Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

· PEN·SIERO E VO:LONTA' 297 , •· Ohi fosse in sostanza, l'Anticristo non è di.tficile comprenderlo: e; l'impero rom&ino, anzi, pi h precisamente, Nerone. Ed era logico. Un popolo come l'ebreo, il cui orizzonte politico non si era mai allargato oltre la cerchia che si estende dalla Caldea - attraverso •l' As .siria, la ~iria e la Palestina - all'Egitto, ·· clie assisteva da secoli agli sforzi vani (tali perchè partenti da popoli in decadenza) dei vari stat1 compresi in. quel panorama, dli dare a quei popoli una sistemazione soddisfacente e duratura, non riusci va a vedere, in quel succedersi vertiginoso d~ sforzi violenti quanto sterili, che una riprova della ineluttabilità del trionfo di una sua propria iniziati va da vè.. nire. Nella mentalità d'i Giudei,' era il loro dio nazionale, Iavez (alias Giove) che lasciava il campo libero agli altri popoli per accumula.. re sui loro capi la maleflizione delle stragi .compiute e averne occasione di intervenire a t6mpo debito per chiederne loro ragione e sternlinar li nella sua tremenda ira finale. Un intervento di elementi extra-asiatici nel _giuoco della politica che si svolgeva attorno a lorQ, Clra per i giudei quanto di più a~surdo Bi potesse mai immagin'are. E la travolgente ~onqu1sta di Alessandro il Macedone fu un fulmine inatteso per loro. Ma essi se ne riebbero. L'impero di Alessanaro si frantumò e solo la Siria rimase loro sul collo, ca,ontro 1~ quale essi intrapresero una veramente eroica guerra di indipendenza. .E' i1:tquesto periodo che la letteratura ebraica pro~usse la prima « rivelazione ». Un profeta, di non straordinario• valore per altro . . ' 1mmag1na - a posteriori ~aturalmep.te - una rivelazione divina « a priori » degli avvenimenti storici che si erano svolti in Asi'a sin dai primi tempi dell'impero persiano. Le vicende dell'impero persiano, la conquista macedone, lo smembramento dell'impero d,i Alessandro, le lotte dei Giudei con la Siria e l'esito (augurato ma poi smentito d'alla storia) d1 queJla lotta, evidentemente in pieno svolgimento durante la composizione <full' opera, sono narrati come rivelazioni fatte in sogno da Iaveh a un giudeo del tempo di Dario. Il confidente di Iaveh, personaggio interamente jmmaginario, anzi simbolico - il su~ nome cc giustizia di Dio », in ebraico « Dani-El » ' non è che· l'indice del particolare significato di preparazione all'intervento di Iaveh, che si dava a,g]i avvenimenti trattati -, è presen- .tato, second'o gli artifizi del piì1 basso profetismo, dietro cui si nasconde la difesa del poBibli t ■ I e tere e dei privilegi, come un vero e reale per• . sonagg10. Antioco Epiifane, re di Siria, aveva occupato Gerusalemme e tentato, a forza, di sotto mettere al culto siria,co il popolo giudaico, ·col.. locando i simulacri della sua religione nel tempio d'i Iaveh in Gerusalemme. Quella profanazione era, per il profeta, la provocazione massima che Iaveh potesse sostenere Antioco . era suo nemico personale e nemico del suo Cristo (il re di Giuda): dunque l'inter_vento di Iaveh doveva essere imminente. Per averne la data p,recisa ·non <i era che da applicare i numeri cabalistici: il 7, il 70 e il 77. Inutile dire che !a profezia, come tutte !e profezie che non sono artifizi éstetici ·O profonde e gene· rali intuizioni personali, si perde nell'indeci• so per salvare la ritirata. Orbene, Giovanni non fa ohe ripigliare quella trama, facendo propria ·anche buona parte di termini cabalistici .Sostituisce bens1 alla belva ·a dieci corna (i di~ci gener3(li che si er~no succeduti al governo dell'ex-im• pero di Alessandro fino all'epoca della composifilone della « rivelazione ») un''altra belva a sette corna (Roma: la città dei sette colli), e ai contrassegni di Antioco, nella figurazione debl' Anticristo, quelli dii N eron!e, chiaramente designato. Ma, a differenza dell'ignoto autore del « Libro di Daniele », Giovanni è poeta grandioso e potentemente suggestivo. Alle raffinatezze dell'ellenismo egli accoppi'a in m~d'o mi- · rabile il pragmatismo passionale della grande arte ebraica, e i fantasmi ch'egli ha la potenza di evocare e le scene mistiche in mezzo alle quali li fa agjre, hanno tale forza di suggestione che richiedono una tempra ecceziona, le per non subirne l'influenza. Va da sè che tali uomini erano morti alla vita e non vivevano che nell'ascesi: è il segreto del loro .fascino, ed è insieme, almeno ·agli occhi nostri, la loro miseria. Aggiungiamo a questa intima ed originale suggestività estetica, d•avanti 'alla quale, pur risolvendola, la critica non può che inchinarsi, un altro fatto, un deplorevolissimo fatto di patologia sociale; e noi avremo la spiegazione del fenomeno strano della persistenza - in sommo grado deleteria - di una simileconcezione nello spirito delle masse, e non sol- - tanto le in dotte, in tanti secoli d'i cristiane .. . simo. Bisogna in p,rimo luogo considerare che,. chi accettò, dentro i confini dell'impero romano, il oristianesimo, furono le classi so ciali meno evolute: glì schiavi o i vinti delle I '

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