell'universo. « Perchè nell'universo tutto è uno; e possia1110 sicuramente affermare che l'uni~,erso è tutto c·entro, o c'he il centro dell'universo è 1_Jertutto, e che la circonferenza non è in parte alcuna, ,p.er quanto è diff,erente dal centro; o pTur che la circonferenza è per tutto, ma il centro non si trov.a in quanto che è differente da quella ... Come tutte le cose sono l'universo, e l'universo è in tutte le cose, noi, in quello, quello in . tutto concoirre 1n una [)erfetta . ' 1101; e cosi unità » (5). •(]) G. BRuNo,. Opere italiane, Vol. I, pag. 245 e 246. (2) Nella '' Favola del Cavallo Peg-aseo ,, dialogo II, G• BauNo, Op. italiane, Vol. II, pag. 2n3-257. (3) ERMINIO TR01Lo, La fi-losofl,a di G. B1·uno, pag. 130 e 131. (4) FRANOEsooD11~ SANCT1s, Stvria della letteratura. italiana, Vol. II, pag. 192. (5) G. BRUNt>, Ope-re italiane, Vol. I, pag. 241, 242 e 248. ,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==