Pensiero e Volontà - anno II - n. 9 - 1 agosto 1925

204 PENSIERO E V01JONTA' ci e il D'Annunzio, scrivono Pei .loro conten1poranei, per piaicere ai loro contemporanei, non ha nulla· d'univ,ersaie e d'immanente: raggi unto lo scopo immediato e contingente che essa si prefigge, non ha più nulla da dire all'anima dell'umanità! Nlario Rapisardj fu uno di quei poe,ti serii, pensosi, remoti, eh.e si af:Bi'sano in un a mèta luminosa, nelle regioni ir,erbor-~e della fantasia donde sentendo la vert~_g1ne della ' ' ,__, alteq;za, gittano lo sguardo db! aquila sul n1ondo che brulica e ferve: la loro parola, è profonda come una Idea., il loro atteggiamf'.nto è sdegnoso ,e terribile come quello degli aggrondati rivelatori, nel loro cuore e nel loro cervello turbti'nano voci di secoli. L'estetica di avantjeri proclamava ohe l'arte è fine a sè stessa, sopra ,e fuori alla vita, la creazione totale d'una realtà nuova; per ltapu;ardi l'arte è la vita stessa, la vita che sii vuole più vera, più h.'ntensa e più intera, nellt f antasia del poeta e del pensàtore. Eglì non fu? insomma, ·un costruttore Ii finzL0ni, f tl un maestro dj vita. III. Ma-estro di vita, se1npre, amche se, spesso, nei suoi i::oe~ 1, questa vita abbia camp,-:_.1n cieli e in orizzonti disperati dinanzi, ai quali si sente la verti~1'ne dell'abisso; rnaestro oi vita, anche quando questa vita si renda estranea, perchè troppo superiore e troppo spiritiiale alla vita di questo basso mondo, all' eti,ca di questa nostra età .dìi 1 esaurimento, di brutalità, di viltà; maestro di vit~ la cui opara ci rimane come una ,eredità preziosa la quale dovrà maturare i suon.' frutti n-elle generazioni Vienture. Nla.estro di vita, . se1npre, .dalla « P a.linganesi )) in cui propugna « ing,enuaµi,ente )> il ritorno del crisih'anesimo alla sua Qriginaria i:urezza, al grido ribelle e redentore di Lucifero, alla odissea apirituaLe d,ttl tdlolentte GiobJLe, al [).iiolfondo sospiro di pietà ,e di amore per l'umano genere -0he risuona nelle pagine sol€nni delle « Religi~se )>, dei « Poemetti )); maestro di vita; anche quando e sopratutto come nelle Iiràche politiche e ~ocj8'Jj, in cc Giustizia )>, in « Leone n, la sua parola si :fa violenta, feroce, terribile, implacabile; maestro di vita, quruido, come nelle leopard,eggianti · cc Ricordanze », nella « Francesca da Rimin~' », egli esprime nel suo pro:çrio dolore individuale il dolore e l'amore dell'uomo; maestro di vita anche quando, come nelle « Epistole », nelle « Frecciate )> ; in èc AtlantD.'de », B . e_!· yibra l'a.rço de a. sua satira contro la 10101:eca 1no a co invad,ente miseria di uomini e di cose del suo tempo; ma,estro di vita -anche sulla cattedra nella vhtia intima, nelle sue lettere, ' . sempre. E ·1· Z 1 1 t' · 1 · ·1 ld Per ciò m1 10 o a sa u o 1n u1 1 so a'to della giustizia, e della, libertà; V. Hugo lo battezzo precursore, Pao]o Heyse 1o proclamò il magg_iior poeta ci vile dell'Italia moderna Arturo Graf lo disse poeta dell'umanità; ' « l'un{1'co poeta che abpia sai: uto accogliere in versi di altissimo suono e di tempra incorruttibile il grido dei tempi1 nuovi ». ' . Il suo tramonto e una necessaria conseguen- . za del decadimento letterario, intellettuale,· ' polit.i'co, sociale, che cara.tterìzza l~ nostra E.t.à contemporanea. Ma è anche una colpa di tutti i liberi pensatorit, di tutti coloro che credono nella santità delle ribellioni sociali ,ed ... umane agi tate dal solitario poeta etneo. Mentre la. terza o la, quarta Ital\1'etta si spappola in inchini1 di supina e incosciente adorar zione dinanzi al parolaio che naviga da anni sulla barca :francescana che, tra c~arisse e cortigiani e traffl1'catori della penna e peri; etui rinnegatori dell'Ideale•, spreme dal suo cervello vuoto e deli1rante gli ultimi suochì an1n1orbatori; mentre la nuova generazione, irta di :fascismo poli'tico e letterario, si fa un dover.e di rinnega re e combatte:re i pochissin1i sup,erstiti1 continuatorj della gloriosa tradizione letteraria, politi 1 ca, ideologica, i liberi pensa.torh', gl'intelletti ancor sani, si rendono colpevoli sempre più della brutale dimenticanza in cui va tra1nontando l'opera granitica del Rapisardi. E' l'eterna ironia della agl'indegni il Campidoglh'o, Rupe Tarpea. fama borghese: a.gli eccellenti la Ma è pur vero eh.e certi tramonti sono assai più gloriosi di tante facili, e rapide affermazioni; ed è anche vero che la parte migliore degli studiosi e dei :çensatori odierni va avvertendo sempre più i1l disagio del d,ec·adimento e il bisogno di ritemprarsi nei salutari lavacri della sana e solenne letteratu-- ra, palestra di vita e di pensi.ero. Ed è anche certo che, ·ù1 quella spcietà di uguaglianza e dii libertà che oggi è auspicata con angosciosa sollecitudine da tutti i liberi petti, la tomba siciliana di Mario Rapisardh' sarà considerata come un'ara, sulla quale si ferm.eranno salutando e ammirando le redente, rinnovate generaziioni. Perchè Mario Rapisardi è il poeta del1'av- . venire. Egli, dunque, è nostro ! GASPARE CANNONE.

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