Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

302 PENSIERO E VOLONTA'' i ' • sjstema filosofico di Giordano Bruno sono nella sua concezione dell'universo, nuova per quei tempi, che negava e s'opponeva alla veccihia teoria geocentrica di Tolomeo e degli scolastici. . Secondo questa antica conéezione del mondo, su cui La teologia e la filosofia insieme si fondavano prima di Bruno, la terra era immobile e al centro e al di sQPra di lei gli astri e il sole roteavano come umili servi. Tu~to l'universo si concentrava attorno la terr.a, quasi alle sue dipendenze, attorno al pianeta che aveva l'alto onore di ospitare l'uomo, il re· della natura, la creatura prediletta di Dio. Copernico rovesciò tutta questa concezione infantile dell'universo. Oggi, che 1 per gli scoiaretti di otto anni è verità comunissima il moto della terra intorno al sole e l'idea del- . la pluralità dei mondi è compresa da ogni persona che abbia un minimo di coltura, la 1nente nostra stenta a rendersi conto dell'enorme rivoluzione portata nelle idee · dalle scoperte astronomiche che vanno da C0ipernsco a Galileo. 1\1a allora fu come lo sfasciarsi di un mondo; una quantità di argomenti della scolastica vennero distrutti e molte tradizioni bibliche crollarono. La terra non essendo più che un modesto pianeta del sistema solare, l' uon10 veni va scacciato dal trono di « re dell'universo », e lo stesso Dio cattolico ci faceva una magra figura .... La mente umana vedeva così aperta din-· nanzi a· sè la porta verso le più audaci ipote~i. Giordano Bruno ·vi si lanciò con tutta la foga del suo ardore n1eridionale; sull'jndicazione copernicana, intuì verità scientifiche ulteriori, e si rese conto di ciò a cui lo stesso Copernico non era giunto, :petchè questi (come Bruno stesso diceva) « più studioso delLa matematica che della natura non ha potuto profondar e penetrar sin tanto che ipotesse a fatto toglier via le radici d'inconvenienti e vani principii » (r). Copernico, inoltre, al sistema geocentrico aveva S?stltuito quello ,eliocentrico (che cioè fa del sole il centro dell'nn1verso); Bruno invece va senz'altro più in là, e per il primo intu1sce la ve1·a costituzione del mondo cd espone arditamente il concetto dell'infinità e dell'eternità dell'universo. I fatti già accertati con Copernico sono !Per lui come l'indicazione per la via da seguirsi, e gli suggeriscono ipotesi, cui Copernico e lo stesso Galileo non osavano giungere, su . (1) « La Cena delle Ceneri.• - G. BauNo, Opere ilei liane Vol. I, pag. 19. • L Gino Bian-~o verità scientifiche man mano dopo di lui più ' chiaramente venute in luce o che, come la abitabilità dei mondi lontani, sono ancor oggi allo stato di se111tl)licipotesi. Egli nell'opera principale in cui tratta di questi argomenti- - « Dc l'Infinito,, Universo e Mondi» - chiama le vecchie idee sull'ordine degli elementi e dei corpi sogni, fantasie, chini ere e pazzie ed in un altro punto sogno e vanissirna f~ntasia che nè pe1 nat-i1,rasi verifica nè Per ragione sir prova (r). Egli afferma che « uno è il ciclo, il spacio immmenso, il seno, il continente universale> l'eterea regione, per la quale il tutto discor- , re e si move. Ivi i11numerabi1i stelle, astri, globi, soli e terre sensibilmente si veggono, e infiniti ragionevolmente si argumentano. L'univ.erso immmenso e infinito è il composto, che resulta da tal spacio e tanti compresi cortPi... ( 2). E' un infinito cam,po e spacio continente, il quale comprende e penetra il tutto. I~ quello sono infiniti corpi simili a questo, dei quali l'uno non è tPiù in mezzo dell'universo che l'altro, perchè qu-esto è infinito, e però senza centro e senza margine ... Di maniera che non è un sol mondo, una sol.a terra, un solo sole; ma tanti son mondi quante veggiRmo circa di noi lampade luminose ... » (3). E più appresso, alla domanda se gli altri mondi siano abitati risponde che non v'è ragione « che llll razionale e alquanto svegliato ingegno» possa immaginarsi H, contrario (4)'. Da questa concezione dell'infinità e dei mondi Giordano Bruno trae l'ipotesi della eternità della sostanza e della unità sua. Abbiamo già citata la sua affermazione, con cui s'inizia il terzo libro di « De l'Infinito, Universo e tl\liondi » : [Tno è il cielo, lo siPazio i11i1nenso, ecc .. 1\1a questo concetto dell'unità egli lo 8tl)plioo a tutte le cose, dall'immensa1nente· gra:nde a.ll'iinmensamente piccQlo. Questa concezione, con la quale Bruno dal campo scientifico, da cui aveva !Preso le 1nosse; va sempre più elevandosi in quello filosofie<>, è specialmente esposta nell'altra opera « De la Causa, Principio et Uno>>. Quivi la teoria dell'un_ità della sostanza, risultante dalla sua molteplicità, è magnificata ·~omeil frutto della vera sapienza : « Qnelli filosofi hanno ritrovato la sua amica Sofia (5), . ' (1) GIORDANO IlRuNo, Opere italiane, Vol. I, 1rng. 346 e 345 t2) G. BRuNo, Op. italiane, Vol. I, pag. 332. (3) O. BRrNo, Op. italiane. Vol. I, pag. 356. (4) G. BRUNO, Op. italiane, Vol. I, pa.g. 357. · (5) Personificazione della Sapienza, la quale in greco si tra.duoe appunto Softa.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==